Consiste nel trainare un’esca in modo da sollecitare l’aggressività dei predatori che, spesso,attaccano l’esca non perchè spinti dalla necessità di nutrirsi, ma per semplice aggressività. L’esca da impiegare sarà simile alle specie che costituiscono la mangianza del predatore cercato. In generale sotto costa si utilizzeranno Cefaletti, Aguglie e pescetti non piu’ grandi di 3 – 4 cm, in altura le esche piu’ redditizie sono gli Scombretti, le Aguglie, i Calamari e tutto il pesce azzurro di piccola taglia.
La resa migliore si ottiene con esche naturali meglio se vive, ma un buon rendimento si ha anche con le eshe artificiali purchè siano di ottima qualità e non presentino difetti nel movimento. L’esca deve essere portata alla profondità e nei luoghi dove abitualmente si trova, in generale nel sottocosta l’esca dovrà essere affondata, in altura deve rimanere piu’ a galla. Questa considerazione porta a dividere la pesca a Traina in due tipi:
La Traina Costiera si svolge sotto costa ed è rivolta alle specie che vivono in basse profondità e, nei periodi di accostamento, alle altre. Puo’ essere praticata tutto l’anno, naturalmente in ogni periodo alla specie adatta. Nella tabella che segue è indicata la stagionalità delle specie principali per la Traina Costiera.
Per quanto riguarda i luoghi la gran parte dei predatori sotto costa frequentano tutto il litorale, con alcune eccezioni:
Spigole: preferiscono le zone intorno alle foci (ricche di Cefaletti) e i fondali con nascondigli (la Spigola caccia appostandosi) cioè rocce, Posidonia e alghe sufficentemente alte. Preferisce profondità fino a 15/20 mt
Dentice: si trova quasi esclusivamente in zone con presenza di formazioni rocciose, anche a grandi profondità.
Tracina: solo su sabbia
La Traina d’altura, il BIG GAME, è rivolta ai grandi migratori e si svolge lungo le rotte di migrazioni che a seconda dei luoghi possono trovarsi anche oltre le 12/16 Nm dalla costa. La Traina d’altura necessita di attrezzature particolarmente robuste e si svolge in superfice con esche prevalentemente artificiali ( Rapala da 7 a 12/14 cm).
Le specie piu’ comuni nei nostri mari sono: Tonnetti, Lampughe, Scombri e Sugheri.
I periodi sono:
Tonnetti: Da Settembre a Novembre/Dicembre
Scombri: Dalla primavera all’autunno
Sugheri: Primavera
LA BARCA
Non deve presentare caratteristiche particolari, e’ sufficente che possa ospitare comodamente il numero di pescatori previsto, infatti potrebbero andare bene anche i piccoli gommoni. La motorizzazione non deve essere eccessiva (le velocita’ di traina e’ da 2 a 4 nodi), anzi un motore troppo potente puo’creare problemi a causa della bassa velocita’ mantenuta per tutto il tempo di traina, per questo motivo sono da preferirsi i 4 tempi, che, rispetto ai 2 tempi, risentono molto meno dell’ingolfamento. I migliori, in assoluto, sono i motori Diesel, che pero’a causa del peso e dell’ingombro non possono essere montati su piccole imbarcazioni, inoltre, esclusi pochi e costosi modelli, sono entrobordo quindi possono essere utilizzati solo su imbarcazioni di almeno 5/6 mt.
Riassumendo l’imbarcazione ideale per la traina costiera ha le seguenti caratteristiche:
Per la traina d’altura e’ necessaria un’imbarcazione in grado di reggere bene il mare anche se mosso (le zone di pesca sono tra 6 e 12/20 miglia) e che possa raggiungere i 12/15 nodi, quindi di lunghezza di almeno 7/8 mt e con motorizzazione da 120/150 hp, sempre Diesel. Naturalmente il motore ausiliario, dato il peso dell’imbarcazione, dovra’ avere una potenza adeguata.
Lo scafo migliore e’ il semi-planante che assicura una stabilita’ sufficente e buona velocita’. In caso si preveda anche turismo nautico e’ piu’ opportuno lo scafo dislocante che a parita’ di dimensioni offre una migliore abitabilita in cabina,purtroppo con prestazioni in velocita inferiori.
LE ATTREZZATURE
Variano in base al tipo di traina e al tipo di pesce che si vuole catturare. Ad esempio per la traina costiera ad occhiate e’ sufficente una canna da bolentino mediamente rigida ed un buon mulinello a tamburo fisso, mentre, sempre per la traina costiera, nel periodo in cui accostano le Palamite o i Pesci Sera, tale attrezzatura sarebbe inadeguata, pertanto ferme restando le linee guida principali ciascuno deve regolarsi in base alle notizie o all’esperienza. Nella tabella che segue riportiamo le attrezzature impiegate normalmente e che sono le piu’ adatte alla traina nelle nostre zone, tenendo conto della varieta di pesce che si puo’ incontrare.
