Alla ricerca della longitudine
di Fabrizio Fattori
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di Fabrizio Fattori
Navigare in mare aperto ha comportato sempre moltissimi rischi. Il conoscere l’esatta posizione confortava i naviganti, ma questo non fu possibile sino alla fine del XVIII secolo.
Gli strumenti presenti sulle navi nei secoli precedenti consentivano di fissare la posizione del sole o delle stelle e definire così la latitudine oltre all’ora del giorno.
Ma identificare la posizione su un meridiano terrestre risultava complicato, malgrado i molteplici tentativi fatti utilizzando le maree, le eclissi lunari o le variazioni dell’ago magnetico, e malgrado le ricche ricompense previste dai vari monarchi spagnoli.
Era chiaro che si sarebbe potuto definire la longitudine confrontando l’orario di un luogo di riferimento (successivamente indicato con Greenwich) con l’orario indicato sulla nave, e calcolare 15 gradi per ogni ora di differenza. Ma per ottenere un orologio affidabile che consentisse tale confronto occorsero secoli.
Tra i metodi escogitati per supplire a questa mancanza, certamente il più fantasioso risultò essere quello basato sulla “polvere di simpatia” o “unguento armario”.
Nel 1600 si credeva che questa sconosciuta sostanza a contatto con il sangue di una ferita avrebbe innescato delle reazioni a catena tali da consentire una rapida guarigione, guarigione che poteva avvenire anche a distanza.
Si pensò così di applicare questo metodo all’obiettivo del calcolo della longitudine, sostituendo l’unguento con una polvere irritante che avrebbe prodotto, anche a distanza, un forte dolore. Concordati gli orari di applicazione dell’unguento, rilevatane la reazione dolorosa, e confrontato il tutto con l’orario di bordo risultava agevole definire il punto del meridiano sul quale si trovava la nave e quindi incrociandolo con il dato della latitudine, ottenere il “punto fisso” o l’esatta posizione dell’imbarcazione.
Naturalmente questo metodo, descritto sul libello “Curious enquiries” del 1688, non venne mai applicato, realisticamente ritenuto irrealizzabile, ma testimonia come nel corso dei secoli fosse sentito fortemente il bisogno di risolvere questa necessità.
Fabrizio Fattori
Foto di copertina: farmacisti barocchi da www.baroque.it
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