Pietro IV di Aragona, che nel 1343 aveva sottratto l’isola di Maiorca alla dominazione araba, era consapevole di come gli Arabi fossero portatori di più ampie conoscenze scientifiche.
Palma era considerata, nel XIV secolo, il centro delle conoscenze nautiche, i cartografi più famosi risiedevano nel quartiere ebraico di Call a Palma e il loro sapere derivava direttamente dal sistema planetario studiato e definito dagli Arabi.
Pietro IV, non a caso soprannominato il “cerimonioso”, pensò di donare a Carlo V di Francia una “mapa mundi” che fosse al tempo stesso strumento di conoscenza e opera d’arte, con l’obiettivo di mantenere buone relazioni con quello strategico sovrano.
Di questo impegnativo lavoro venne incaricata la bottega di Abramo Cresques e di suo figlio Jahuda che in capo a due anni (1377) consegnarono al Re quello che sarebbe passato alla storia come l “Atlante mondiale catalano”.
Le sei pergamene che formavano l’opera comprendevano non solo l’area mediterranea ma anche tutto il mondo allora conosciuto, oltre a una cosmologia generale formata a sua volta da una ruota astronomico-astrologica dove la terra rappresenta il suo centro naturale.
Una importante novità era costituita dalle indicazioni di numerose rotte d’alto mare che pur abbreviando i tempi di percorrenza, erano poco frequentate dato l’incremento dei rischi di navigazione. Viene anche indicata la circonferenza terrestre risultata poi errata di soli 4000 km.
L’accuratezza descrittiva di tutta l’area mediterranea si avvaleva anche delle conoscenze derivate dalla cartografia romana in particolare dal lavoro svolto dai cartografi che operarono sotto Augusto. Mentre il “restante mondo” presentava un’accuratezza molto meno definita malgrado i contributi e le descrizioni fatte da Marco Polo, John Mandeville e Ibn Battuta di cui la bottega era a conoscenza.
Nella stesura dell’atlante largo spazio venne dato anche alle leggende geografiche e marinare che erano diffuse numerose e vennero rappresentate nelle pergamene in modo minuzioso e affascinante, facendone una vera opera d’arte. Tale lavoro diffuse la fama dei Cresques.
Il figlio Jahuda venne chiamato, previa conversione al cristianesimo, in Portogallo alla scuola di Sagres voluta da Enrico il navigatore dove oltre ad insegnare cartografia ai portoghesi, contribuì a definire la rotta marittima verso le Indie, risultata di grande utilità a tutti i navigatori successivi.
In copertina la mappa dell'Europa e del Mediterraneo, presente all'interno di una copia dell'Atlante catalano, attribuito a Cresques.
Fabrizio Fattori
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