Colombia: isola di Gorgona, l'Alcatraz latinoamericana
di Andrea Ballerini

di Andrea Ballerini
A 22 miglia dalla costa del dipartimento colombiano di Cauca, sull'oceano Pacifico, si trova l'isola di Gorgona, 26 chilometri quadrati che oggi sono un parco nazionale protetto, ma che fino al 1984 è stata sede di un carcere di massima sicurezza dal quale era impossibile tentare di evadere. Nulla da invidiare alla 'mitica' prigione di Alcatraz.
Quest'isola dell'oceano Pacifico, fu scoperta nel 1542 da un esploratore spagnolo, Diego de Almagro, che la chiamò San Felipe. Tre anni dopo un gruppo di 170 soldati spagnoli la occuparono per recuperare le loro forze dopo una battaglia con gli Incas. Di questi 170 soldati ben 87 morirono per i morsi dei serpenti presenti sull'isola.
Gorgona è raggiungibile dai porti di Guapi e Buenaventura, o in aereo da Cali. Una volta approdato sull'isola, visita le rovine dell'antico carcere - Foto da blog.zingarate.com
I serpenti erano i veri padroni dell'isola, tanto che gli spagnoli decisero di chiamarla Gorgona come la creatura della mitologia greca che aveva i serpenti al posto dei capelli. Alla fine degli anni '50 le autorità colombiane decisero di convertire l'isola in un carcere di massima sicurezza, dal quale proprio a causa delle migliaia di serpenti presenti nell'area, era impossibile evadere.
La prigione di Gorgona fu aperta nel 1960 e funzionò fino al 1984. I prigionieri venivano reclusi in strettissime celle e non avevano nessun tipo di privacy, controllati continuamente dalle guardie, con le quali spesso si scontravano violentemente.
Isola di Gorgona - Resti della colonia penale - Foto da www.bbc.co.uk
Anche Gorgona però può vantare il suo Papillon. Si tratta di Eduardo Muñetón Tamayo, che insieme ad altri due detenuti, è l'unico che sia riuscito a scappare dall'isola, per essere poi ripreso due anni dopo la fuga dopo essersi vantato della sua impresa mentre era coinvolto in una rissa.
Dopo la chiusura del carcere, l'isola è diventata un parco nazionale dove vengono protette le tante specie animali e vegetali.
Una parte dell'isola aveva sofferto di un'importante deforestazione proprio durante gli anni in cui era adibita a colonia penale, ma dopo la sua conversione in parco naturale, la situazione sembra migliorata e la ricca vegetazione si sta riappropriando di tutti gli spazi, comprese le aree del vecchio carcere.
Le strutture nelle quali vivevano le guardie della prigione sono state convertite in complessi turistici e abitazioni per i biologi che vivono a Gorgona per studiare la biodiversità dell'isola.
Andrea Ballerini
In copertina foto di Giovanny Pulido
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