La macchia mediterranea
Vegetazione tipica della costa mediterranea
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Vegetazione tipica della costa mediterranea
Col termine di macchia mediterranea viene indicata la fitta boscaglia, tipica delle regioni mediterranee costiere, formata da alberi con portamento arbustivo in prevalenza sempreverdi.
Il concetto di macchia è tratto dalla parola corsa "Maquis" con la quale viene designata la grande fitta boscaglia, spesso impenetrabile, in cui dominano l'erica arborea e il corbezzolo.
Corsica - Il Maquis di Balagne
Quando le piante raggiungono i 2/3 metri di altezza si parla di " macchia alta ", quando lo sviluppo degli arbusti non supera i 2 metri è chiamata " macchia bassa ". La macchia è uno dei principali ecosistemi mediterranei. È una formazione vegetale arbustiva costituita tipicamente da specie sclerofille, cioè con foglie persistenti poco ampie, coriacee e lucide, di altezza media variabile dai 50 cm ai 4 metri e spesso si tratta di formazioni di degradazione della foresta mediterranea.
La macchia mediterranea propriamente detta non va confusa con altre formazioni arbustive degli ambienti mediterranei, in particolare la Gariga, costituita da arbusti in genere di minore taglia. Scientificamente le macchie rientrano nella classe Quercetea ilicis, mentre le garighe afferiscono ad altre classi, come Rosmarinetea officinalis (rosmarino) e Cisto-Lavanduletea (lavanda). Dal punto di vista dinamico ed ecologico le garighe rappresentano prodotti di estrema degradazione delle macchie e crescono su suoli pietrosi.
Isole Tremiti - Gariga che occupa il pianoro di San Nicola - di cappellaccio
Le macchie mediterranee si possono diversificare per composizione floristica e sviluppo strutturale:
nella macchia alta la vegetazione dello strato superiore è prevalentemente composta da specie a portamento quasi arboreo, con chiome che raggiungono i 4 metri d'altezza. In questa macchia sono rappresentative le specie del genere Quercus (leccio e sughera), quelle del genere Phillyrea (ilatro e ilatro sottile), ed inoltre Arbutus unedo, cioè il corbezzolo, alcune specie del genere Juniperus (in particolare Ginepro rosso), il lentisco e altre di minore diffusione.
Queste macchie in certi casi possono evolvere verso il climax della foresta mediterranea sempreverde.
Nella macchia bassa invece la vegetazione dello strato superiore è prevalentemente composta da specie a portamento arbustivo, con chiome che raggiungono al massimo i 2-3 metri d'altezza.
Il Lentisco - Foto di Ettore Balocchi
Nella composizione floristica possono entrare specie delle garighe, come l'euforbia arborea, le ginestre e altre cespugliose quali i cisti e il rosmarino. Questa macchia in realtà è una forma di passaggio alla vegetazione di gariga.
La macchia mediterranea presenta una distribuzione prevalente nelle zone caldo-aride, caratterizzate da inverni miti e umidi ed estati calde ed aride, con scarse precipitazioni. Ad effetto di tali condizioni, specie fra gli arbusti, ed in generale, è diffuso il fenomeno della estivazione totale o parziale, cioè le piante concentrano la fase di maggiore vegetazione in inverno o in primavera, mentre sono in parziale o totale stasi vegetativa in estate.
il Rosmarino
La maggior parte delle zone di macchia mediterranea si sviluppa sui declivi con suolo poco profondo e soggetto a un rapido drenaggio, su cui le formazioni della macchia svolgono una funzione importantissima di difesa del suolo dalla erosione da parte degli agenti atmosferici, assicurando un'efficace regolamentazione idrogeologica. Costituisce un esempio di microambiente, fornendo nutrimento e riparo a insetti, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.
La macchia rappresenta un potenziale stadio di evoluzione verso la formazione forestale della lecceta, la più tipica delle foreste mediterranee.Fanno parte della macchia mediterranea diverse specie accomunate da alcune caratteristiche (crescita bassa, fusti resistenti, foglie rigide e coriacee) che le rendono capaci di tollerare i venti salmastri che soffiano dal mare.
Lecceta di Torino di Sangro (CH)
La foresta mediterranea è una fitocenosi che storicamente ha subito uno sfruttamento antropico molto elevato; per questo ora la si ritrova soprattutto allo stato di macchia alta (< di 500 ceppaie/ha).
L'eccessivo sfruttamento delle ceppaie di leccio (ottima legna da carbone), la necessità di pascoli e di campi da arare, sono le cause alla base di questo degrado. La selvicoltura di questa fascia vegetazionale, non può che essere costituita da una selvicoltura di prevenzione e tutela; è impossibile pensare ad uno sfruttamento ai fini produttivi.
Un'antica ceppaia da cui si sono "originati" diversi alberi - Da torredellestelle.blog.tiscali.it
E’ tipica delle terre che si affacciano sul Mar Mediterraneo, oltre che sull'Atlantico, in Marocco e nella parte atlantica della Penisola iberica meridionale. Formazioni arbustive o arborescenti simili per aspetto a delle macchie, costituite cioè da sclerofille, ma del tutto diverse come specie, si trovano in altre regioni della Terra caratterizzate da condizioni climatiche simili a quelle mediterranee.
Prendono nomi diversi: “caparra” in California, “fynbos"” in Sudafrica, "mallee" nell'Australia meridionale, mentre in Cile si usa un termine utilizzato anche in Spagna: ("matorral").
Matorral subtropicale di León in Spagna
Queste cinque zone ricoprono appena il 2% della superficie delle terre emerse del pianeta ma ospitano oltre il 20% delle specie del pianeta, rappresentando una riserva di biodiversità.
In copertina Foto di Gerhard G. da Pixabay
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