Portoferraio è il primo comune dell'Isola d'Elba per popolazione e secondo per estensione dopo Campo nell'Elba.
Secondo Apollonio Rodio, il luogo ove sbarcarono gli Argonauti di Giasone, poiché stavano cercando Circe, si chiamava Porto Argo, «bianco», in riferimento alle locali scogliere e spiagge di aplite tormalinifera biancastra) ed è oggi localizzato presso la spiaggia delle Ghiaie.
Nell'area si trovano i resti di due ville marittime romane (Villa delle Grotte e Villa della Linguella) che testimoniano un'assidua frequentazione in età imperiale.
Portoferraio - Ingresso del porto
Secondo una tradizione letteraria del XVIII secolo, peraltro non attestata da alcun riferimento storico e documentale, in età romana il sito si sarebbe chiamato Fabricia - da cui Borghi Fabbricii - in riferimento alle antiche lavorazioni siderurgiche presenti nella zona. Già dal XVIII secolo furono rinvenute tracce di un insediamento romano presso l'attuale centro storico di Portoferraio; murature in opus reticulatum e sectile, lastre di piombo, denarii e tracce di almeno due piccole necropoli collocate presso i Mulini e gli Altesi.
Il circondario di Ferraia (il cui Comune è documentato dal 1289) fu pesantemente colpito nel 1544 dalla flotta di Khayr al-Din Barbarossa, con la distruzione del vicino fortilizio di Montemarsale e della pieve medievale dei Santi Giovanni e Silvestro. Successivamente, il distretto di Ferraia fu ceduto dagli Appiano per ordine dell'imperatore Carlo V ai Medici nel 1547. Portoferraio fu fondata per volere di Cosimo I granduca di Toscana, da cui la città prese simbolicamente il nome Cosmopoli nel 1548, e concepita come presidio militare con lo scopo di difendere le coste del Granducato e dell'isola d'Elba nonché come sede dei Cavalieri di Santo Stefano.
Epigrafe marmorea sulla Porta a Mare - Da www.fototoscana.it
L'epigrafe marmorea che il granduca fece apporre sulla cosiddetta Porta a Mare, l'ingresso principale del porto, descrive infatti la fondazione della nuova città: «Templa, moenia, domus, arces, portum Cosmus florentinorum dux a fundamentis erexit a. D. MDXXXXVIII».
La città, exclave toscana nel Principato di Piombino, all'inizio era poco più che un insieme di fortificazioni (ancora tutt'oggi visitabili e ben conservate), come i tre forti: Forte Stella, Forte Falcone e la Linguella (mentre Forte Inglese fu realizzato successivamente per rinforzare la cittadina da parte in vista dell'assedio della flotta britannica) e la bellissima cinta muraria, i cui resti, tuttora in buono stato e resi abitabili, circondano il centro storico di Portoferraio.
Portoferraio - Forte Stella
Ancora oggi è in gran parte visibile l'imponente cortina di bastioni che dalla rada si eleva fino al Forte del Falcone (Bastione della Cornacchia a difesa dell'antica Porta a Terra, Bastione delle Palle di sotto che dalla Porta degli Altesi dava accesso al superiore Bastione delle Palle di sopra, Cortina degli Altesi, Bastione del Veneziano, Opera del Raggione, Opera del Cavaliere, Tanaglia sotto il Falcone, Opera nuova, Opera di Santa Fine, Batteria degli Spagnoli di fronte alla spiaggia delle Ghiaie).
Nel 1694, ad opera del governatore Mario Tornaquinci, fu realizzato il cosiddetto Ponticello, una struttura - poi demolita nel gennaio 1925 - sul fossato artificiale che separava la città fortificata dal resto dell'isola.
Il Ponticello realaizzatto nel 1694 e demolito nel 1925
Rimase sotto il controllo del Granducato di Toscana fino al XVIII secolo quando l'isola, per la sua posizione strategica, fu al centro di una guerra tra Francia, Austria e Inghilterra. Con un decreto del 1702, il governatore Alessandro Del Nero istituì la realizzazione di un ghetto presso il Forte Stella, nella strada che poi prese il nome di Via degli Ebrei. Nell'aprile 1814, con il Trattato di Fontainebleau, l'isola fu affidata a Napoleone Bonaparte come sede del suo primo esilio.
Napoleone scelse Portoferraio come capoluogo dell'isola; nella città sono ancora presenti e visitabili le due ville che furono sua residenza, quella di San Martino e la Villa dei Mulini. Fu grazie al regno dell'imperatore francese, seppur breve (1814-1815), che Portoferraio crebbe in importanza e modernità in maniera esponenziale, come tutta l'isola del resto, grazie alle infrastrutture create e alla valorizzazione delle miniere di ferro di Rio Marina. In questo periodo Portoferraio divenne il porto adibito al trasporto del ferro dalle miniere elbane al continente, e da ciò deriva il nome attuale.
La prima fotografia scattata all'isola d'Elba (1855 circa), raffigurante la gendarmeria del granduca Leopoldo II a Portoferraio
Successivamente Portoferraio tornò sotto il dominio del Granducato di Toscana fino all'unità d'Italia nel 1860. Nei Bagni penali della città fu rinchiuso Giovanni Passannante, a causa di un attentato nei confronti di Umberto I di Savoia. Nel 1900, per interessamento dell'on. Pilade del Buono, fu realizzato un quartiere siderurgico con altiforni della società Ilva, poi distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Tra il 1902 e il 1904 l'architetto Adolfo Coppedè progettò a Portoferraio alcuni importanti edifici, come il Palazzo dei Merli in stile neoquattrocentesco (1904) poi distrutto dai bombardamenti del 1944, il Palazzo degli Altiforni (1904) e la Fattoria di San Martino (1902).
