Reginald Aubrey Fessenden, la determinazione delle proprie idee
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
La storia è piena di geni incompresi, capaci di avere idee talmente avanzate da non venir comprese da chi, gestendo una qualche forma di potere, si impegna esclusivamente ad osteggiarle.
Collaboratore di Thomas A. Edison si dedicò inizialmente alle comunicazioni radio arrivando ad installare una stazione a Brant Rock sulle coste del Massachusetts, affrontando i primi incompetenti finanziatori in una disputa legale durata decenni che si risolse a suo vantaggio e che gli riconobbe un indennizzo milionario.
Successivamente orientò le sue ricerche approfondendo quanto, ai primi del novecento, era stato fatto nell’ambito della diffusione dei suoni nell’ambiente sottomarino e alla loro interpretazione a fini di misurazione e localizzazione. La tragedia del Titanic lo spinse a migliorare i rilevatori di iceberg fino ad allora ignorati dagli armatori.
Il suo “singing sounder” era in grado di captare il rimbalzo sonoro prodotto dalla massa ghiacciata anticipandone la presenza di alcuni chilometri. Il suo strumento si rivelò efficace anche come sonda dei fondali marini e capace di percepire la presenza non solo di ostacoli fissi ma anche di corpi immersi.
La sua proposta all’ammiragliato inglese non venne valorizzata e mentre l’Inghilterra perdeva quotidianamente decine di navi affondate dai sottomarini tedeschi si vide costretto a ritornare negli USA. Qui la commissione di esperti sui dispositivi sottomarini (S.N.B.S.D.) fece a meno del suo contributo defenestrandolo garbatamente.
Stante le proteste riuscì ad ottenere da un ammiraglio del Navy Sound Committee una prova in mare. Installato, nel ottobre 1917, il suo marchingegno sulla nave “Aylwin” assunse l’impegno di rilevare la rotta di un sottomarino con il solo uso del suo strumento. Cosa che si avverò puntualmente.
Malgrado questo successo, incomprensibilmente, la marina americana non adottò il rilevatore. Queste continue contrapposizioni ebbero termine con il riconoscimento ufficiale della medaglia d’oro del “Radio Institute” nel 1921. Riconoscimento assegnato l’anno prima anche a Guglielmo Marconi. In quell’occasione lo spirito polemico lo spinse a dubitare del valore della medaglia, che date tutte le difficoltà della sua carriera, la ritenne di minor valore rispetto a tutte le medaglie assegnate ad altri.
L’Istituto effettuò verifiche del valore aureo della medaglia e pur confermando i sospetti di Fessenden provò che tutte le medaglie erano fabbricate allo stesso modo e quindi non esistevano “patacche” ovvero il riconoscimento testimoniava a pieno l’apprezzamento per il suo lavoro.
Fabrizio Fattori
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