La grande potenza marinara delle piccole nazioni
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Nel panorama secolare della navigazione commerciale si è portati a riconoscere ruolo primario alle grandi potenze marinare affermatesi nel tempo grazie all’audacia dei loro imprenditori che univano spirito pioneristico, coraggio ed intraprendenza, come la Spagna, il Portogallo, la Francia e la Gran Bretagna.
Ma alcune nazioni, fortemente caratterizzate dalla loro peculiare relazione con il mare, son riuscite, per quanto piccole, ad avere un ruolo di vitale importanza per il commercio marittimo nel suo insieme. Il criterio di valutazione della “potenza navale” di una nazione è la DWT (deadweight tonnage), ovvero il rapporto tra il tonnellaggio di portata lorda e i propri abitanti, o meglio la sua capacità di trasporto per 1000 abitanti. Sulla base di questo criterio nazioni come la Norvegia e la Grecia risultano essere da tempo al vertice della classifica.
La Norvegia impose la sua presenza sulle rotte di intermediazione commerciale nell’area asiatica (Vietnam- Hong Kong – Cina) soprattutto dopo l’apertura di Suez (1869), anche se precedentemente, sotto il dominio svedese, era riuscita a stabilire relazioni consolari con diversi porti asiatici.
I profitti ottenuti dai commerci finanziarono una imponente attività armatoriale che rafforzò la presenza di loro navi in oriente (Cina, Giappone ma anche Russia), ed il loro ruolo neutrale li pose come partner più affidabili rispetto ad altre nazioni più imperialmente aggressive. Anche le imprese dei loro navigatori come Amundsen e Nansen consolidarono ulteriormente il loro valore e la loro reputazione.
Haakon Johan Wallem
Tra le varie figure si distinse Haakon Johan Wallem armatore di Bergen che seppe trarre massimi vantaggi dalle tensioni tra le potenze locali. Durante la guerra russo-giapponese (1905) sostenne l’impegno nipponico ottenendo ricche ricompense che gli permisero di ampliare le sue attività divenendo in breve tempo mediatore navale di tutta l’area asiatica. Le sue attività sopravvissero per molti anni, superando guerre, rivoluzioni e depressioni economiche.
Gli armatori greci, esperti dei commerci mediterranei e del mar nero arrivarono a possedere alla fine del XX secolo la flotta più numerosa in senso assoluto (3250 navi) anche se dissimulate sotto bandiere diverse. Alcune famiglie di Chios svolsero un ruolo primario anche oltre i confini mediterranei.
Anche i greci approfittarono degli sconvolgimenti dovuti alla seconda guerra mondiale che permise loro di occupare spazi lasciati liberi dalle marinerie maggiormente coinvolte dal conflitto e quindi in maggiore difficoltà. Guardare al mare e alle infinite possibilità offerte dai commerci marittimi da parte di una classe imprenditoriale consapevole dell’assenza di altre risorse, consentì a Grecia e Norvegia, di raggiungere obiettivi insperabili in altri settori.
Fabrizio Fattori
In copertina la nave SS Oscar 2 dell'armatore Haakon Johan Wallem fondatore della Wallem & Co
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