Spartaco Schergat (1920-1996): un 'Eroe' dimenticato
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
Le guerre sono state, da sempre, scenari di azioni eroiche, in passato esaltate da uno spirito militaresco consono ai tempi. Il mare, a sua volta, ha enfatizzato l’eroismo delle azioni, contribuendo con l’ostilità dei suoi elementi ad amplificarne la portata.
La seconda guerra mondiale è stata testimone di migliaia di atti eroici, in tutti gli schieramenti, a testimonianza di quel valore umano che, per altruismo o senso del dovere, ha prodotto avvenimenti ricordati ancora oggi come epici.
Il sommergibile Scirè
Tra i molti l’impresa di Alessandria d’Egitto ( dicembre 1941) rimane nella storia della Marina Militare come esempio indiscusso di audacia e di valore.
L’azione prevedeva l’avvicinamento a mezzo del sommergibile Scirè, l’ingresso nel porto, presidiato dagli inglesi, di tre Siluri a Lenta Corsa (SLC o maiali), il posizionamento delle cariche esplosive sotto le chiglie di imbarcazioni nemiche alla fonda ed il ritorno degli equipaggi sul sommergibile Zefiro in attesa al largo di Rosetta.
Esemplare di "maiale" della seconda guerra mondiale del tipo detto: "Siluro San Bartolomeo", attualmente esposto al Submarine Museum di Gosport.- Photo by GraemeLeggett at English Wikipedia
I maiali, contrassegnati dalle sigle 221 (De La Penne - Bianchi) 222 (Martellotta - Marino) e 223 (Marceglia - Schergat) portarono, avventurosamente a termine la missione danneggiando gravemente o affondando diverse imbarcazioni (la Queen Elisabeth, la Valiant, la Jervis e la Sagona), consentendo alla Marina Italiana una breve supremazia in mare.
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Spartaco Schergat |
Gli equipaggi vennero, in diversi momenti, catturati e trasferiti nei campi di prigionia inglese da dove vennero rilasciati alla fine del 1944.
A tutti i partecipanti venne riconosciuta, successivamente, la medaglia d’oro al Valor Militare, appuntata sulle loro uniformi dal comandante di una delle navi affondate, e sommatasi ad altre onorificenze, testimonianza di coraggio e sprezzo del pericolo oltre che dell’alto grado di abnegazione e senso del dovere di questi sei marinai.
Gli stessi inglesi ricordarono, nel tempo, questa impresa come epica, per l’audacia ed il valore espresso e malgrado la scarsità di mezzi e i difetti nell’organizzazione.
A guerra finita alcuni rimasero in marina e terminarono la loro carriera tra gli alti gradi, alcuni entrarono in politica, solo il sergente Schergat dovette affrontare le difficoltà di un dopo guerra problematico al punto che, un anno prima della morte, gli venne riconosciuto quanto previsto dalla legge Bacchelli per il proprio sostentamento.
Un riconoscimento postumo, ma di grande prestigio, sarà nel 2021 il varo di un fregata missilistica a suo nome.
Fabrizio Fattori
Leggi anche: Luigi Durand de la Penne. ''Uno straordinario esempio di coraggio e genialità"
In copertina La HMS Queen Elizabeth circondata da reti parasiluri nel porto di Alessandria prima dell'attacco - Foto ADNO 8064 from the collections of the Imperial War Museums
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