Per le canne il punto principale da osservare e’ la carrucola finale del cimino che, per avere la migliore risposta agli sforzi, deve essere su cuscinetto, mentre il tipo piu’ usuale ne e’ privo. Questa differenza genera in fase di combattimento un notevole attrito che puo’ produrre bloccaggi o mal funzionamenti. Relativamente ai mulinelli sarebbero da preferire quelli a leva in quanto piu’ robusti di quelli a stella e con un funzionamento della frizione decisamente superiore.
I LUOGHI
La traina costiera si svolge prevalentemente in prossimita di promontori rocciosi, dall’immediato sottocosta a distanze solitamente inferiori a 1 o 2 Nm, cioe’ fino a batimetriche di -10/-20 mt, ad esclusione della traina ai Serra ed alle Tracine che avviene di preferenza in zone sabbiose o fangose. La velocita di traina e’ tra 1 e 3 nodi. La traina d’altura avviene in mare aperto, di solito oltre le 6 Nm ed essendo indirizzata a pesci migratori, quindi in continuo spostamento, non esistono indicazioni di massima, si puo’ solo cercare di individuare dove si trova la mangianza (in prevalenza Sarde e Alici), da notizie, dalla presenza di altre imbarcazioni o meglio dal volo dei Gabbiani in caccia. Individuata la zona si esplora per 2/4 Nm a varie batimentriche, partendo da circa -70 mt fino a -100/-110 mt. La velocita di traina e’ intorno a 4/5 nodi. Indicazioni dettagliate dei luoghi, delle esche e dei metodi di pesca sono riportate nelle pagine relative a ciascun tipo di traina.
Nella tabella che segue sono riportate le principali caratteristiche di ciascun tipo di traina e le principali prede in funzione delle stagioni.
LE ESCHE
Le esche utilizzate per la traina sono:
Naturali vive
Costituite da piccoli pesci (8/10 cm), principalmente Cefaletti ed Aguglie sono l’esca piu’ produttiva. Per la difficoltà’ nel loro reperimento (generalmente non si trovano in commercio) e per le difficolta’ di conservazione (occorre una vasca per il vivo provvista di ossigenatore) sono utilizzate solo per prede che non attaccano gli artificiali (Dentici, grandi Serra). L’innesco, (come da figura) utilizza due ami. Il primo trainante inserito sulla bocca, con la punta rivolta verso l’alto, il secondo ferrante inserito verso la coda, con la punta che fuoriesce poco dietro il foro anale (verso la coda). La durata in vita dell’esca e’ molto limitata e deve essere utilizzata ad una velocita di traina bassissima, simile a quella che si tiene con una barca a remi.
Naturali morte
Per alcuni pesci, ad esempio i Serra, le esche naturali morte sono una valida alternativa a quelle vive, con un rendimento quasi simile. L’innesco si puo’ fare come per il vivo, cioe’ per linee esterne (il filo dell’amo ferrante corre esternamente lungo l’esca) o, meglio, per linee interne (come da figura), in questo caso il filo e’ montato, con un apposito ago di acciaio, all’interno dell’esca.
Per l’Aguglia innescata internamente non e’ necessario l’amo trainante ,si puo’ bloccare il filo (proveniente dal’amo pescante) inserendo un piccolo pallino di piombo all’interno della bocca e legando il becco (lungo cui scorre la lenza) con filo da cucito o con un tubicino di plastica. Il piombino e’ necessario per evitare di scaricare lo sforzo di trazione, che si genare in traina, sull’amo causandone lo scorrimento con conseguente distruzione dell’esca. Questo tipo di esca si puo’ conservare surgelata (per i Serra sembrano essere preferite le Aguglie con diversi ricongelamenti) e si possono trovare gia’ pronte nei negozi di pesca ,certo a Dentici o Ricciole non hanno la stessa resa del vivo.
ESCHE
Naturali
Aguglie, Cefaletti, Seppie, Occhiate. Le Aguglie principalmente per i Serra (traina costiera), le Seppie per Tonni e Spada (traina d’altura). Sarde e Alici andrebbero benissimo, ma data la fragilita delle loro carni sono difficili da innescare e si rovinano immediatamente.
Artificiali
Quelli che potrebbero fornire i migliori risultati sono i pesci finti, i cucchiaini dotati di penna e i polipetti in silicone. In generale i pescetti (minnows) vanno montati senza girella (potrebbere compromettere la naturalezza dei movimenti), mentre per i cucchiaini la girella e’ necessaria per il loro corretto funzionamento e per evitare attorciliamenti della lenza.
