Incrociatore Aurora, una infinita avventura
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Il fato che da millenni contraddistingue il destino degli uomini spesso, con loro, denota il destino delle cose, rendendole immortali agli occhi dell’umanità.
La storia ha riconosciuto un ruolo di primo piano in uno degli eventi più sconvolgenti della storia dei popoli, ad una nave che è assurta a cardine simbolico della rivoluzione russa.
Al momento del varo (1900) venne scelto il nome “Aurora” derivato da un’altra eroica imbarcazione distintasi nelle guerra di Crimea (1856).
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A photo of the cruiser Aurora, now serving as a museum, in St. Petersburg, Russia - Photo Vargher
Durante la disastrosa guerra russo-giapponese (1905) fu l’unica imbarcazione a salvarsi, benché danneggiata, e ritornare in patria al termine del conflitto.
Dopo le riparazioni iniziò un periodo di navigazione come nave scuola per gli equipaggi zaristi. Tra le altre attività fu una delle prime navi a soccorrere le popolazioni di Messina e Reggio Calabria semidistrutte dal terremoto e dal conseguente tsunami del 1908.
Danneggiata a seguito delle missioni cui prese parte nel corso del primo conflitto mondiale fu costretta a soggiornare in cantiere a Pietrogrado per riparazioni e modernizzazione dei suoi armamenti. Il costante contatto con gli operai, esaltati dalle nuove idee rivoluzionarie del bolscevismo, riuscì a contagiare l’equipaggio la cui maggioranza si ammutinò, ribellandosi apertamente al comandante e prendendo il controllo dell’imbarcazione.
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L'incrociatore Aurora trainato da un rimorchiatore, passa attraverso il Ponte del Palazzo, 2014 - Foto Stan Smolin
Questo nel tragico quadro attraversato dalla Russia in quegli anni dove la guerra in costante disfatta si riverberava sulla popolazione stremata dalla fame e dal freddo e totalmente sfiduciata nei confronti della dirigenza imperiale. I successivi eventi misero l’”Aurora” al centro della storia.
Dai suoi cannoni del castello di prua nell’ottobre del 1917 venne sparato, infatti, il colpo che contribuì ad incoraggiare le azioni di assalto e conquista del “Palazzo d’Inverno”, sede simbolica del potere zarista. Gli stessi marinai presero parte alla presa del palazzo imperiale ormai difeso da una sola guarnigione in prevalenza femminile.
I grandi cambiamenti post rivoluzionari videro l’incrociatore messo in disarmo per un lungo periodo per poi essere destinato negli anni successivi (1924-1930) al suo primario destino di nave scuola.
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Lenin prende il potere - Foto da lameziaterme.it
La seconda guerra mondiale le riservò un ruolo nella difesa di Leningrado dove malgrado l’impossibilità a manovrare e semi affondato svolse una non trascurabile attività di difesa della città.
Sottoposto a molteplici restauri, che ristabilirono l’armamento del 1917, oggi fa parte del Museo Navale Centrale dove ostenta due tra le più alte onorificenze del paese: l’”Ordine della Bandiera Rossa” e l’”Ordine della Rivoluzione d’Ottobre”, oltre, naturalmente alla bandiera di Sant’Andrea prestigioso simbolo della Marina sovietica.
Fabrizio Fattori
In copertina l'incrociatore Aurora nel 1903
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