Il Giovanni dalle Bande Nere: l'incrociatore mai dimenticato
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
Quel che rimane dell’incrociatore leggero “Giovanni dalle Bande Nere” è stato individuato nelle profondità marine a largo di Stromboli.
I nuovi strumenti di indagine dei fondali in uso alla Marina Militare hanno permesso di localizzarlo con certezza essendo, tra l’altro, nota la posizione dell’affondamento avvenuto nell’aprile 1942 a largo di Stromboli, a causa di due siluri esplosi dal sommergibile inglese “Urge”, che, spezzato lo scafo in più parti, lo aveva affondato in pochi minuti, generando uno dei più tragici episodi della seconda guerra mondiale.
British U class submarine HMSM URGE underway - Royal Navy official photographer - This is photograph FL 3433 from the collections of the Imperial War Museums (collection no. 8308-29)
Per quasi 80 anni è rimasto nascosto ad una profondità media di oltre 1500 metri ed è stato scovato e riconosciuto dal cacciamine “Vieste” solo grazie alle nuove tecniche di scandaglio realizzate con veicoli subacquei estremamente sofisticati (AUV autonomous underwater vehicle).
Generoso protagonista di alcune battaglie navali mediterranee, come la battaglia di punta Stilo (1940), di Capo Spada (1940), della Sirte (1942), l’incrociatore trovò tragica fine per mezzo di quei subdoli strumenti di distruzione che furono e sono i sottomarini, capaci, come in questo caso, di affiorare, non visto, e colpire senza ammettere replica di sorta, coerentemente solo con la logica bellica del momento.
incrociatori Giovanni dalle Bande Nere e Gorizia in missione, 12 febbraio 1942 - Dal sito della marina militare italiana
Molte centinaia furono i morti e questo ne consolidò la memoria nella storia di quegli anni e non solo, ulteriormente avallata dal racconto dell’unico superstite, il fuochista Gino Fabbri che sopravvissuto grazie a quell’insieme di causalità che separano, spesso, la vita dalla morte, ne rimase, comunque, segnato al punto che quell’evento determinò, a distanza di pochi anni, il suo decesso.
Il racconto di qui momenti, raccolti dalla figlia e pubblicati nel 2013, rimandano ad un’esperienza al limite dell’umana sopportazione, dove le esplosioni, il fuoco, l’abbraccio repellente del petrolio fuoriuscito, il suo odore ed il suo sapore e l’angosciata disperazione per la visione della morte dei compagni supererà nel tempo la gioia del salvamento.
A distanza di secoli il destino dell’incrociatore si assimila al destino del capitano di ventura “Giovanni dalle Bande Nere” morto a seguito di un colpo di “falconetto”, primitiva arma da fuoco comparsa sui campi di battaglia del XVI secolo.
Fabrizio Fattori
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