LA TECNICA DI TRAINA
Assetto di traina
Nella figura e’ schematizzato l’assetto completo di traina. Per la presenza di 5 canne richiede l’uso degli Outriggers (in figura indicati D1 e D2) per portare le lenze delle canne montate piu’ verso prua (in figura c1 e c2) lontano dall’imbarcazione e quindi dalle altre lenze. L’outrigger e’ costituito da una canna di lunghezza tra 3,5 e 5 mt, sprovvista di mulinello ed ancorata alla barca con un sistema a cerniera che ne consente la rotazione da verticale (posizione di riposo) ad orizzontale (posizione in traina di massimo allontanamento delle lenze). Alla sommita’ e’ corredata da un sistema di sgancio rapido in cui viene montata la lenza pescante. All’abboccata la lenza si sgancia e rende indipendente la corrispondente canna da traina. Nella traina ai grandi migratori (tonni, s pada, lampughe) gli outriggers sono utilizzati per sostenere lenze senza ami e con diverse esche artificali (teaser) che hanno solo il compito di richiamare i pesci e che, al momento opportuno, vengono tirate a bordo lasciando in acqua solo la traina armata.
La traina con i “Teasers” (letteralmente “stuzzicatori”) e’ molto praticata nei mari in cui si incontrano grandi migratori che cacciano a galla. Nei nostri mari questa tecnica, molto appassionante, e’ limitata a poche specie e a brevi periodi dell’anno. La zona migliore e’ lo stretto di Sicilia dove si possono incontrare Pesci Spada (molto difficili da catturare a traina) e le Aguglie Imperiali che hanno aspetto e comportamento simile a quello degli esotici Marlin, tanto da essere chiamate Marlin del Mediterraneo. La traina con l’assetto completo, e’ particolarmente impegnativa per il pericolo di ingarbugliare le lenze e, praticamente costringe a tenere una rotta pressoche’ rettilinea o a recuperare tutte le traine ogni volta che occorre virare.
In altre parole e’ utilizzabile solo per la traina d’altura dove gli spazi sono completamente aperti e non e’ necessario compiere virate molto strette. In generale per ridurre questo problema e’ opportuno che le lenze piu’ affondate siano le piu’ vicine. Ad esempio, in figura, la lenza che traina piu’ a fondo e’ la c5, seguita da c4 e dalla c3 che e’ la piu’ a galla. Le eventuali traine montate con gli outriggers o sono teaser (solo di richiamo) o, se armate, trainano a galla. Del tutto diverso e’ l’assetto per la traina costiera. Questo tipo di taina si svolge il zone alquanto circoscritte (rilievi,scogli sommersi,dintorni dei porti, foci dei corsi d’acqua) quindi in numerosa compagnia di altre barche in traina. Sicuramente non si possono utilizzare 5 traine, e a volte, anche 3 sono eccessive. Comunque rimane valido il principio di mettere piu’ vicine le traine che pescano piu’ a fondo, eseguire virate molto larghe che, pero’, ci faranno perdere minuti preziosi) e non attraversare la rotta delle altre imbarcazioni in traina a distanze inferiori a 80/100 mt.
Velocità di traina
La velocita’ di traina dipende principalmente dalla specie che vogliamo pescare e dal tipo di esca utilizzata. Nella tabella sottostante sono riportate le velocita’ di traina in funzione della spece e dell’esca utilizzata.
Tenendo presente che:
Affondamento delle esche
Nella pesca a Traina una delle difficolta maggiori e’ nell’affondare le esche. In particolare per le Spigole e’ necessario portare l’esca in prossimita del fondo e, non potendo scendere a velocita inferiore a 2,5/3 nodi alle quali le esche artificiali perdono la loro funzionalita’, occorre utilizzare un sistema di affondamento molto efficente.
I metodi piu’ utilizzati per affondare le esche sono:
La palla di cannone
Normalmente utilizzata per velocità di traina molto basse, consente un notevole affondamento e richiede l’uso di un sistema di recupero manuale o elettrico e dello scandaglio per sollevarla in corrispondenza delle variazioni del fondale. L’uso di affondatore a palla di cannone e’ tipico della pesca a Traina lenta con esca naturale viva per le Spigole. Questo metodo, nella stagione invernale, quando le Spigole si spostano a maggiore profondita’ (-10/-30 mt), e’ molto produttivo purche’ si porti l’esca quasi a contatto con il fondo in zone di scogli sparsi, quindi richiede un notevole affondamento dell’esca in presenza di ostacoli con conseguente pericolo di incaglio.
