Arandora Star: il tragico destino di una nave da crociera
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Tra gli eventi che condizionano la vita degli uomini certamente i più sconvolgenti sono legati ai conflitti bellici, specie quelli che appaiono ingovernabili da scelte personali e dove il subirne passivamente gli esiti li rende oltremodo dolorosi.
Il fato che da sempre condiziona il destino degli uomini, sa raggiungere vette di crudeltà che solo la storia riesce, nel tempo, a rendere accettabile.
Arandora Star 1940
Nella seconda guerra mondiale il gioco delle mutevoli alleanze e degli ingressi differiti nel conflitto ha significato per molti emarginazione e deportazione. Basti pensare ai giapponesi presenti negli Usa dopo Pearl Harbour (7 dicembre 1941), agli italiani in Giappone, dopo l’armistizio, di cui I Maraini hanno lasciato vivido ricordo, e agli italiani nel Regno Unito che dopo l’entrata in guerra dell’Italia (10 giugno 1940) vennero costretti ad una emigrazione coatta verso il Canada in quanto ritenuti spie potenziali.
A questi “nemici” vennero negati tutti i diritti compresi quelli previsti per i prigionieri di guerra sanciti dalla Convenzione di Ginevra e deportati recidendo legami con i loro parenti e affini inglesi.
A questo scopo venne utilizzata la Arandora Star nave da crociera di gran lusso riconvertita con l’obiettivo di trasferire circa 1.500 italiani, tedeschi ed austriaci. Imprudentemente ridipinta di grigio la nave sovraccaricata di uomini ed equipaggio partì alla volta del Canada il 1° luglio 1940 dal porto di Liverpool.
'Arandora Star' and the Donaldson Liner 'Letitia' in Grand Harbour, Valletta - Foto da Prints - Royal Museums Greenwich
Avvistata, dopo un solo giorno di navigazione, da un U-boot U 47 tedesco che ipotizzandone un uso bellico (il colore grigio della nave giocò un ruolo determinante in tale decisione) la silurò ed affondò in poco più di mezzora.
Come spesso è capitato in altri naufragi, le imbarcazioni di salvataggio risultarono insufficienti, e questo determinò la scomparsa di quasi tutti i prigionieri malgrado gli eroici tentativi di porre in sicurezza i superstiti da parte del capitano della Arandora, del comandante della nave canadese arrivata in soccorso e di un ufficiale tedesco prigioniero a bordo, a testimonianza che in mare la solidarietà dovuta prevarica i confini della realtà.
Di questa tragedia, a lungo dimenticata, è stato scritto molto e sono state nel tempo fatte diverse rievocazioni ad iniziativa delle comunità di provenienza dei deceduti italiani e sempre in attesa di scuse ufficiali da parte del Regno unito ad oggi non ancora arrivate.
Fabrizio Fattori
Foto di copertina Arandona Star da WWII Today
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