Il Palazzo dei Merli in un'immagine del 1904, bombardato nel 1944
Portoferraio conobbe un periodo economicamente stabile, come tutta l'isola, grazie alle miniere di ferro fino agli inizi degli anni settanta, quando l'industria del ferro entrò in crisi. Nel 1958, nell'area portuale di Portoferraio, fu realizzata dall'architetto Emilio Isotta la cosiddetta Palazzata a mare, che con il suo contestato Grattacielo doveva simbolicamente evocare il passato siderurgico della cittadina. Nonostante la chiusura delle miniere di ferro all'Elba (1981), Portoferraio, grazie alle sue spiagge, seppe riciclarsi nell'industria del turismo che ancora oggi rappresenta la principale fonte di ricchezza.
La Città Rosa
Le vie del centro storico di Portoferraio furono lastricate nell'anno 1700, per volere del governatore Benedetto Guerrini, con bozze irregolari di calcare compatto rosato estratto nelle cave marittime di Punta Pina e Punta degli Scalpellini, i due promontori che chiudono la vicina insenatura di Bagnaia. Tale caratteristica, nel passato, ha suggerito l'epiteto di Città rosa dato a Portoferraio.
Portoferraio - Centro storico - Da www.elbanet.biz
Il Mago Chiò
Con questo soprannome si chiamava Francesco Grassi, nato a Portoferraio nel 1867 da umile famiglia di origine lombarda.
Mago Chiò in un dipinto di Telemaco Signorini (1888) |
Affetto da disturbi della personalità sin dall'infanzia, manifestò nell'adolescenza una patologica smania di notorietà arrampicandosi su muraglioni, fari e monumenti storici per dipingervi con vernice bianca - pur essendo analfabeta - il proprio soprannome a caratteri cubitali («Mago Chiò», ossia «Mago Chiodo» per l'abilità nell'arrampicarsi).
All'isola d'Elba pose la sua firma su monumenti storici come il Castello del Volterraio e le fortificazioni medicee di Portoferraio. Nel luglio 1888 conobbe il pittore Telemaco Signorini e tra i due nacque una sincera amicizia. Successivamente, Francesco Grassi si recò a Firenze e a Bologna con l'intento di scrivere ancora una volta il proprio soprannome sulla cupola del Duomo fiorentino e sulla Torre degli Asinelli. Morì suicida a Portoferraio all'età di 24 anni, dopo aver ingerito lo zolfo di alcuni fiammiferi.
Turismo
Non ha sviluppato, forse per il suo recente passato di centro industriale siderurgico, una vocazione turistica e questo l'ha preservata quasi intatta fatto salvo il naturale degrado a cui troppo spesso non si è cercato di porre rimedio.
I recuperi delle fortezze che la circondano e la sovrastano, effettuati negli ultimi anni, ne rendono la visita particolarmente emozionante. (www.elbalink.it)
Le spiagge
La Biodola, Scaglieri, Forno, Il Viticcio, Enfola, Sansone, La Sorgente, Acquaviva, Seccione, Capo Bianco, La Padulella, Cala dei Frati, Le Ghiaie, Le Viste, Il Grigolo, San Giovanni, Schiopparello, Magazzini, Ottone, Ottonella.
Portoferraio - La spiaggia di Cala dei Frati
Cucina
Quando si parla di piatti tipici si parla della riscoperta della tradizione e della storia di un luogo, ripercorrendone i profumi e le storie attraverso le comunità che vi hanno abitato come quella etrusca, romana, spagnola e saracena e i mestieri che l’hanno resa celebre come il minatore, il contadino, il marinaio. Gli ingredienti sono poveri ma le mani esperte creano delle prelibatezze che sono ritenute piatti di alta cucina.
Stoccafisso alla Riese
Ecco alcuni piatti tipici: stoccafisso alla riese o sburrita, una sublime zuppa di baccalà di origine ibero-moresca; il gurguglione, stufato di verdure, peperoni e melanzane (chiamato anche gaspaccio per l’influenza spagnola). (www.freeweek.it)
Il porto
Il porto di Portoferraio è situato sulla costa settentrionale dell'isola d'Elba. È il principale approdo per chi giunge all'isola dal mare.
Storia
La storia del porto di Portoferraio comincia con la fondazione di Cosmopoli, ossia l'antico nome della città di Portoferraio, nel 1548. Il progetto iniziale era a nome di Giovan Battista Bellucci ma l'effettiva esecuzione avvenne solo grazie a Giovan Battista Camerini.
Portoferraio - Il porto - Da www.ap.piombinoelba.it
La fortezza era pienamente operativa già nel 1553 quando si trovò a fronteggiare, vittoriosamente, il pirata Dragut. Nel 1570 l'architetto Bernardo Buontalenti apportò delle migliorie logistiche e difensive, prevalentemente sul fronte di terra. A seguito di questi fatti storici e grazie alla sua conformazione il porto venne dichiarato una fortezza inespugnabile, prima dal cardinale Da Retz nel 1600 e poi dall'ammiraglio Orathio Nelson nel 1796 che disse:
« Tutti gli uomini e i vascelli sono al sicuro a Portoferraio, che per la sua ampiezza è il porto più sicuro al mondo »
(Orathio Nelson)
È l'unico porto in Italia in cui si deve tenere la sinistra, sia entrando che uscendo.
COORDINATE
PORTOFERRAIO - I. D'ELBA
42°48',72 N 10°19',77 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canale 09 (h. 07/20)
E-mail: porto@marinadiportoferraio.it
Telefono: 0565-914121
In copertina foto da DEPOSITPHOTOS
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