Salve è un comune della provincia di Lecce in Puglia.
Situato nel versante ionico del basso Salento, a 61 km dal capoluogo provinciale, comprende anche la frazione di Ruggiano e le marine di Pescoluse, Torre Pali, Posto Vecchio e Lido Marini. Il litorale di Salve è dal 2009 Bandiera Blu della FEE.
Pescoluse
Il territorio del comune di Salve, che si estende per 32,8 km², è situato nel basso Salento lungo la costa ionica del Capo di Leuca. Il centro abitato sorge sui modesti rilievi delle Serre Salentine a 130 m s.l.m.; il territorio comunale è compreso tra gli 0 e i 165 m s.l.m.
L'entroterra salvese è caratterizzato da lievi ondulamenti tra i quali si apre il Canale dei Fani, un ampio canalone di origine erosiva. Le sponde del canale presentano un sistema di terrazzamenti coltivati ad ulivi, sebbene siano presenti lembi sparsi di macchia mediterranea a prevalenza di lentisco, fillirea e mirto; il corso d'acqua, alimentato da affioramenti e piccole sorgenti di acque sotterranee, è percepibile nella presenza di una striscia più o meno continua di canneto a cannuccia di palude e di rari esemplari di agnocasto.
Salve - Vista aerea della valle del Canale dei Fani
La fascia costiera, un tempo zona paludosa, fu completamente bonificata negli anni trenta del Novecento attraverso la creazione di canali e bacini artificiali. Il litorale, dai bassi fondali dalle cui acque emergono piccoli scogli come l'isolotto della Fanciulla, presenta una distesa di sabbia bianca e finissima circondato da dune ricoperte da varie specie vegetali della famiglia delle acacie, da piante graminacee e, soprattutto, dai caratteristici gigli marini.
Storia
La presenza di monumenti megalitici, quali dolmen, menhir e specchie, testimoniano la frequentazione umana sin da epoche remote. Nell'età del bronzo il territorio di Salve ospitava insediamenti messapici testimoniati da diversi ritrovamenti archeologici.
Masseria dei Fani
È il caso dell'insediamento della Masseria dei Fani abitato a più riprese dal 1550 a.C. al 470 a.C., del villaggio denominato Spigolizzi che risalirebbe all'Età del Bronzo Medio (XVI-XV secolo a.C.), della mitica cittadella di Cassandra che secondo la leggenda disponeva di un mulino che macinava le pepite d'oro; il centro era florido in realtà grazie alla produzione di olio e vino e fu devastato dai Goti nel 548 d.C.
Una vecchia leggenda narra che l'origine dell'attuale centro urbano risalirebbe al centurione Salvius, che nel 267 a.C. avrebbe avuto queste terre in premio dopo l'assoggettamento del Salento a Roma. In realtà dagli studi archeologici più recenti la nascita dell'abitato di Salve si fa risalire al periodo compreso tra il 400 ed il 500 d.C.
Salve - I fani
Il centro abitato si espanse per lo spostamento verso l'interno degli abitanti della costa ionica, dove era diffusa la malaria. Nel IX secolo d.C., per difendersi dalle scorribande saracene, furono erette le mura; altre fortificazioni, tuttora esistenti, furono costruite nel XV secolo come difesa dai Turchi.
Con l'avvento del feudalesimo, Salve fu dominata da diverse famiglie nobiliari: gli Altavilla, i del Balzo, gli Antoglietta, i Francavilla, gli Scaglione, gli Zito, i Montefusco, i Valentini, i Gallone e i Caracciolo.
Salve - Torre Pali
Nel 1563 fu terminata la costruzione della torre in pietra di Torre Pali, eretta dagli Spagnoli insieme a molte altre su tutta la costa salentina. La torre, che sorge dal mare, si trova a circa 13 km a ovest di Santa Maria di Leuca. Le torri servivano per avvistare le navi barbaresche e per allarmare così tempestivamente tutto il territorio salentino, mediante l'accensione di fuochi di segnalazione. La torre ha dato il nome all'omonima frazione del comune.
Nel 1930 fu avviata la grande bonifica delle coste ioniche salentine, terminata nel secondo dopoguerra. Grazie a tali opere è stato possibile utilizzare le spiagge della costa e si è sviluppato il turismo balneare, che oggi costituisce una delle principali risorse economiche del comune.
Salve - Spiaggia di Lido Marini
Chiesa Madre di San Nicola Magno
La Chiesa Madre di San Nicola Magno risale nella parte più antica al VI secolo; restaurata e ampliata una prima volta tra il 1577 e il 1593, assunse l'aspetto attuale nel 1672.
Sorta molto probabilmente sulle rovine di un tempietto dedicato al dio Giano, l'antica chiesa, dedicata al SS. Salvatore, corrisponde alla porzione di campata che attualmente precede l'altare maggiore.
Salve - Chiesa Madre di San Nicola Magno
Oggi la parrocchiale ha una sola grande navata ed il coro, che sono risultato di una serie di interventi in tempi diversi.
