La traina d'altura, ovvero, la pesca in alto mare, è sicuramente una delle tecniche più belle ed affascinanti da praticare. Cercare le nostre prede dove il mare è blu cobalto e la terraferma non si vede è una cosa veramente emozionante.
Le incognite possono essere molte e con queste le possibili prede: pesci spada, tonni di branco, lampughe, aguglie imperiali, alletterati, alalunghe ed altro ancora. Ogni volta che parte una o più canne si cerca di immaginare che pesce può essere e, a volte, giudicando lo stridere del mulinello si riesce a capire qual'e' il pesce che è stato ingannato dai nostri artificiali.
La pesca d'altura è una tecnica difficile ed impegnativa, nonché onerosa. Spesso per avere la possibilità di incontrare i pesci in oggetto è necessario percorrere moltissime miglia, anche 30-40, per arrivare sul luogo di pesca. Quindi avere, in primo luogo, una barca con buona autonomia, veloce, in grado di navigare con mare formato, è una cosa assai importante per motivi di sicurezza più che di confort, soprattutto per affrontare un cambiamento improvviso ed inatteso delle condizioni meteomarine.
Oltre a questo bisogna applicare vari accorgimenti tecnici ben diversi dalla traina costiera. Vediamoli da vicino.
La scelta del luogo di pesca
Come sempre, la scelta del luogo di pesca non è casuale. Bisogna, in primis, avere una profonda conoscenza della pesca in generale, per conoscere gli spostamenti dei branchi di piccolo e grande pesce, a seconda delle stagioni. E' utile farsi aiutare dai pescatori professionisti, ai quali possiamo chiedere informazioni utili al riguardo.
Una carta nautica, o un programma di cartografia su PC, ci può aiutare a trovare quei luoghi dove, per la conformazione del fondale, si presume che il pesce stazioni. I grossi salti di fondale, anche se molto profondi, creano delle forti correnti che sviluppano le condizioni ideali per la presenza di pesce. Secche, fosse, zone di forte corrente, canaloni, sono possibili zone di alimentazione, quindi di pesca, di grossi e piccoli predatori.
Come in tutte le tecniche di pesca, la traina d'altura esige un tipo di attrezzatura specifica. Parliamo non solo di attrezzatura esclusiva per la pesca, quale canne, mulinelli, esche, ecc.. ma anche di elettronica e accessori per affrontare una giornata lunga passata a molta distanza da proprio porto di appartenenza.
Canne e mulinelli
In questo tipo di tecnica si ha la possibilità di incontrare i grossi predatori dell'altomare, ma, in generale, pesci che difficilmente superano i 30 chili di peso. In base alla nostra esperienza e sportività, è possibile utilizzare canne di potenza variabile tra le 20 (molti usano anche le 12 libbre, aumentando la sportività ma rendendo molto più difficile un possibile combattimento) e le 50 libbre, meglio se stund up, non solo per esaltare il divertimento offerto da questa tecnica, ma anche per avere più controllo nel recupero del pesce spostandosi nella barca. I passanti delle canne, carrucole o anelli, devono essere di qualità superiore, per evitare l'usura del filo dovuta alle veloci e continue fughe dei pesci che frequentano il mare aperto e sono tutti dei formidabili nuotatori.
I mulinelli da abbinare saranno di pari libraggio (sconsiglio di scendere al di sotto delle 20 libbre), possibilmente con freno a leva.
Inutile dire che l'attrezzatura deve essere di prima qualità, con un occhio di riguardo ai mulinelli, i quali devono possedere eccellenti qualità meccaniche e frizioni di provata fluidità e resistenza.
I divergenti
Lo scopo principale dei divergenti è quello di distanziare il nuoto delle esche dal punto dove è situata la canna da pesca. Questo si fa prevalentemente per avere la possibilità di calare in acqua un numero maggiore di canne da pesca senza che le rispettive lenze interferiscano tra di loro. Secondo lo schema adottato in seguito, è buona norma posizionare i divergenti con una angolazione di 90° rispetto l'asse della barca e inclinati di 45 ° rispetto la superficie del mare.
I divergenti disponibili sul mercato possono essere in acciaio inox, in alluminio o in fibra di vetro o di carbonio. Sulla lunghezza del divergente sono montati 2 o più passanti indispensabili a fare scorrere una sagola al loro interno, chiusa a "loop", sulla quale vanno messe le pinze a sgancio che saranno movimentate dalla base del divergente (quando agganciamo il filo della canna da pesca) fino al suo apice (posizione permanente nell'azione di pesca) proprio come se issassimo una bandiera sulla propria asta.
