Giancarlo Pedote: ritrovare il ritmo e abituarsi a tornare in mare aperto
La Prysmian è pronta per il primo impegno della stagione: The Transat CIC, la traversata atlantica da Lorient in Bretagna fino a New York. Una stagione 2024 impegnativa per Pedote
27/04/2024 11:00
Dopo un lungo periodo invernale in cantiere per la messa appunto e la sistemazione di alcuni dettagli, Giancarlo Pedote è pronto a tornare in Oceano con Prysmian, che in occasione della prima regata dell’anno veste anche una nuova livrea. Domenica la partenza da Lorient in rotta verso New York.
Dopo il rimessaggio invernale in cantiere a metà dicembre, al suo ritorno dalla Transat Jacques Vabre Normandie – Le Havre ed essere tornata in acqua il 21 marzo dopo lavori di manutenzione ordinaria, Prysmian, l’imbarcazione di Giancarlo Pedote è pronta per il primo impegno della stagione: The Transat CIC, la traversata atlantica da Lorient in Bretagna fino a New York. Una stagione 2024 impegnativa per Pedote, il cui momento clou è il Vendée Globe che prenderà il via il prossimo 10 novembre da Les Sables d’Olonne.
Da questo momento in poi, ogni ora in mare e ogni miglio navigato saranno preziosi. Gli obiettivi di questa prima regata, che partirà domenica 28 aprile alle 13:30: da un lato testare l’imbarcazione per continuare a renderla il più affidabile possibile, dall'altro qualificarsi per il giro del mondo e affrontarlo nelle migliori condizioni possibili. In questo senso, la XV edizione di The Transat CIC, con un totale di 3.500 miglia da percorrere fino a New York contro venti e correnti predominanti, si prospetta come il perfetto esordio della stagione. Il ritorno in solitario, dopo una stagione 2023 in doppio. Ben 33 partecipanti nella classe IMOCA prenderanno il via a questa “cavalcata” verso il Nuovo Continente, molti dei quali varati nelle ultime settimane. Giancarlo quest'anno è stato uno dei primi a completare il cantiere invernale e a tornare in acqua.
“I lavori di rifacimento che abbiamo effettuato quest'inverno sono stati abbastanza brevi ma intensi. Il team ha lavorato sodo e ha fatto un ottimo lavoro, permettendo di uscire in mare abbastanza presto e di convalidare molte cose, anche se in realtà non abbiamo apportato significative modifiche alla barca" - spiega il navigatore italiano. “Il lavoro degli ultimi mesi non ha visto sviluppi particolari su Prysmian, ma piuttosto un controllo completo. Abbiamo aggiornato l'elettronica, aggiunto pannelli solari, cambiato le antenne, sostituito le cime e poi smontato e rimontato tutte le parti. Il vero cambiamento del 2024 è programmato la prossima estate, quando i due timoni verranno sostituti con due nuove appendici. Le prime sessioni in mare, alcune delle quali realizzate in condizioni impegnative, ci hanno permesso di fare dei test completi che mi hanno rassicurato", afferma Giancarlo, che è riuscito a navigare in più occasioni con venti di circa venti nodi, raggiungendo a volte i 35 o addirittura i 40 nodi, e ha anche completato una sessione offshore di 36 ore."Abbiamo incontrato alcuni problemi, che è stato meglio affrontare prima piuttosto che durante la gara. Ad esempio, abbiamo avuto un leggero problema di tenuta stagna, che, se non affrontato prontamente, avrebbe potuto causare complicazioni. Le nostre imbarcazioni sono così complesse che non possiamo permetterci di trascurare nulla, poiché anche il problema più insignificante può rapidamente trasformarsi in un grosso problema. Alla fine, abbiamo fatto buon uso del tempo a nostra disposizione", assicura Giancarlo.
Obiettivo: ritrovare il ritmo e abituarsi a tornare in mare aperto
"L'obiettivo quest'anno è il Vendée Globe. Pertanto, devo essere realistico e continuare a procedere passo dopo passo. In questa edizione di The Transat CIC sarà importante spingere ragionevolmente sulla barca e restare in osservazione, risolvere eventuali problemi e studiare future migliorie. In breve, si tratta di fare le cose nell'ordine giuste”, sottolinea lo skipper di Prysmian, che ovviamente rimane concentrato sul suo obiettivo principale e sa anche troppo bene che ci saranno molti passaggi chiave da gestire nella rotta tra Lorient e New York: numerosi passaggi depressionari, la Corrente del Golfo, mari incrociati, ghiacci alla deriva, nebbie dense. The Transat è una gara nota per essere impegnativa. Subito a seguire, ci sarà il trasferimento di ritorno. La barca dovrà quindi sopportare il peso di due traversate atlantiche consecutive senza un test di regata più breve. Lo stesso vale per lo skipper: “Sarà fondamentale riprendere subito il ritmo della navigazione in mare aperto. Dovrò ri-abituarmi a dormire in un letto che si muove in tutti i sensi, ad esempio, e accettare di dover affrontare la transizione “modalità terrestre / modalità marina” durante questa regata. L'obiettivo sarà ritrovare la sintonia con la barca il più rapidamente possibile", conclude Giancarlo Pedote, che ha già lo sguardo rivolto al Vendée Globe, previsto per il 10 novembre 2024.
Laureato in filosofia, ex praticante di box e full contact, Giancarlo è un velista atipico che ha un approccio molto metodico alla vela. Vincitore del Transat Jacques Vabre 2015 in Multi 50, due volte Champion de France promotion course au large en solitaire, due volte Velista dell'Anno italiano, ha partecipato al suo primo giro del mondo in solitario nel 2020, il Vendée Globe, arrivando in 8a posizione, a sole 19 ore dal primo. Autore di un DVD e due libri tecnici sulla vela, ha pubblicato con Rizzoli del Gruppo Mondadori "L'anima nell'oceano" e lo scorso anno "Proteggiamo l'Oceano".
È fondatore e manager della struttura che gestisce la comunicazione, gli sponsor e il suo progetto sportivo.
The Transat CIC
La 15ª edizione de The Transat CIC, organizzata da OC Sport Pen Duick, riunisce quarantotto velisti in solitario pronti ad affrontare le 3.500 miglia dell'Atlantico che separano Lorient da New York. Questa regata emblematica si svolge ogni quattro anni. The CIC Transat trae origine dalla vecchia Transat inglese, che tra il 1960 e il 2016 partiva da Plymouth, cambiando a volte il porto di arrivo: Newport, New York, Boston... Nella prima edizione del 1960, solo cinque velisti partirono da Plymouth per raggiungere gli Stati Uniti, in 40 giorni. Il suo percorso così a nord, la rende un'impresa temibile. Non è la più lunga regata d’altura, ma il percorso spinge le barche a passare vicino ai ghiacci, attraversare la nebbia, il tutto sotto la spinta di sistemi di bassa pressione. Con il pericolo di incontrare navi da cargo, i pescherecci e detriti che purtroppo galleggiano nell’Oceano.
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