Il Moro, un corsaro a San Diego
Raul Gardini ed il Moro di Venezia
Raul Gardini ed il Moro di Venezia
Storia di vela e di Coppa America, ma anche di un grande uomo di mare e dell'industria. Coraggioso ed intrepido come un vero corsaro, come fu definito a ragione.
Raul Gardini |
Una storia di colpi di mano ed assalti senza tema sia nella finanza che nel mondo elitario della Coppa America ed infine anche di coraggio estremo di fronte alla morte.
La storia di Gardini grande velista inizia nel 1976 con la costruzione del primo maxi italiano quando è già un ricco uomo d'affari della Ferruzzi, con barche prestigiose tutte chiamate "Il Moro di Venezia". La sua apoteosi avviene nella Coppa America a partire dall'edizione del 1988.
Nel 1988 l'America's Cup cambia, viene scelta dai sindacati un nuovo tipo di barche di lunghezza '75 piedi.
Alta tecnologia e spettacolarità: questo è quanto richiesto ai nuovi scafi. Rispetto ai precedenti 12 metri, gli IACC sono il 20% più lunghi, hanno il 66% in più di superficie velica, e sono il 34% più leggeri.
Indubbiamente sono scafi molto innovativi, l'idea è quella di fare una vera formula uno del mare, utilizzando il meglio dei materiali del momento.
Il Moro di venezia
L'esasperazione tecnologica è incoraggiata dalle arie leggere che caratterizzano San Diego dove il vento appunto è piuttosto raro e l'oceano davvero Pacifico.
Il lavoro
Con queste sfide si ritorna ai sindacati con grandi budget per es.appunto quella del Moro di Venezia e quella di America 3 che investono nella regata più di 100 miliardi ciascuna.
Gli sfidanti sono otto. In semifinale arrivano in 4 giapponesi, francesi, neozelandesi e italiani. La finale tra gli sfidanti sarà tra Il Moro ed i Kiwi , con una interessante barca a doppia chiglia di Farr ed un intelligente bombresso per i gennaker (ben oltre i limiti del regolameto) che si giocheranno l'accesso alla finalissima con gli americano di America3.
La finale della Louis Vuitton Cup comincia proprio nel giorno di Pasqua.
Il Moro di Venezia è disegnato dall'argentino German Frers. E' uno scafo rosso, molto bello, col leone dorato di Venezia stupendamente stilizzato sullo scafo e sulle vele. Lo timona lo skipper di San Francisco Paul Cayard, campione mondiale della Star che ha conquistato la completa fiducia di Gardini. Il timoniere americano ha i baffetti ed uno sguardo astuto e vivace.
L'equipaggio di America 3
Con venti leggeri Il Moro vola e sembra imbattibile. Il tifo italiano è alle stelle e si scoprono un sacco di neofiti della vela che seguono alla Tv di notte le avventure della barca di Gardini.
E' omozionante sentire all'alba, mentre il team italiano esce in mare, nella baia di San Diego rieccheggiare le note struggenti della Turandot...
"Nessun dorma!... Nessun dorma!...
Tu pure, o Principessa, nella tua fredda stanza guardi le stelle
che tremano d'amore e di speranza!
Ma il mio mistero è chiuso in me,
il nome mio nessun saprà!
No, no, sulla tua bocca lo dirò, quando la luce splenderà!
Ed il mio bacio scoglierà il silenzio che ti fa mia!
Dilegua, o notte! tramontate, stelle! Tramontate, stelle!
All'alba vincerò! Vincerò! Vincerò!"
I neozelandesi invece guardano il mare, sicuri delle loro scelte e della loro barca. Non cantano alle stelle, ma si allenano e basta, solo efficienza e conoscenza della tecnica della vela. Sono due modi diversi di fare la vela agonistica che si scontrano: la concertezza anglosassone e la passione mediterranea.
America's Cup 1988 - New Zealand
New Zealand è disegnato da Bruce Farr, considerato il numero uno dei progettisti, è timonato da Rod Davis, un espertissimo timoniere statunitense e nel team c'è anche l'astro nascente Russel Coutts.
I Kiwi infilano tre vittorie ad uno e sono ad un passo dalla vittoria, si gareggia al meglio delle nove regate.
Gardini vede la fine di una grande avventura e di tanti soldi spesi inutilmente.
Raoul Gardini sul Moro di venezia
La gloria
Quando la battaglia volge al peggio un vero corsaro tira fuori un colpo a sorpresa e rilancia la sfida, come ad esempio una bagarre legale per dimostrare l'illegalità del bompresso e mettere in crisi l'avversario che aveva tentato di barare.
