Ipposidra: la Ferrovia delle Barche concepita da Carlo Cattaneo
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
I fiumi, da sempre, hanno rappresentato una fonte inesauribile di sviluppo per tutti gli insediamenti umani che si sono installati nelle loro vicinanze.
Risorse idriche, energia, confort, utilità imprescindibile in agricoltura e ovviamente vie d’acqua facilmente percorribili. Per tanto, in molte occasioni, l’uomo ha ampliato la rete fluviale naturale integrandola con canali, dighe e quant’altro potesse recar vantaggio al suo operare.
Il sistema dei navigli milanesi ne è un efficiente esempio. Costruiti nel corso di secoli ed in alcuni casi con il geniale contributo di Leonardo, costituivano la rete di collegamento ai sistemi idrici naturali presenti nell’area lombarda, consentendo la connessione della città con i laghi e i fiumi dell’area.
Lungo il Ticino e del naviglio grande arrivarono, ad esempio, al centro della città i marmi utilizzati per la costruzione del duomo. Queste soluzioni incrementavano il traffico fluviale anche se nulla potevano contro il problema posto dai percorsi a ritroso, cioè quelli che dovevano contrastare le correnti avverse.
Se arrivare a Milano dal lago Maggiore erano sufficienti poche ore il percorso inverso, sino a Sesto Calende richiedeva parecchi giorni ed un notevole impegno fisico tra cavalli da traino ed operai specializzati, i così detti “navalestri”.
Nel 1858 venne realizzata su iniziative di imprenditori locali, tra cui Carlo Cattaneo, una via ferrata lunga diciotto km. circa, con l’obiettivo di abbreviare i tempi di percorrenza del viaggio di ritorno. Le imbarcazioni venivano caricate su vagoni adattati ad accoglierle, spesso riempite di merci varie da scaricare lungo il percorso e trainate da cavalli con tempi intorno alla venti ore.
Opere ingegnose vennero realizzate a completamento della tratta per soluzionare le pendenze e i dislivelli. All’arrivo le imbarcazioni riprendevano la via d’acqua stracariche di merci per un nuovo giro di consegne. Questa iniziativa, dapprima ostacolata dal governo austriaco e successivamente dal malcontento dei “navalestri”, ebbe il suo colpo di grazia dalle prime operatività ferroviarie che assorbirono la maggior parte del traffico merci.
In particolare la linea ferroviaria Milano Sesto Calende, aperta in quegli anni, pose fine definitivamente al trasporto fluviale nell’area ticinese. L’ipposidra, (termine che univa in se cavallo ed acqua o forse anche ferro), aveva funzionato per soli sette anni in piena soddisfazione degli imprenditori, ma si sa il progresso…
Fabrizio Fattori
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