La palla di cannone e’ realizzata con una sfera di piombo (3/5 Kg), munita di due occhielli e di una piccola deriva che limita la torsione del cavo di sostegno. Al primo occhiello, montato sulla parte superiore della sfera, si aggancia il cavetto che la collega alla barca (ad un salpabolentino, figura a lato, o ad un qualsiasi sistema di recupero). Al secondo occhiello e’ montata una “pinza di sgancio”, alla quale viene collegata la lenza. Come ordine di grandezza una palla da 3 Kg, alla velocita’ di 3 nodi, affonda di circa 10 mt, alla stessa velocita’ per affondare intorno a 20 mt occorre una palla da 5 Kg. Se, come esca, si utilizza un minnow, che ha un affondamento proprio di alcuni metri, si possono raggiungere, rispettivamente i -13/-15 mt (palla da 3 Kg) e -22/-25 mt per la palla da 5 Kg. Si tratta comunque di ordini di grandezza molto dipendenti dalla corrente.
L’impiego e’ piuttosto macchinoso e si corre il rischio di impigliare l’elica o di colpire, con la sfera, uno scoglio sommerso. Per evitare di incagliare accorre procedere verificando costantemente il fondale con l’ecoscandaglio e sollevare il piombo quando si presenta un’ostacolo. Questa manovra, che descrittivamente sembra semplice, in realta’ richiede la presenza di due persone (una alla guida, l’altra al sistema di sollevamento) e un buon coordinamento nei movimenti. Infatti lo scandaglio e’ normalmente montato a poppa, molto vicino alla zona in cui si trovano il cavetto della palla di cannone e la canna pescante (disegno a lato), quindi tra l’individuazione di un ostacolo e il momento in cui lo incontra il piombo passa poco tempo, con il rischio di non riuscire a recuperare a sufficenza.
In realta’ durante la traina, per effetto della spinta idrodinamica, la palla di cannone non e’ perpendicolare ma arretrata di una quantita’ dipendente dalla velocita’ di traina (L nella figura a lato) che, anche a velocita’ molto basse, lascia il tempo per sollevare il piombo. La situazione e’ schematizzata nella figura a lato, in cui e’ anche riportata la segnalazione di allarme sulla profondita’ (H) fornita dallo scandaglio (la funzione di allarme per acqua bassa e acqua alta e’ presente in tutti gli scandagli sia come segnalazione grafica che allarme acustico) molto utile per evitare di controllare costantantemente l’andamento del fondale.
Piombi ad attacco rapido.
Costituito da un piombo fusiforme, dotato di due mollette in plastica. Il montaggio avviene semplicemente inserendo la lenza all’interno delle mollette (vedi figura). Come ordine di grandezza,per un piombo da 100 gr, alla velocita’ di 3 nodi l’affondamento e’ circa 5 mt, ai quali sono da aggiungere quelli dovuti all’esca.
Piombo guardiano
Si tratta di un piombo di forma sferica o conica collegato alla lenza con uno spezzone di filo piu’ sottile. L’affondamento e’ uguale ai tipi precedenti. Questa soluzione offre il vantaggio di avere il piombo piu’ basso dell’esca. In caso di urto con ostacoli sommersi si rompe il filo di collegamento del piombo, l’esca si solleva e, a volte, si salva. Durante il recupero basta tagliare il filo, naturalmente facendo in modo che il piombo cada nella barca, per avere la lenza libera. E’ un metodo che ha trovato larga diffusione nel passato,quando solo poche imbarcazioni erano dotate di ecoscandaglio per il rilevamento degli ostacoli.
Affondatore idrodinamico
L’affondatore idrodinamico e’ un piccolo oggetto in plastica, a forma simile ad una sorta di cucchiaio che, per effetto della spinta dell’acqua tende ad affondare. E’ munito di due occhielli, al primo viene collegata la cimetta di traino, al secondo, tramite pinza di sgancio, la lenza. L’affondamento e’ molto limitato, dell’ordine di alcuni metri, e non funziona correttamente a velocita’ oltre i 3,5/4 nodi.
Monel
Il monel e’ un filo metallico che ha la proprieta’ di potersi avvolgere e, successivamente distendere, similmente ad una lenza di nylon. Essendo metallo ha un peso specifico che gli conferisce un certo affondamento, come ordine di grandezza, a 3 nodi, affonda di circa 1 mt ogni 10 metri calati in acqua (quindi per arrivare a -20 mt occore calare in acqua 200 mt di lenza in monel). Inoltre e’ soggetto a piegature difficili da eliminare (esiste in commercio una specie di morsetta a mano che consente di eliminarle).
Monofilo con anima piombata
Ha caratteristiche simili al monel, ma con affondamento circa meta’ (a 3 nodi 0,5 mt di affondamento ogni 10 mt calati in acqua).
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