Da quel momento i neozelandesi vanno veramente in crisi, colpiti sull'orgoglio, le sicurezze dei freddi uomini di mare cadono ed è buio pesto. Non vincono più una regata!
Il Moro di Venezia, clamorosamente recupera la situazione 3-3.
Allora i Kiwi cercano la mossa della disperazione sul 3 a 3 sbarcando addirittura il timoniere sostituendolo con il più giovane Russel Coutts, ma il risultato non cambia. Il Moro è lanciato e vola in finale. Prima barca "non anglosassone" a farlo nell'intera storia della regata.
E' il trionfo di Gardini. Nessuno avrebbe scommesso un cent sul Team italiano ed adesso invece è ad un soffio dalla coppa.
La festa per la vittoria in Vuitton Cup del Moro di Venezia: Cayard stappa lo champagne, alla sua destra Raul Gardin
America 3 del miliardario di Kansas City Bill Koch è la barca "defender" che l'attende in finale. Koch ha al timone il 62enne Harry Buddy Melges, uno dei migliori velisti di sempre, un talento naturale. Due volte campione mondiale nella classe Star, oro nei Soling alle olimpiadi del 1972, il bronzo negli FD nel 1964.
Il Moro di Venezia e America 3 |
Melges è riuscito a battere il timoniere mito dell'America's cup Dennis Conner in casa sua. Il San Diego Y.C. è il circolo del quale è stato Commodore e per cui aveva riconquistato la coppa dagli Australiani. Il regolamento di coppa obbliga il Moro a mantenere la stessa barca, mentre permette, (con assoluta sportività...) ai detentori di poter scegliere la barca all'ultimo minuto.
Disegnate da Doug Peterson, John Reichel e Jim Puig le barche di Koch si rivelano veloci con vento medio forte, mentre il Moro di Venezia è una barca necessariamente all-around con massime performance con i venti leggeri della zona. In condizioni tipiche il favoritissimo sarebbe il Moro. Ma il fato è lì al varco che aspetta il ns. corsaro. Un avventuriero può vincere le imboscate e le battaglie, ma non la guerra!
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Bill Koch |
E così sarà! Per tutta la durata delle selezioni Bill Koch aveva messo in atto il tutto tecnologicamente possibile per spiare i Challenger, assolda sommozzatori per fotografare opere vive e chiglie, circonda i campi di regata con barche stracariche di apparecchiature elettroniche, registra qualsiasi particolare utile alla messa a punto della sua barca. Inascoltate le proteste degli sfidanti.
Solo dopo capiremo che non poteva essere diversamente.
Una perturbazione piomba su San Diego nella settimana della finale, con venti medio forti.
Gli americani l'avevano prevista oppure è solo culo al cubo? America3 nata apposta per quel vento e con volumi di carena diversi, ben immersa in acqua, fenderà con sicurezza le onde mosse della baia di San Diego, mentre il Moro arranca su un mare che non è il suo. Con puntiglio gli italiani strappano una vittoria al foto-finisch in un calo di vento con gli spy mollati in avanti per tagliare il traguardo. Per il resto non ci sarà storia nella sfida: il risultato della finale, al meglio delle 7 regate, sarà di 4 a 1.
Raul Gardini sul Moro di Venezia
Gardini avrà lo stesso un trionfo di pubblicità ed una grande visibilità. La sua foto mentre timona la grande barca rossa sarà sulle prime pagine di tutti i media del mondo.
Ma tutta questa visibilità, in Italia, contrariamente ad ogni logica, sarà altamente controproducente.
Infatti all'orizzonte del manager si stagliano le ombre cupe delle inchieste di "mani pulite" e Il suo impero finanziario crollerà sotto i colpi delle inchieste della magistratura.
Il muro di Berlino è caduto e con esso tutti i vincoli e vantaggi che gli Stati Uniti elargivano e pretendevano dagli alleati. Il mondo degli intrecci tra politica e finanza che aveva imperato in Italia per un quarantennio adesso poteva essere messo a nudo e Gardini che certamente ne faceva parte sarà uno degli agnelli sacrificali probabilmente anche per questa sua grande visibilità.
Un gesto terribile, impulsivo, ma onesto come il personaggio, porrà fine alla sua vita. Verrà trovato morto nella sua casa di Milano, il settecentesco palazzo Belgioioso, il 23 luglio 1993: dalle conversazioni con i suoi legali delle ultime ore, era apparso molto scosso dalla notizia del suicidio nel carcere di San Vittore di Gabriele Cagliari (suo rivale nella vicenda Enimont), ma anche dalla consapevolezza che gli inquirenti puntassero oramai su di lui.
Grazie... anche a te... corsaro!
Tratto da: www.nuke.oversea-uisp.com
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