Namib, 1967
SLOOP MARCONI O BERMUDIANO
SLOOP MARCONI O BERMUDIANO
Secondo Cesare Sangermani, che di Namib è stato progettista e costruttore, la barca non ha avuto un passato famoso: è stata di proprietà di un ricco appassionato che l'ha utilizzata nella Giraglia del 1967 con l'intenzione di vincere nella neonata categoria dei 12 mt.; purtroppo la speranza e la voglia non hanno portato a buoni frutti e l'Antares non si è classificata e quindi il suo proprietario è ritornato ai suoi vecchi amori (leggasi barche a vela ben più grosse e costose)".
L'unica traccia di quella (probabilmente) unica regata è una targa di partecipazione che è ancor oggi presente (ripulita e lucidata) nella zona carteggio. La barca è passata di proprietà al genero del ricco primo armatore e poi ad un Orafo di Valenza Po. Nel corso degli anni per incuria e mancanza di amore e passione è andata via via in deperimento.
Nel settembre del 2010 (Luigi Romenghi e Pietro Bianchi) hanno trovato l'annuncio di vendita su Internet. E' stato Amore a prima vista! L'acquisto è stato fatto nel novembre 2010 e il conseguente restauro è iniziato a dicembre. La barca è stata alata presso una darsena sul fiume Magra in quanto di proprietà di amici e soprattutto per il fatto che solo qui mi hanno dato la possibilità di effettuare personalmente buona parte del restauro, e per questo scopo Pietro, che ne è il proprietario mi ha concesso la nominata di armatore. Ho completamente svuotato lo scafo di tutti i suoi componenti: è rimasta a vista l'ossatura, le ordinate e il fasciame.
Un bravo falegname (o come si dice in caso di barche maestro d'ascia) ha completamente rifatto la coperta, ha cambiato una diecina di ordinate (nella parte alta, appena sotto la falchetta), parecchi bagli e sostituito i primi due corsi di fasciame su entrambe i lati, anche lo specchio di poppa è stato rifatto, il tutto rispettando le forme originali. Tutti questi componenti erano praticamente marciti in quanto nel tempo gli ombrinali, essendosi ostruiti, non permettevano lo scarico a mare dell'acqua piovana che inesorabilmente filtrava dalla coperta e inzuppava bagli e ordinate e fasciame.
Tuttavia la barca era in grado di navigare tant'è che da Varazze, dove era ormeggiata al momento dell'acquisto, è stata portata a Spezia a vela. Ho fatto ricromare e lucidare e riverniciare tutti gli interni che erano comunque già in un buon stato di conservazione. Non c'è nessun particolare che non sia originale; penso che solo il rullafiocco sia stato aggiunto forse negli anni 70 (è uno dei primissimi Harken).
Namib è stata varata restaurata e luccicante nell'agosto del 2012. Anche se non ho fatto il conteggio esatto, ho stimato di averci passato su circa 3.000 ore. Un ragazzo della Moldavia è stato il mio unico e valido aiuto per tutto il tempo (il maestro d'ascia ha terminato il suo lavoro nel febbraio del 2011). Ritengo che la barca sia stata fortunata ad aver incontrato noi: probabilmente viste le sue condizioni e la crisi del periodo un restauro "tradizionale" fatto da terzi professionisti avrebbe avuto un costo tale da "spaventare" gli ipotetici nuovi armatori; metro alla mano, poi, si tratta di una piccola "barchetta a vela" dei 12 metri scarsi f.t. se si tolgono gli slanci di prua e poppa e la zona pozzetto e gavoni posteriori, rimane ben poco spazio per gli interni vivibili. Probabilmente avrebbe fatto una fine ingloriosa magari a marcire definitivamente in qualche angolo di un qualche porto.
Il varo della Namib
Quindi, dicevo, una fortuna per lei aver incontrato noi, ma anche (se non di più) fortunati noi ad aver incontrato lei: è stato un piacere e una grande soddisfazione l'averla "curata" e "guarita". E' un onore per me il poter pensare nel mio intimo: "l'ho salvata". E, ciliegina sulla torta, è anche "sopravvissuta" alla esondazione del Magra: parecchie altre barche intorno a lei sono finite in mare o disarcionate dai loro invasi.
Una struttura in muratura che funge da spogliatoi e servizi le ha fatto da scudo e ma l'acqua limacciosa e fangosa del fiume è entrata nello scafo dal foro di scarico !!! L'ha allagata fino sopra alla immaginaria linea del pagliolato (che non c'era) per poi andarsene dal foro medesimo lasciando una spessa crosta di terra. Avevo già montato il serbatoio dell'acqua e tanti altri componenti in sentina e li ho dovuti smontare, pulire e rimontare. Tutta la sentina (e oltre) appena verniciata di bianco è stata pulita, carteggiata e riverniciata. Il rimontaggio e la regolzione dell'armo velico è stato effettuato da Fausto Bugliani, velaio di Carrara, nonché capitano dell'Orion.
Attualmente Namib è ormeggiata alle Grazie presso il Cantiere Valdettaro.
Caratteristiche
Classe | RORC-III Classe |
Tipo armo | Sloop 10/10 |
Progettista | Cesare Sangermani |
Cantiere costruttore | Sangermani |
Cantiere di refitting | in proprio |
Materiale scafo | Legno a fasciame classico |
Porto armamento | LE GRAZIE |
Lunghezza fuori tutto (m) | 11.67 |
Lunghezza in coperta (m) | 11.67 |
Lunghezza al galleggiamento (m) | 0.00 |
Dislocamento di progetto (t) | 0.0 |
Tratto da Vele storiche di Viareggio
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