Artemisia una vita per il mare
di Fabrizio Fattori

di Fabrizio Fattori
Considerata la prima donna ammiraglio nella Grecia del V secolo a.C. diviene regina di Alicarnasso (città della Caria, regione dell’Anatolia) reggente di suo figlio Pisindeli. Di madre cretese e di padre persiano si muove sul fragile confine di queste due potenze a lungo in conflitto tra loro.
Di stirpe ellenica ma sotto la sovranità persiana. Il re persiano Serse I le affida parte della flotta riconoscendole le sue qualità di comando, il suo spirito combattivo e la sua abilità di navigante oltre alla smisurata passione per il mare.
Molte le sue presenze al comando della sua flottiglia di cinque trireme, dalla conquista dell’isola di Kos, all’incerta battaglia di capo Artemisio e allo scontro navale di Salamina (480 a.C.) narrato per secoli dai cantori ellenici, in particolare Erodoto che malgrado sia greco ne apprezza le capacità e il coraggio.
Kaulbach, Wilhelm von - Die Seeschlacht bei Salamis - 1868
L’esito, come noto sarà favorevole ai greci di Temistocle, malgrado l’esiguo numero di imbarcazioni, ma con maggiore capacità di manovra negli angusti spazi degli stretti canali che circondano l’isola. Artemisia in fuga sperona e affonda, astutamente, una nave amica e sfugge al suo inseguitore che la ritiene nave greca.
Qualcuno l’accusa di aver cambiato, come in altre occasioni, le insegne da persiane a greche per facilitarsi la fuga. Nessuno reclamerà la taglia di 10.000 dracme posta sulla sua testa. Serse sconfitto, pur nella confusione degli eventi, le riconosce grande valore e le dona un intero corredo da “oplita” avvalorandone il coraggio pari a quello di un vero guerriero. Sembra che nella circostanza abbia pronunciato la frase “…gli uomini diventano donne e donne gli uomini”.
La stima e l’affidabilità del Re era ulteriormente avvalorate dal fatto che Artemisia aveva fortemente sconsigliato di affrontare la flotta greca a Salamina e che con dedizione aveva recuperato il corpo del fratello del Re, Ariabigne, per consentirne le onorevoli funzioni funebri. Ma il mito creatole intorno nei secoli successivi (Fozio IX sec.) narra della sua fine avvenuta per un amore non corrisposto per Dardano, che la spinge a gettarsi in mare dalla rupe dell’isola di Leucade, la sola capace di lenire le pene d’amore anche nell’altra vita.
Fabrizo Fattori
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