Settantanni del ''Marta'' tra follia e determinazione (2 giugno 1954 – 2 giugno 2024)
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
Pensare a Bagni di Lucca riporta a placide acque termali sgorganti nell’appennino tosco emiliano e non, alle se pur poco distanti, acque marine del Tirreno viareggino.
Ma fu in quel luogo che più di settant’anni fa un sogno cullato forse in opposizione all’orrore bellico, Vincenzo Iacopucci e Tullio Campetti decidono l’avventura dell’oceano arrivando, privi di significative esperienze, a costruire un’imbarcazione che li porti lontano dalla loro realtà di sopravvissuti alla guerra appena terminata.
E’ il 1946 e inizia per entrambi il lungo apprendistato di maestri d’ascia con l’ausilio dell’esperienza del Cantiere Gamba di Viareggio e i piani di costruzione di una “Stardella”, imbarcazione da pesca costiera lunga circa 8,70 metri, larga 2,70 con un pescaggio di soli 1,10 metri, con una randa di 22 mq ed un fiocco di circa 12 mq, di certo poco adatta alla navigazione oceanica, ... ma la passione e l’audacia compenserà il gap.
Il cantiere è allestito nelle scuderie granducali di Bagni di Lucca e dopo diversi anni di intenso lavoro l’imbarcazione è portata a Viareggio dove completerà l’armamento sotto la benevola guida della Lega Navale (che le attribuisce il numero di registro 152), della Capitaneria di Porto e della Marina Militare che fornirà la strumentazione necessaria alla navigazione oceanica oltre alle lezioni pratiche del Capitano di Lungo Corso Paolo Orlandi che superato un iniziale scetticismo formerà in breve tempo l’equipaggio all’uso del sestante e della rotta di navigazione.
La partenza, in sordina, avverrà il 2 giugno 1954 dalla darsena Nuova di Viareggio, con un equipaggio di tre persone: Vincenzo Iacopucci, Sergio Caramelli e Franco Rocchi (di Anzio). Tullio Campetti rinunciò a malincuore all’impresa.
Costeggiando arrivarono a superare lo stretto di Gibilterra e raggiungere le Canarie e dalle Isole di capo Verde affronteranno il pieno oceano. Il 29 ottobre attraccano a Recife sulla costa brasiliana dopo 1800 miglia di Atlantico, per poi costeggiarne la costa verso nord.
A Santos Sergio Caramelli rinuncia e viene liquidato della sua quota grazie alla vendita del motore. Le tappe si susseguono: Uraguay, Guyana, Trinidad, Venezuela, Santo Domingo, Haiti, Miami. Le avventure non mancano, interminabili burrasche mettono a dura prova l’imbarcazione che ora naviga con le sole vele.
Un motorino verrà acquistato per un breve tratto (Inland Waterways) di navigazione interna fino a Atlantic City, poi di nuovo l’oceano. Ad aprile del 1956 “Marta” arriva a New York e dopo tre anni di navigazione viene sottoposta ad un approfondito rinnovamento delle dotazioni che risultano più usurate.
A giugno del 1957 riprende il viaggio per toccare le coste portoghesi il 27 luglio, portando così a termine un’impresa epica, che Vincenzo Iacopucci descriverà poeticamente nei suoi “memoires” e che costituirono l’ossatura anche di uno spettacolo teatrale (Il sogno costruito).
L’arrivo a Viareggio, dopo 25.000 miglia è dell’ottobre, dove sono accolti trionfalmente. Un’avventura durata molti anni, dal progetto iniziale alla sua concreta realizzazione, dove la passione e la determinazione l’hanno resa possibile al di là delle incertezze dell’inizio, la scarsezza dei mezzi e lo scetticismo di molti, a testimonianza ulteriore della tenacia della gente di mare.
Fabrizio Fattori
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