Sul divergente è possibile montare 1 o 2 pinze a sgancio. Nel caso vengano montate 2 pinze (messe una a metà divergente e l'altra sulla sua estremità), è indispensabile montare 2 sagole chiuse a loop, in modo da far scorrere le due pinze in modo indipendente l'una dall'altra. Questo si fa perché se le due pinze vengono montate sulla stessa sagola, si incontrano difficoltà perché le pinze non possono passare attraverso gli anelli del divergente.
Esistono poi un altro tipo di divergenti: quelli di profondità, ovvero gli affondatori. Questi funzionano in maniera analoga dei classici divergenti, ma agendo non in larghezza ma in profondità. Anche quì la lenza della canna da pesca si aggancia ad una pinza a sgancio situata sul filo dell'affondatore che utilizzerà una zavorra o un affondatore idrodinamico (planner) per affondare il tutto, tramite un grosso mulinello che può essere sia manuale che elettrico.
Sulla bobina dell'affondatore in genere si imbobina un cavo d'acciaio da 150 libbre, ma molti pescatori dicono che il "canto" del cavo d'acciaio che si genera con la resistenza dell'acqua, può infastidire i pesci. In realtà non ci sono prove sugli effetti negativi delle vibrazioni del cavo d'acciaio; si potrebbe pensare addirittura che questo anomalo rumore possa attirare i pesci invece che respingerli. Comunque, c'è chi preferisce montare sulla bobina dell'affondatore del multifibra da 150 libbre, che, oltre a non "cantare", possiede un diametro inferiore che facilita l'affondamento delle zavorre.
In entrambi i tipi di divergenti, quando il pesce mangerà l'esca, il filo della canna si sgancerà dalla pinza e si combatterà a lenza libera senza eventuali ostacoli sulla lenza in oggetto.
Le esche
Finalmente stiamo in un ambiente dove è possibile l'utilizzo di ogni tipo di escha artificiale da mare disponibile sul mercato. Non abbiamo, quindi, limite nell'utilizzo delle nostre esche, sia in termini di tipologia che di dimensione. Piume, minnows, siliconi, octopus, kona head, poppers, e molte altre esche di bizzarra concezione, possono essere tutte valide per arrivare al successo nella traina d'altura. Ovviamente ci sono esche, che a seconda le giornate e il periodo, funzionano più delle altre, ma in via generale sono quasi tutte idonee.
E' però indispensabile ricordare che ogni tipo d'esca ha una velocità ottimale di traina alla quale il movimento è ottimale ma oltre il quale l'artificiale può perdere il corretto assetto e diventare del tutto improduttivo. E' importante tenerne conto nella scelta delle esche da mettere contemporaneamente in pesca.
E' possibile, anzi, è utile, associare alle nostre esche artificiali dei "teaser", ovvero degli oggetti che servono per richiamare i predatori a distanza. Il teaser, a seconda della sua tipologia, si può montare direttamente sulla lenza pescante o separatamente da essa.
L'elettronica
Senza soffermarci nel dettaglio, possiamo dire che anche l'elettronica gioca un ruolo molto importante nella traina d'altura.
Gli strumenti utili sono: il GPS, meglio se un plotter cartografico, in grado di tracciare il percorso eseguito e ripercorrerlo se si sono avuti degli strike; un buon ecoscandaglio, in grado di avere un potente segnale che non si distorga per via delle alte profondità che andremo a sondare (le potenze in questione partono da 1 KW); una radio VHF, indispensabile per la sicurezza in mare, elemento da non trascurare, soprattutto quando siamo a svariate miglia dalla terra; un eventuale telefono satellitare, sempre per la sicurezza in mare, li dove la radio VHF non arriva col segnale; il pilota automatico, che permette di procedere perfettamente con rotta costante e, quando necessario, compiere virate "millimetriche" e, non per ultimo, la comodità di distrarsi in barca ma sempre controllando il mare a 360 gradi per non compromettere la nostra sicurezza e quella degli altri. Il radar, infine, è una sicurezza in più nel caso ci dovessimo imbattere in un banco di nebbia.
