La fine misteriosa dei fratelli Vivaldi
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
Non tutti coloro che hanno solcato i mari nel corso dei secoli alla ricerca di qualcosa di sconosciuto hanno legato i propri nomi a continenti, stretti, passaggi, baie, fiumi, canali, capi, golfi o promontori.
Molti, dimenticati, non hanno fatto più ritorno da quel mondo che tentavano di conoscere, alcuni si sono ammantati di leggende.
Tra questi i fratelli Vivaldi, Ugolino e Vadino, che partiti da Genova nel 1291 avevano come obiettivo di circumnavigare l’Africa e raggiungere le Indie, impresa notoriamente riuscita a Vasco da Gama nel 1498.
Lo scopo ultimo era quello di aprire una via commerciale essendo stata pregiudicata l’esistente dalla caduta di Agri, l’ultima roccaforte cristiana in quelle terre, garanzia dei commerci con il levante.
Finanziati da Tedisio Doria le due galee, Sant’Antonio e, forse, Allegranza imbarcarono circa trecento uomini tra cui chierici e frati, per l’inevitabile evangelizzazione delle popolazioni. Alla probabile altezza delle isole, oggi Canarie, la spedizione fece perdere le sue tracce.
I fratelli genovesi Vivaldi i primi a circumnavigare l'Africa: la loro spedizione raccontata in un inedito manoscritto medievale - Genova 24
Le cronache successive parlarono di naufragio ma anche di un approdo fortunoso in terra Etiope. Galvano Fiamma riporta nella sua “Ystoria Ethiopie” all’interno della sua Cronaca universale, dove, malgrado alcune incongruenze circa la data (1290) di partenza ed il comando della spedizione (Uberto di Savignone), sembra certa la notizia, recata proprio da una ambasceria etiope (1312) a Genova, di ritorno dal regno di Castiglia, della scomparsa della spedizione proprio al comando di Uberto di Savignone, notizia ripresa anche da cronache precedenti.
Successivamente un anonimo riferisce (1390) in un suo trattato geografico di avere notizia dei fratelli Vivaldi che scampati al naufragio vennero portati nella capitale dell’impero abissino e trattenuti in una sorta di dorata prigionia divenendo anche loro sudditi del Prete Gianni, figura leggendaria e totalmente immaginaria.
Nello stesso trattato anonimo viene citato un “Serleoni” con buona probabilità identificato con Ser Leone Vivaldi figlio di Ugolino, rintracciato a Magdasor (oggi Mogadiscio) in cerca del padre.
Un altro contatto con quella sfortunata spedizione venne segnalato da Antonio Usodimare intorno alla metà del XV secolo, descrivendo un incontro con un anziano superstite sulle coste dell’odierno Senegal.
Questo sposterebbe più a sud il luogo del naufragio ma anche il diverso destino degli equipaggi delle galee genovesi.
Fabrizio Fattori
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