Parco di San Rossore (PI)

San Rossore è una frazione di Pisa, celebre per la tenuta, in passato proprietà diretta del Presidente della Repubblica, ed oggi, in seguito alla convenzione effettuata tra il Presidente Oscar Luigi Scalfaro e la Regione Toscana.
Storia
Con i primi acquisti dalla Mensa Arcivescovile di Pisa, con requisizioni e soprusi, come spesso accadde per diverse proprietà nel pisano, nel ‘400 la famiglia dei Medici fece il suo ingresso a San Rossore.
Già nel ‘500 il territorio venne organizzato in tenuta, con lo sfruttamento dei boschi e dei pascoli: nei primi del ‘600, San Rossore era così popolata da 1100 capi di bovini ed alcune decine di cavalli bradi.
Antico Monastero di San Lussorio - Da www.parcosanrossore.org
Nel 1622 furono introdotti da Ferdinando II i dromedari che si dimostrarono adatti al clima e furono utilizzati a lungo per il trasporto di carichi su terreno sabbioso. In alcune mappe dell’epoca, è indicato un viale che da Pisa conduceva al mare oltrepassando una zona di cascine (all’altezza delle attuali Cascine Vecchie) in cui alloggiavano il ministro ed alcuni “provvisionati”.
Nel ’700 la tenuta, raggiunta la sua massima estensione, misurava 86332 stiora (circa 4850 ettari) con un perimetro di 20 miglia (circa 33 chilometri); confinava a nord, con il fiume Serchio ed i fossi Femminello e Doppio; ad est, con i fossi posti circa a metà dei prati di Lamapiena e di Campalto (che formavano un dente lungo lo stradone delle cascine) e con il fosso di Confine che separava i terreni di Barbaricina; a sud, con il fiume Arno e ad ovest con la linea di costa.
Pianta Tenuta San Rossore - Da www.ufficiofiumiefossi.it
Sotto Pietro Leopoldo la tenuta viene sottoposta ad un’intensa riorganizzazione basata su interventi di disboscamento e di assetto idraulico, tramite l’esecuzione di colmate per aumentare le pasture. Con l’apertura di una serie di percorsi, fra i quali il viale fra Cascine Vecchie e Cascine Nuove (1778) e la costruzione di nuovi edifici, si inizia a delineare quell’impianto sulla base del quale, nell’800, Leopoldo II e i Savoia organizzeranno la tenuta così come oggi appare.
Nonostante le colmate, alla fine del ‘700, ancora numerosi erano i terreni in condizione totalmente paludosa. L’ambiente era caratterizzato da depressioni umide che si susseguivano all’interno dei boschi con andamento parallelo al mare favorendo la presenza di un’abbondante selvaggina.
San Rossore - Lame (Foto: M. Imbrenda) - Da www.parcosanrossore.org
Turismo
L’accesso principale alla tenuta era rappresentato dal viale delle Cascine, per il quale si giungeva alle Cascine Vecchie attraversando il ponte alle Trombe (così denominato in relazione allo squillo di trombe che segnalava l’arrivo del Granduca o di ospiti importanti in visita alla tenuta e per le battute di caccia). Accesso secondario era costituito dalla via di Barbaricina che conduceva direttamente alla zona delle Cascine Nuove.
A seguito degli interventi voluti dal Granduca, la viabilità all’interno della tenuta era rappresentata da due strade che correvano parallele al mare, distanti circa 3 chilometri l’una dall’altra.
San Rossore - Viale delle Cascine
Collegate da un lungo percorso che tagliava trasversalmente la proprietà, e da una serie di viottoli minori, le cascine comunicavano con la viabilità principale. Caduta la Toscana sotto il domino francese, le “Reali Possessioni” subirono ingenti danni e molti degli animali della tenuta, ad eccezione dei dromedari, furono utilizzati come fonte di sostentamento per alimentare la truppa, o affidati ai soldati come cavalcature, oppure sfruttati come bestie da soma.
Tornati i Lorena al governo della Toscana, si ristrutturarono le Cascine Vecchie e venne costruita la villa reale del Gombo (1829-1830) dove in seguito Gaetano Ceccherini aprì uno stabilimento balneare. La tenuta acquisì un aspetto di rappresentanza e vennero aperti nuovi viali rettilinei che collegavano i centri per le attività economiche: il viale che si snodava fra il ponte alla Sterpaia e la torre Ricciardi; il viale che portava alla Palazzina e Bocca d’Arno partendo da Cascine Nuove, in parte già delineato dai francesi; la via delle Cateratte ed il nuovo tracciato del viale delle Cascine.
San Rossore - Villa Reale del Combo - Da www.parcosanrossore.org
Con l’unità d’Italia il possesso della tenuta passò ai Savoia, i quali ristrutturarono la proprietà a loro “immagine” e fecero costruire, nel 1862 lo stabilimento delle scuderie reali della Sterpaia; ai reali si deve inoltre la ricostruzione delle Cascine Nuove ed il rimodernamento del complesso di San Rossore in stile sabaudo.