Attrezzatura complementare
Tra le attrezzature indispensabili a completare le nostre uscite di pesca possiamo citare: il raffio, necessario a portare a completamento un possibile combattimento con un pesce; la pancera da combattimento, indispensabile per poggiare la canna durante il combattimento; un paio di pinze, per procedere alla slamatura dei pesci pescati; coltelli sfilettatori, per pulire in mare l'eventuale pesce destinato all'uso culinario; un paio di occhiali da sole polarizzati, per proteggere la vista dai raggi solari e per filtrare i riflessi dalla superfice del mare, in modo da controllare a vista la presenza o meno di attività; un binocolo, valido aiuto nella ricerca di attività superficiale da parte dei pesci o anche per seguire i movimenti dei gabbiani e per finire tutte quelle cose che ci servono per passare una intera giornata in mare, come un cappello, la crema solare protettiva, bibite e pranzo al sacco.
La montatura
Ogni pescatore ha il proprio modo di costruire la montatura adatta, spesso tutte valide, quindi non è univoca la modalità della preparazione della stessa. Il modo, con la quale costruiamo la nostra, è il seguente.
Montatura con teaser "Bird"
Sulla lenza madre inserisco questo tipo di teaser, lasciandolo scorrevole e andando a battuta su una girella con moschettone "sampo" (per i modelli piccoli, poichè non hanno anima di acciaio passante per il corpo ma solo 2 anellini avvitati nel teaser) o montandolo fisso (per i modelli medi e grandi, poichè hanno l'anima d'acciaio passante da una parte all'altra del corpo). Al moschettone della girella, a valle del teaser, collegherò il terminale in fluorocarbon, di circa 2 - 2,5 mt. ed alla sua estremità monterò l'artificiale, solitamente una piuma o un kona, oppure anche un minnow. Il minnow va collegato al terminale lasciando un asola che darà più liberta di movimento all'esca stessa. Per il montaggio della piuma vedere le istruzioni seguenti.
La montatura senza teaser è la stessa di cui sopra, omettendo, ovviamente, l'inserimento del teaser sulla lenza madre.
Personalmente utilizziamo canne stund up da 20-30 libbre e da 30-50 libbre. Sulle prime usiamo imbobinare sul mulinello del nylon dello 0,60, con una girella con moschettone sampo da 60 libbre e un terminale in fluorocarbon dello 0,62. Per le canne più pesanti imbobiniamo del filo dello 0,70, con girella con moschettone sampo da 100 libbre e terminale in fluorocarbon dello 0,74.
Gli ami da utilizzare devono essere robusti e a gambo dritto, con punta leggermente rientrante per i tunnidi e con punta dritta per i rostrati; sono da escludere assolutamente i modelli circle hooks.
Una breve parentesi per il corretto montaggio delle piume o degli octopus: far passare il filo nella testina della piuma e inserire nello stesso una serie di perline di plastica colorate che si possono acquistare semplicemente in merceria (le perline servono per distanziare l'amo, in modo da posizionarlo quasi alla fine della piuma); legare l'amo, rigorosamente ad occhiello, possibilmente a gambo dritto e con buone caratteristiche di resistenza, con un'asola, in modo da lasiarlo libero di muoversi. Il corretto montaggio di una piuma è riportato nello schema1 nello schema2.
L'assetto di pesca
Forse quì, entriamo veramente nel cuore della traina d'altura. L'assetto delle nostre esche con il relativo andamento in acqua è le esche in acqua è una cosa fondamentale per il buon esito della battuta di pesca. Soffermiamoci, in primo luogo, a dare un occhiata a come devono procedere le esche, per poi passare alla loro disposizione in acqua.
Nella traina d'altura, spesso, abbiamo a che fare con pesci di branco, di medio-grandi dimensioni e molto veloci. La velocità della barca deve quindi essere non inferiore ai 6 nodi e, in molti casi, è consigliabile andature più veloci, anche fino a 12 nodi
Le esche possono essere trainate a galla (anche fatte "saltellare" sulla superfice dell'acqua, nell'utilizzo di piume e octopus) o affondate con i vari metodi di affondamento (monel, piombi, affondatore ...).
Fatta questa breve premessa, passiamo a vedere la disposizione delle canne in acqua.
Questo link mostra uno schema generale di disposizione delle lenze, che comunque può essere modificato a seconda delle proprie esigenze e gusti e di quelle impostate dall'azione di pesca.
