Sabato 18 novembre alle ore 18.30 al Galata Museo del Mare, si terrà il quinto incontro in blu con Chiara Obino, terza donna più profonda del mondo, una delle pochissime apneiste che fanno parte di quel ristretto club di chi riesce ad immergersi oltre i -100 metri.
L’incontro organizzato nell’ambito della quarta edizione degli Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di mare, rassegna finalizzata a promuovere la cultura del mare nelle sue diverse forme, sarà ad ingresso libero fino ad esaurimento posti. Si consiglia la prenotazione, registrandosi su eventbrite
Gli “Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di Mare”, rassegna ideata e diretta dal giornalista e scrittore Fabio Pozzo, voluta dal Comune di Genova, Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, Genova Cultura Scarl, è realizzata con il contributo di numerosi sponsor e partner al Galata Museo del Mare di Genova.
Dopo aver ascoltato le incredibili storie di Sir Robin Knox-Johnston, le avventure dell'esploratore Ambrogio Fogar attraverso il racconto delle figlie Francesca e Rachele, e dopo essersi fatti ispirare dalla tenacia del CEO del gruppo Sanlorenzo Massimo Perotti e dalla forza inarrestabile di Costanza Musso, Amministratrice Delegata del gruppo Grendi, sabato 18 novembre alle ore 18.30 al Galata Museo del Mare sarà l’occasione per ascoltare la stimolante storia di Chiara Obino.
Lo scorso agosto, a Sharm el-Sheikh in Egitto, durante una gara internazionale, ha raggiunto i -105 metri e, successivamente, i -107, che però non le sono stati omologati perché ha eseguito il protocollo d’uscita con 4 secondi di ritardo. E il mese successivo, ha conquistato il record del mondo in acqua dolce, toccando i -89 metri nelle acque di Riva del Garda, aggiungendo un altro titolo al suo già ricco palmares.
Cagliaritana, medico dentista, madre di due figlie, il marito a capo della sua squadra di sicurezza, Obino è stata una ragazza affascinata dai Maiorca, Mayol, Pipin, Pelizzari. Ma allora non era ancora uno sport per donne e non c’erano scuole di apnea. Quando ha aperto il primo corso, si è iscritta. Era già laureata, aveva già iniziato a fare la dentista.
La prima gara a 30 anni, nel 2006. Sceglie la disciplina regina dell’apnea, quella del tuffo in assetto costante con monopinna. Significa scendere sott’acqua con le proprie forze seguendo un cavo di riferimento al termine del quale c’è un piattello da prendere che indica la profondità da raggiungere. In più, c’è un peso, un collarino di piombo che può essere di 300 grammi come di 1,7 chili e che serve a vincere la spinta positiva della muta durante la discesa, ma che bisogna portare su nella risalita.
Il debutto è bruciato con un blackout, uno svenimento. Ma non si ferma, salvo per accudire il padre e per dare alla luce le figlie. Torna alle competizioni nel 2012, convocata in Nazionale e comincia a macinare titoli nazionali e iridati, nonché record.
Nel 2019, ai Mondiali, raggiunge i -100 metri; nel 2021 i – 104.... Si allena ogni giorno, in palestra e nei weekend in mare, dividendosi tra lo studio medico (ha sette dipendenti) e casa. Tre vite in una. “La donna che sono oggi è il complemento di esperienze di vita diverse, a nessuna delle quali rinuncerei”. Partecipa alle gare d’estate, in ferie. Dice che l’apnea “insegna a lasciare perché, se vuoi riuscire ad andare sott’acqua in maniera bella, connessa, devi lasciare in superficie una grande parte di te, il tuo ego. E amplifica la vita, perché l’intervallo tra i due respiri, che solitamente è un qualcosa di automatico nella normalità, nell’apnea è invece un tempo che si dilata, in cui ti ascolti, ti cali in te stessa ed entri in uno spazio che non c’è”.
Va oltre anche l’età (ha 47 anni). “L’apnea è meno inesorabile rispetto ad altri sport più logoranti, sia come gara sia come allenamento. È una disciplina in cui l’aspetto mentale è predominante rispetto a quello fisico. Io posso contare su una stratificazione di tuffi, un’esperienza maturata negli anni, una conoscenza di me stessa che mi consentono di gestire la performance, di affrontare lo stress e di trovare le strategie e le scorciatoie quando le cose si mettono male meglio di quando avevo vent’anni. Fermo restando che ai miei vent'anni l’apnea non era uno sport per donne”.
Si ricordano i sostenitori della quarta edizione della rassegna: Confindustria Nautica – Salone Nautico Internazionale di Genova e Fincantieri S.p.A. in qualità di main sponsor, Associazione Promotori Musei del Mare, Tarros Group, Marmoinox e Agenzia Generale di Genova Piazza Dante; Hotel Astoria e Associazione Culturale Sintesi sponsor tecnici.
La quarta edizione della rassegna “Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di mare” vanta, inoltre, il patrocinio di: Marina Militare Italiana, Guardia Costiera, Regione Liguria, The Ocean Race, Confindustria Nautica, Assarmatori, Confitarma, One Ocean Foundation, Rai Liguria, FIV, Fondazione Tender to Nave Italia, Yacht Club Italiano, Circolo Velico Caprera, Collegio Nazionale Capitani. Media partner della rassegna Rai Radio 1 con la trasmissione Radio di Bordo, condotta da Raffaele Roselli e in onda in diretta tutti i sabati dalle 11.05 alle 11.30.
Ufficio stampa
Galata Museo del Mare
Eleonora Errico
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