Che la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza con le sue alte percentuali di commesse e di produzione nautica è un dato di fatto internazionalmente riscontrabile.
Ma è altrettanto vero che le penalizzazioni subite dal settore a causa di politiche ostili non consente ancora di far risultare ufficialmente l’Italia ai massimi livelli in termini di bandiere italiane sventolanti in poppa, e che anzi, al contrario, questo vuoto testimoni il fenomeno delle immatricolazioni fantasma a favore di altri paesi più fiscalmente e normativamente accoglienti.
Anche se buona parte della produzione navale italiana viene commissionata dall’estero, rimangono migliaia di imbarcazioni di proprietà italiana, che risultano immatricolate sotto bandiere estere, determinando un consistente minus fiscale per il paese.
La felice posizione mediterranea, le migliaia di chilometri di coste e i molteplici porti che la caratterizzano, dovrebbero consentire numeri ben diversi da quelli in essere.
Fermo restando gli obblighi in materia di sicurezza che per l’Italia sono imprescindibili e che invece altri paesi rendono meno vincolanti, viene auspicato dal settore uno snellimento burocratico che renda più efficiente l’immatricolazione, magari attraverso piattaforme informatiche come adottato già da altri paesi, oltre ad una fiscalità meno penalizzante.
Il Codice della Nautica di recente vigoria manca ancora di quei decreti attuativi capaci di compensare il fenomeno delle bandiere fantasma pur nella consapevolezza che un approccio meno difficoltoso determini in tutto il settore benefici occupazionali ed un rilevante flusso fiscale.
Le riforme restrittive della materia previste a breve da paesi quali il Belgio e l’Olanda, nonché l’imminente Brexit con l’orbita di innumerevoli altri paradisi fiscali, potrebbero costituire un’ opportunità di accoglimento per quanti alla ricerca di una nuova bandiera, così come già fatto da Malta, particolarmente attenta anche a coloro che usano la propria imbarcazione con la duplice finalità: privata e commerciale.
Il Ministero dei Trasporti, sensibile a tali scenari, si è impegnato, non solo al completamento del Registro Telematico della Nautica ma anche ad agevolare in modo concorrenziale le immatricolazioni in Italia.
Fabrizio Fattori
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