La canna centrale, filata più lontana di tutte, denominata dagli americani "Hong kong" spesso è risultata molto efficace calarla a fondo, filando in acqua 200-250 metri di monel, lavoro che diventa molto più semplice e meno faticoso utilizzando i mulinelli elettrici, preparati appositamente isolando la bobina dalle correnti galvaniche prodotte dall'imbobinamento del monel.
La disposizione delle canne deve essere simmetrica, sia per quanto riguarda la distanza delle esche, che per le esche stesse e eventuali piombature integrate.
Un possibile assetto di traina d'altura (quello da noi preferito) è l'assetto mostrato nell'immagine seguente link (cliccare per ingrandire e vedere i vari punti delle componenti dell'assetto).
Commentiamo il significato di questo schema: come prima cosa c'e' da sottolineare che le canne calate a maggiore distanza sono quelle che vanno messe in acqua per prime. Quindi si comincia da quelle più esterne per poi finire a quelle più interne e per ultimo il teaser a barra centrale.
Sulle canne più esterne, ovvero quelle calate a maggior distanza, come si può notare è inserito un teaser "Bird" (4) a circa 2 - 2,5 metri da un'esca "Bubble jet" (5).
Sulle canne intermedie si possono montare dei minnow (3) che possono essere rapala, yo-zuri o gli straordinari australian ranner della williamson.
Sulle due canne più centrali, quelle più corte, calate ad una decina di metri dalla poppa, montiamo delle piume o octopus (2).
Infine, al centro della scia dei motore, caliamo il teaser a barra (1) a distanza poco inferiore rispetto le canne centrali più corte. Questo teaser ha il solo scopo di simulare un branco di octopus, quindi funge da richiamo. E' possibile, in via straordinaria, motare una pinza a sgancio sull'ultimo octopus centrale del teaser, in modo da aggiungere una ulteriore canna centrale, la quale la sua lenza andrà agganciata sulla pinza a sgancio, con un paio di metri dietro l'esca pescante della canna aggiuntiva.
Ovviamente si possono applicare infinite varianti a questo assetto, cambiandolo a piacimento secondo i propri gusti e necessità del momento.
I teaser
Come primo oggetto esaminiamo il teaser a "Barra", mostrato nella foto qui sotto.
Questo teaser è costituito da una barra d'acciaio, sulla quale sono infilate 6 girelle bloccate su dei manicotti stretti sul tondino d'acciaio. Su ogni girella va collegato uno spezzone di filo (80-100 libbre) sul quale vengono inseriti gli octopus, che dovranno simulare il branco di pesci in fuga. La sesta girella (accoppiata), posizionata centralmente, insieme ad un'altra girella dove c'è lo spezzone di filo centrale con i 4 octopus, serve per collegare la madre lenza, che andrà legata in un punto (ad esempio una bitta) sulla poppa della barca.
Questo teaser di solito si cala centralmente, dietro la scia dei motori, calato con lenza a mano.
Come già accennato in precedenza, è possibile, sull'ultimo octopus centrale, collegare una pinza a sgancio rapido, o eventualmente anche un elastico robusto, che serve per bloccare la lenza di una eventuale canna aggiuntiva calata centralmente subito dietro al teaser. E' possibile anche omettere la pinza a sgancio, calando ugualmente la canna centrale, ma in questa configurazione ci sono leggermente rischi in più di ingarbugliamento della lenza della canna con quella del teaser.
I teaser "Bird", letteralmente "uccello" perchè dotati di due piccole ali, sono dei teaser costruiti dalla boone e vengono prodotto in tre misure: piccolo, medio e grande, in varie colorazioni.
Solitamente questo tipo di teaser si monta sulla lenza madre della canna, posizionandolo a monte della girella alla quale andrà collegato il terminale lungo 2-2,5 mt. E' possibile montare il bird in 2 modi, fisso o scorrevole.
Nel primo caso (per teaser medi e grandi) si aggancia il moschettone della girella, legata alla lenza madre, nell'anellino anteriore del teaser. Nell'anellino posteriore si aggancia il terminale, o direttamente ad esso, o tramite un'altra girella con moschettone, collegata all'anello del teaser, tramite un anellino spaccato di adeguato libraggio.
Nel secondo caso, con lenza scorrevole, (per teaser piccoli) si passa il filo della lenza madre tra gli anellini del bird e poi all'estremità del filo stesso si lega una girella con moschettone, che servirà, oltre che per agganciare il terminale, anche da fermo corsa per il teaser.
