Il promontorio del Circeo (LT)
di Giulio Galassi

Il promontorio del Circeo, compreso nel Parco Nazionale omonimo, è lungo circa 7 chilometri e largo 2, ha una altezza massima di 541 metri e costituisce una formazione unica nella piatta pianura pontina.
Si tratta di un distacco roccioso, avvenuto nel Pliocene, dal gruppo degli attuali monti Lepini - Ausoni nel loro scorrimento in direzione verso Nord - Est.
Promontorio del Circeo visto da Terracina
Il Parco Nazionale del Circeo è il più piccolo tra i Parchi protetti italiani, e con i suoi 8484 ettari comprende anche l’isola di Zanone.
Il Circeo è legato alla leggenda di Ulisse e della Maga Circe e ancora oggi è presente un’importante zona archeologica relativa all’area del Sacro Recinto della Maga Circe, edificato sulla cima del Picco di Circe e del quale restano i muri di sostruzione e perimetrazione.
Promontorio del Circeo - Il Picco di Circe
La zona pianeggiante limitrofa, paludosa fino all’inizio del 900, fu bonificata a partire dal 1927 per volontà di Mussolini. Il recupero dei terreni si rese necessario in quanto l’area era malarica ed improduttiva da secoli.
La regimazione delle acque ed il drenaggio dei terreni pantanosi consentirono l’insediamento di unità abitative e la conseguente coltivazione dell’area.
Selva del Circeo
Dal punto di vista botanico la foresta, detta “Selva del Circeo”, comprende querceti , cerri, farnie, pini domestici, pioppi, olmi, carpini, frassini, aceri campestri, tigli, cornioli e betulle. E’ naturalmente presente la macchia mediterranea, specialmente sottocosta, con lentisco, erica scoparia, ligustro, mirto, olivastro, ginepro, corbezzolo, fillirea, leccio, rosmarino, pruno, euforbia e ginestra.
Il promontorio è in grande parte immerso nel mare (Quarto Caldo), e a settentrione è rivolto alla pianura (Quarto Freddo).
Il promontorio visto da nord
Visto da Nord-Est il suo profilo sembra quello di un volto umano (si dice della Maga Circe), visto da Sud appare come un’isola.
Costituito da calcare mesozoico, il promontorio del Circeo (l’antica isola Eea) ha una natura prettamente carsica, difatti sono numerose le grotte sia interne che litoranee le quali hanno assunto anche un’importante valenza paleontologica.
La più nota è la cosiddetta Grotta del Guattari, perché in essa nel 1939 fu rinvenuto il cranio di un uomo Neanderthaliano, forse portato lì da una iena.
Grotta dei Guattari
Altre grotte famose per l’amenità dei luoghi e la bellezza del mare cristallino che le lambisce sono: la Grotta delle Capre, ove è possibile constatare il solco fossile del mare preistorico che indica la diversa altitudine della caverna, in passato sommersa, poi riemersa.
La Grotta Azzurra, affascinante e dai colori smeraldini dati dal riflesso dell’acqua, è visitabile con piccole imbarcazioni o a nuoto ma soltanto con mare calmo. Poi la Grotta dell’Impiccato, la Grotta del Fossellone, la Grotta del Presepe, la Grotta dei Prigionieri, la Grotta di Ulisse e ancora la Grotta della Maga Circe.
La Grotta dell'Impiccato con la sua caratteristica stalattite
Altre caverne, anch’esse caratterizzate dalla preistorica presenza umana sono: La Grotta Barbara e la Grotta di Breuil. In quest’ultima grotta io ebbi la fortuna di assistere, nel 1986, ad uno scavo stratigrafico che evidenziò alcune caratteristiche peculiari della caverna.
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Uomo di Neanderthal |
Il rilevamento di manufatti in selce, reperti ossei umani (denti) e di animali (tra questi molti Ungulati) facevano supporre all’equipe di archeologi che effettuavano la ricerca in mia presenza, che le prede cacciate nel Neanderthaliano venissero consumate nella caverna stessa, che all’epoca era probabilmente distante dal mare; I reperti organici venivano prelevati dagli archeologi direttamente dalle pareti della grotta ed erano amalgamati nella roccia stessa.
Sono però al contempo presenti nella Grotta di Breuil, i segni evidenti del solco preistorico del mare, il che fa dedurre che il livello dell’acqua si sia elevato successivamente agli insediamenti umani, difatti la presenza di ossa di cervi e stambecchi rappresenta il sito all’epoca dei Neanderthal, più terrestre che marino.
Al diportista costeggiare il promontorio del Circeo, da Torre Paola al Porto o viceversa, rappresenta un’escursione gradevolissima, specialmente in condizioni marine ottimali. L’ancoraggio è possibile in prossimità delle numerose cale ed entrare, anche a nuoto, in una di queste grotte è veramente piacevole.
Il Circeo dista 98 chilometri da Roma e con i suoi due abitati, San Felice arroccato sul monte e La Cona, il Paese nuovo, offre ospitalità al turista con numerosissime strutture ricettive.
Il porto
Il Porto del Circeo
E’ costituito da un molo di sopraflutto a scogliera lungo 580 metri e da un molo di sottoflutto lungo 215 metri, banchinato ed in parte disponibile per l'ormeggio da diporto. Vi sono inoltre una serie di pontili (fissi e galleggianti) utilizzati per l'ormeggio da diporto, che assicurano una disponibilità di 260 posti barca, gestiti dalla Cooperativa Circeo 1°. La lunghezza massima dei natanti che possono essere ospitati è di circa 20 metri. Il porto è ben ridossato dai venti del I°, III° e IV° quadrante. E’ bene fare attenzione nell'entrare in porto con mare formato da venti provenienti da Sud e da Sud-Est.
COORDINATE
SAN FELICE CIRCEO
41°13',39 N 13°05',86 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canale 09 (h. 24 - Cooperativa Circeo I°)
E-mail: info@circeoprimo.it
Telefono: 0773-547336
COORDINATE
TORRE PAOLA CANALE
41°14',78 N 13°02',25 E
PER CONTATTARE IL PORTO
Telefono: 0773-515802
In copertina foto da DEPOSITPHOTOS
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