Friendly Floatees: seguire le papere gialle
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
I “Friendly Floatees” sono animaletti di gomma galleggianti che si mettono nel bagnetto dei bambini per rendere meglio tollerabili le loro abluzioni quotidiane.
Di questi la più nota è la paperella gialla declinata in molteplici livree e divenuta in breve un’icona globale, ma anche i castori rossi, le rane verdi e le tartarughe azzurre godono di buona fama. Prodotte in Cina dalla First Years Inc. ed esportate in tutto il mondo hanno, loro malgrado, contribuito ad approfondire la conoscenza di rilevanti fenomeni ambientali.
All’inizio del 1992 la “Ever Laurel” nave cargo partita da Hong Kong e diretta nello stato di Washington (Usa) fu coinvolta in una tempesta nel Pacifico settentrionale e perse tre dei suoi containers contenenti migliaia di animaletti di gomma.
Affidati alle onde oceaniche questi si rivelarono strumenti essenziali per lo studio delle correnti così come provato dallo studio di due ricercatori che grazie anche al coinvolgimento di centri di ricerca locale e a sistemi di monitoraggio computerizzati riuscirono a raccogliere dati sulla velocità dei venti e delle correnti e ricavarne trend di cambiamnto climatico.
I giocattoli galleggianti si divisero, subito dopo il naufragio, in tre gruppi principali: verso l’Alaska e la Russia, verso l’Oceania , ma anche, e in minor quantità, verso l’Australia, e verso il Cile.
Il percorso intrapreso dalle Friendly Floatees - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Friendly_Floatees_(it).png
C’è da dire che molte andarono ad ingolfare ulteriormente quella sorta di isola di plastica che fluttua nel Pacifico.
Il giro delle correnti aveva portato a varie latitudini i giocattoli in soli pochi mesi, ma gli studi consentirono di prevedere che in pochi anni questi avrebbero raggiunto luoghi remoti e passando dallo stretto di Bering, il mar glaciale artico, il Mare del Nord e l’oceano Atlantico.
Ancora oggi la caccia alle papere gialle continua, sembra che migliaia siano in giro per gli oceani. La ricerca è stata incentivata oltre che dalla curiosità mediatica, anche da una taglia messa dal produttore, che tra l’altro ha innescato il folle collezionismo delle stesse e spinto le loro quotazioni a centinaia di dollari.
La rilevanza sull’evento ha dato luogo inoltre a performance artistiche ed eventi in varie parti del mondo contribuendo così a definire la papera gialla, ribattezzata “Moby Duck”, un’icona globale del nostro secolo, che, va ricordato, al di la dell’aspetto ludico dell’accaduto, contribuisce anch’essa all’inquinamento dei mari.
Fabrizio Fattori
In copertina foto da DEPOSITPHOTOS
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