Il coro, distrutto nel dicembre del 1931 da un incendio, venne ripristinato solo nel 2004 con un'opera in noce boliviano dell'artigiano Giuseppe Valente di Miggiano. Nel 1672 la chiesa è completata con l'abside, la torretta dell'orologio e con il campanile, quest'ultimo ricostruito nel 1954 in seguito al rifacimento della facciata (1950).
Salve - L'organo nella chiesa del SS.Salvatore
Di particolare rilievo è l'organo del 1628, opera del comasco Giovanni Battista Olgiati e di Tommaso Mauro di Muro Leccese. La chiesa ospita pregevoli altari barocchi in pietra leccese dedicati a San Nicola (1653), al Crocifisso (1683), all'Immacolata (1781) e a San Vito (1807). Nel 1704 vennero realizzate, da Cesare Penna il giovane, le decorazioni e gli stucchi della volta antistante il presbiterio.
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
La Chiesa di Sant'Antonio da Padova fu costruita nella seconda metà del Novecento ampliando l'antica cappella di Santa Maria risalente al XVI secolo.
I lavori di ampliamento dell'edificio furono avviati nel 1950 e presenta una pianta a croce latina rovesciata; il transetto corrisponde all'antica cappella.
Salve - Chiesa di Sant'Antonio da Padova
La facciata, in pietra leccese, presenta un ingresso ad arco a tutto sesto in bugnato sormontato da un rosone centrale e da una grande croce. Il coronamento è a doppio spiovente e termina con tre statue di cui quella centrale raffigura la Vergine. L'interno custodisce due affreschi della seconda metà del Cinquecento rappresentanti l'Annunciazione, datato 1586, e il Giudizio Universale.
Chiesa di Santu Lasi (San Biagio)
La Chiesa di San Biagio, localmente conosciuta con il nome di Santu Lasi, fu riedificata nel 1716 su una struttura altomedievale crollata nel XVII secolo. La chiesa sorge nei pressi dell'omonima masseria cinquecentesca dotata di una torre colombaia cilindrica del 1577.
Salve - Chiesa di Santu Lasi (San Biagio)
Presenta una sobria facciata, con portale e finestra centrali, su cui è scolpito lo stemma del comune di Salve datato 1717.
L'interno a navata unica custodisce una statua in pietra di San Biagio (1717) e tracce di affreschi di varie epoche. La chiesa ha dato il nome (Casale San Biagio) a un antico villaggio di origine messapica di cui si ignora il vero nome.
Salve - Il mare e le spiagge
Economia e turismo
L'economia locale, basata per secoli sull'agricoltura, negli ultimi decenni si è incentrata principalmente sul turismo. Le località costiere del comune sono infatti divenute un'importante meta turistica e di conseguenza si sono sviluppate numerose realtà imprenditoriali e commerciali legate al settore (alberghi, agriturismi, camping, bed & breakfast, residence, case vacanza). Nell'entroterra, con la coltivazione dell'ulivo, si produce l'olio extravergine di oliva Terra d'Otranto.
Le splendide spiagge delle Marine di Salve si trovano lungo Costa Jonica del Salento meridionale tra Gallipoli e Santa Maria di Leuca.
Salve - La spiaggia di Posto Vecchio
La sabbia fine e dorata, l'acqua limpida e cristallina, le fiorenti dune di sabbia ed i tramonti mozzafiato, fanno di Pescoluse, Torre Pali, Posto Vecchio e Lido Marini, delle località turistiche ricercate ed incontaminate. Per la sua bellezza e particolarità, un tratto di spiaggia è stato persino ribattezzato ed è universalmente riconosciuto come "Le Maldive del Salento" ed è utilizzato per la deposizione delle uova della tartaruga marina "caretta-caretta".
Cucina
La cucina salentina è una cucina povera per gli ingredienti usati, a partire dalla farina poco raffinata oppure di orzo, meno costosa di quella di grano. Per l'uso di verdure coltivate e selvatiche che la terra può offrire, insieme con gli altri prodotti della terra come le lumache.
U purpu alla pignata
Per l'impiego di pesce azzurro, oggi rivalutato, ma un tempo l'unico pesce che la popolazione poteva permettersi. Per la scarsità dei piatti a base di carne troppo costosa per i contadini. Tra le ricette di Salve:ciceri e tria, la scapèce e u purpu alla pignata.
Approdo
L'approdo è composto da una darsena divisa in due da un pontile centrale; l'accesso é aperto a Est e la darsena é raggiungibile attraverso un canale mediamente orientato per Est-Sud-Est lungo circa 280 m.
Torre Pali - La darsena
Pericoli: bassi fondali.
Orario di accesso: continuo.
Fondo marino: sabbioso.
Fondali: da 0 a 3 m.
Rade sicure più vicine: Torre Vado.
COORDINATE
TORRE PALI
39°50',21 N 18°12',67 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canale 16 Locamare Leuca
E-mail: santamariadileuca@guardiacostiera.it
Telefono: 0833-758580
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