La Giornata dell'Acqua 2020
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Celebrata il 22 marzo scorso, a casa per tutti, la giornata di approfondimento periodico sulle problematiche intorno a questa insostituibile risorsa, istituita dall’Onu già dal 1993 con cadenza annuale.
L’approccio dei lavori svolti in questa giornata è stato alla luce del cambiamento climatico e di quanto questo possa influire sulla sempre più disarmonica distribuzione di tale risorsa generando gravi problemi ai livelli di sussistenza, sanitari ed economici di una vasta porzione di popolazione mondiale.
Infatti circa due miliardi e duecento milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile che a sua volta determina un elevato tasso di mortalità infantile e non solo. L’impegno dei paesi partecipanti è di assicurare entro il 2030 acqua potabile a tutta la popolazione mondiale.
L’acqua ed il cambiamento climatico sono strettamente connessi e dipendenti. Le indicazioni affiorate dai lavori mostrano come l’uso corretto dell’acqua può evitare alluvioni, siccità, scarsità ed inquinamento e di fatto può contribuire a contrastare il cambiamento climatico intervenendo sulla produzione di gas serra.
Una serie di interventi può contribuire a raggiungere i migliori obiettivi. Già oggi sappiamo che le terre umide o le torbiere o le mangrovie assorbono grandi quantità di anidride carbonica dall’aria, Così come possono essere studiate delle nuove formulazioni di produzione agricola, sostenute anche dal riuso delle acque o delle acque piovane opportunamente conservate. Anche lo sviluppo di aree verdi può contribuire, evitando inondazioni ed erosione del suolo, ad un processo circolare altamente virtuoso.
Ma al di là di quanto i governi andranno a fare nel corso di questi dieci anni in materia di politica delle acque, risulta chiaro che ogni singolo abitante della terra ha un ruolo in questo progetto, con particolare riguardo per gli abitanti di quei paesi che hanno consumi sproporzionati rispetto alle effettive necessità e ai bisogni.
Piccoli gesti quotidiani di milioni di persone possono fare la differenza: fare la doccia, spengere gli apparecchi come pc o tv quando non in uso, dare più spazio ad una alimentazione vegetale, ridurre gli sprechi e consumare in modo responsabile, può contribuire in modo significativo a riequilibrare quanto in parte compromesso.
L’Italia non appare essere, alla luce di recenti dati, paese virtuoso. In parte per abitudini conclamate che portano il consumo annuo pro capite a 160 metri cubi l’anno (quasi il triplo della Germania), cui peraltro si aggiungono i consumi di acque minerali (secondi al mondo) ma anche ad una rete idrica nazionale che disperde il 45 % dell’acqua , tre volte tanto la media europea.
E’ augurabile quindi che la gestione dell’acqua, in salde mani pubbliche grazie al referendum del 2011, venga ottimizzata da politiche più coerenti con l’urgenza posta da una risorsa vitale ma seriamente minacciata da sprechi, inquinamento e cattivo uso.
Fabrizio Fattori
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