Per volontà di Vittorio Emanuele II, si aprì il vione dei Prini e, nel 1864, vennero ceduti terreni della marina a Ceccherini che abbandonò definitivamente lo stabilimento balneare. All’epoca delle bonifiche, con un taglio parallelo al viale del Gombo, fu realizzato il fiume Morto Nuovo, il quale sostituì il tratto terminale del vecchio fiume Morto, non più in grado di accogliere scarichi dalla pianura retrostante.
San Rossore - I boschi e le pinete - Da www.bertok.info
Le Cascine Vecchie rappresentano, adesso, nel Piano Territoriale del Coordinamento, uno dei Centri del Parco e vi si accede tramite il vialone delle Cascine.
Prodotti tipici e di qualità del Parco
I prodotti tipici e di qualità del Parco di San Rossore con la particolare attenzione dedicata alla confezione, ed in particolare all’etichetta, che raffigura un edificio limitrofo alla Villa Medicea contornato da piante di Pino domestico, mettono in risalto lo stretto legame del prodotto con il territorio del Parco.
Ravioli di Mucco Pisano al Ragù
Carne di cinghiale e daino del parco, formaggio al pesto, olio del parco, ragù di mucco pisano.
Cioccolatino “Migliarino” È prodotto amalgamando pinoli e finissimo cioccolato fondente, al latte e bianco, cioccolato al miele di spiaggia, latte di qualità e gelato del parco, crema al pinolo,
Funghi Porcini
All’interno degli estesi boschi del Parco di San Rossore Migliarino Massaciuccoli crescono anche molte specie di funghi, tra i quali spicca sicuramente il Porcino nero (o Moreccio). Il prodotto deve la sua particolarità al fatto di crescere spontaneamente nei boschi del Parco, caratterizzati da particolari condizioni pedoclimatiche.
Funghi porcini del Parco di San Rossore
Il clima e il terreno influiscono sia sulla qualità del prodotto, il cui aroma ricorda quello del sottobosco, sia sulla sua quantità, dal momento che stagioni poco umide e poco piovose ne comportano una minore presenza. Vengono consumati freschi, essiccati o sott’olio.
L'ingresso alla Tenuta di San Rossore è gratuito
Nei giorni festivi la Tenuta è aperta al pubblico limitatamente alle zone di libero accesso appositamente segnalate, con il seguente orario:
• nel periodo Novembre - Marzo dalle 8 alle 17.30
• nel periodo Aprile - Ottobre dalle 8 alle 19.30
Tenuta di-San Rossore - Sterpaia - Foto Archivio Ente Parco
Nei giorni feriali è consentito l’accesso al pubblico con i medesimi orari dei giorni festivi, nell’area della Rotonda, Cascine Vecchie, l’Ippodromo e la Sterpaia. In tale giorni i veicoli a motore dei visitatori potranno entrare solo dalPonte alle Trombe, ed essere lasciati:
• nell’apposito parcheggio attiguo all’area dell’Ippodromo,
• nell’area appositamente segnalata a parcheggio in prossimità del Centro Visitatori della Sterpaia,
• nell’area a servizio del Centro Visite di Cascine Vecchie, antistante la pesa.
• Ai lati della strada, come da prescrizioni sopra indicate, che va dal ponte sul Fiume Morto Nuovo fino alla Sterpaia (non oltrepassando la transenna ubicata in loco).
Tramonto a bocca d'Arno - Da www.parcosanrossore.org
Le autovetture dei soggetti diversamente abili, muniti di apposito contrassegno, possono percorrere la Via del Gombo fino a raggiungere il percorso “Sabrina Bulleri”. Nei giorni festivi possono richiedere, tramite il personale in servizio al Ponte alle Trombe, l’apertura dello sbarramento ubicato sulla Via Del Gombo.
In barca
Il porto di bocca d'Arno
Il porto di Bocca d'Arno è il porto di Pisa, situato nella località balneare di Marina di Pisa, è stato aperto al pubblico il 30 giugno 2013.
Ha un ingresso orientato a sud-ovest e si collega con la grande area nautica esistente sulla riva sinistra dell'Arno dove esistono decine di piccoli rimessaggi che già offrono circa duemila posti barca. Situato nel più grande parco naturale della regione Toscana (quello di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli) e a pochi minuti d'auto dall'aeroporto internazionale “Galileo Galilei”.
Il porto di Pisa
Fin dagli inizi l'idea di impiantare un porto turistico in foce d'Arno ha ricevuto critiche ed è stata oggetto di controversie, a partire da considerazioni di natura ambientale e storica (scarsa profondità dei fondali soggetti ad insabbiamento, vincoli di natura paesaggistica del territorio, abbattimento edifici risalenti ai primi del Novecento, quantità, dimensioni e stile delle nuove costruzioni ecc.) sia da Legambiente che da altri soggetti.
COORDINATE
BOCCA D'ARNO
43°40',80 N 10°16',20 E
PER CONTATTARE IL PORTO
VHF canale 16-20
E-mail: marinadipisa@guardiacostiera.it
Telefono: 050-35922
In copertina le dune e il mre del Paroco di San Rossore foto da www.parcosanrossore.org
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