In via straordinaria è possibile applicare una variante al teaser piccolo per farlo lavorare da "fisso". Si prende uno spezzone di dacron poco più lungo del teaser e lo si fa passare tra gli anelli del piccolo bird, legando alle sue estremità 2 girelle, di cui quella in coda col moschettone, in modo da poterlo agganciare direttamente alla lenza madre senza che esso ci scorra attraverso.
In commercio, ovviamente, non esistono solo questi due tipi di teaser, ma ne esistono a centinaia. Chi più o chi meno sono tutti altrettanto validi.
L'azione di pesca
Finalmente siamo arrivati alla fase più interessante del nostro viaggio virtuale nella traina d'altura: l'azione di pesca. Descriveremo l'azione di pesca in base allo schema particolare che abbiamo mostrato quì sopra.
Arrivati sul posto, dopo aver sistemato tutte le attrezzature a portata di mano, cominceremo a calare le lenze in acqua.
Facendo riferimento al suddetto schema, caleremo per prime le due canne più larghe con esche più lontane, poi quelle centrali e poi le due più corte. Per ultimo caleremo il teaser centrale a barra. Nel caso si voglia calare la canna centrale a fondo col monel, questa deve essere filata in acqua per prima, e a seguire tutto il resto nella modalità appena descritta.
E' importante che, durante la calata, la barca procedi dritta, in modo da non ingarbugliare le lenze. In questo, e non solo, il pilota automatico si rende molto utile.
In genere si traina a velocità di circa 6-8 nodi, ma nessuno ci vieta di aumentare l'andatura fino a 12 nodi, anzi, in alcune occasioni è bene farlo, dopo aver sostituito le eventuali esche inadatte all'alta velocità.
Una volta entrati in pesca non dobbiamo fare altro che attendere il primo strike. La partenza di una o più canne avviene come un fulmine a ciel sereno, facendoci sobbalzare dalla consolle per via dell'improvvisa e veloce fuga del pesce. La partenza della canna in altura è un momento molto eccitante; bisogna mantenere la calma e soprattutto non bisogna rallentare con la barca, poiché c'è la concreta possibilità di ricevere ulteriori strike sulle canne che ancora stanno a mollo. Dopo aver aspettato qualche decina di secondi si comincia a rallentare (anche nella fase di rallentamento è possibile ricevere altri strike, quindi non avete fretta di togliere le canne). Appena passata questa fase successiva allo strike, si recuperano le altre canne per lasciare spazio all'angler di combattere più comodamente.
In altura i combattimenti sono molto più impegnativi del normale: le profondità in questione sono molto alte e spesso il pesce, nelle partenze in profondità, si trova il campo libero, avendo anche 500-1000 metri di acqua sotto di se. Per questo il consiglio è avere un mulinello molto carico di filo e non eccedere nella leggerezza dell'attrezzatura, che potrebbe compromettere un combattimento a favore del pesce. Solitamente i pesci catturati si aggirano in un range di peso compreso tra i 5 e i 20 kg. L'attrezzatura da noi consigliata sono canne da stund-up 20-30 libbre, armate di mulinelli con freno a leva da 30 libbre e imbobinati con nylon (assolutamente non indicato il multifibra) dello 0,60. E' utile dimensionare la propria attrezzatura dopo avere verificato il pesce presente in zona: se girano tonni over 20 è consigliabile salire di libraggio, viceversa il contrario. Ovviamente poi ognuno, in base ai propri gusti e esperienza, può utilizzare attrezzature più o meno pesanti.
Tornando al combattimento, questo, come dicevamo, è reso più impegnativo dagli alti fondali, quindi bisogna tarare per bene la frizione per non rischiare rotture improvvise ma allo stesso tempo per dare la trazione necessaria per non concedere troppa libertà al pesce. In caso di lunghe fughe è consigliabile aprire gradualmente la frizione, (attenzione, istintivamente saremmo portati a chiuderla per paura esaurire la lenza nel mulinello), poiché aumenta la forza esercitata sulla lenza.
Con un pò d'esperienza sarà possibile riconoscere dal comportamento il pesca che ha abboccato. Ad esempio, l'alalunga dopo la prima fuga non oppone grande resistenza, il tonno rosso tende a puntare il fondo, l'aguglia imperiale e la lampuga restano in superficie e saltano fuori dall'acqua, lo spada fa fughe velocissime in verticale e salta fuori dall'acqua.
Se poi le cose saranno andate come si deve, un colpo di raffio porrà fine al combattimento ed il pesce verrà imbarcato.
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