L'immersione in apnea

Il termine apnea (dal greco apnoia, mancanza di respiro) indica un'interruzione o una mancanza del movimento respiratorio. L'apnea può essere una condizione fisiologica (è il caso della vita fetale, il feto infatti non respira autonomamente, bensì indirettamente attraverso la placenta) opatologica quando, per svariate cause, viene inibito il funzionamento dell'apparato respiratorio.
L'apnea può anche essere una condizione volontaria che, di norma, difficilmente potrebbe protrarsi per più di un minuto, un minuto e mezzo; attraverso l'allenamento e determinate tecniche questi tempi possono essere aumentati. Un esempio a tutti noto di apnea volontaria è quello relativo alle immersioni subacquee senza respiratore; si parla in questi casi di immersione in apnea.
Pescatore di perle
Difficile risalire con certezza alle origini dell'immersione in apnea; sicuramente sono molto antiche e niente avevano a che vedere con lo sport.
Se l'acqua è la vostra passione o un vostro sogno...
Se appena potete scappate in piscina o al mare...
Allora non potete perdere l'occasione di praticare questa meravigliosa disciplina.
L'apnea moderna fonda i suoi principi sul benessere e sul rilassamento, è uno sport alla portata di tutti e non solo per i supereroi come si potrebbe pensare.
La preparazione di Umberto Pellizzari
A livello agonistico l'immersione in apnea viene suddivisa in tre categorie:
Quest'ultima categoria presenta un'ulteriore suddivisione:
L'AIDA (Association Internationale pour le Développement de l'Apnée) riconosce 8 discipline per quanto riguarda le competizioni:
L'assetto costante senza pinne viene considerata la disciplina più difficile in quanto la discesa e la conseguente risalita devono essere effettuate con il solo ausilio della propria forza muscolare; non è permesso infatti alcun tipo di equipaggiamento e non è consentito nemmeno sfruttare il cavo. È quindi una disciplina che può essere praticata solamente da apneisti esperti dotati di ottime doti acquatiche e tecniche.
Nell'assetto costante con le pinne, l'apneista può avvalersi dell'ausilio delle pinne o della monopinna; non è consentito, durante la risalita, entrare in contatto con il cavo.
Nella dinamica senza pinne, l'apneista, posizionato orizzontalmente e senza alcun ausilio tranne il movimento delle braccia, deve coprire la massima distanza possibile. Per essere riconosciute ufficialmente, le prestazioni in questa disciplina devono essere effettuate in piscine della lunghezza minima di 25 metri.
Nella dinamica con le pinne l'apneista, posizionato orizzontalmente e con il solo ausilio delle pinne o della monopinna, deve coprire la massima distanza possibile. Non è consentito alcun movimento delle braccia. Per essere riconosciute ufficialmente, le prestazioni in questa disciplina devono essere effettuate in piscine della lunghezza minima di 25 metri.
Nell'apnea statica, lo scopo dell'apneista, che deve immergere l'apparato respiratorio nell'acqua, è quello di trattenere il respiro il più a lungo possibile. Le prestazioni possono svolgersi o in piscina o in acque libere. Fra tutte le discipline riconosciute, l'apnea statica è l'unica che tiene conto del tempo di immersione.
Apnea
L'immersione libera viene effettuata senza alcun tipo di attrezzatura. L'atleta scende e risale utilizzando il cavo. Agli atleti è consentito effettuare la discesa sia a testa in giù sia a testa in su.
Nell'assetto variabile la discesa viene effettuata con l'ausilio di una zavorra (che può pesare al massimo 30 kg); la zavorra viene poi lasciata sul fondo; la risalita può essere effettuata sia con l'aiuto del cavo sia senza.
L'assetto variabile assoluto è la disciplina più pericolosa. L'apneista effettua la discesa con l'ausilio di una zavorra (non vi sono limiti di peso); la risalita viene effettuata generalmente con l'ausilio di un apposito pallone. L'assetto variabile assoluto è la disciplina che consente il raggiungimento delle maggiori profondità.
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