Giovanni Ajmone Cat: Passione e Avventura
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Andare per mare presuppone sempre un grande amore per questo elemento che per sua natura grande spazio concede alle fantasie più avventurose, anche alle più estreme.
Ajmone Cat apprende giovanissimo l’arte di navigare a vela latina nelle acque di Anzio sotto la esperta tutela del capobarca locale Paolo Martino ed a questa sua capacità lega il progetto, mai riuscito sino ad allora, di portare in Antartide la bandiera italiana.
Spedizione Antartica Scientifica italiana 73/74 - Equipaggio San Giuseppe Due - Da SX Tito Mancini- Mario Camilli- Giovanni Ajmone Cat- Giovanni Federici-Giancarlo Fede
Il cantiere Palomba di Torre del Greco, asseconda in tempi brevi, questa sua idea e vara nell’agosto del 1968 il “San Giuseppe due”, una feluca di circa 16 metri per 35 ton, armata con due vele latine, fiocco, controfiocco e scopamare per una superficie velica di circa 120 mq. Costruita con i migliori legni marini, dotata di una prua rinforzata in acciaio e con un volvo penta da 120 cv a provvidenziale sostegno.
Dopo le dovute prove in mare il 27 giugno 1969 il “San Giuseppe due” lascia il porto di Anzio destinazione Antartide raggiunta dopo sei mesi di navigazione, parecchi scali e non poche traversie tecniche relazionali. I suoi compagni di viaggio, approdati a terra si rendono indisponibili ad effettuare il viaggio di ritorno, preferendo un meno precario mezzo di trasporto.
Il San Giuseppe due in arrivo da Anzio
Ajmone Cat, grazie al sostegno organizzativo gestito in patria dalla madre, Donna Carlangela Durini, e alla Marina Militare, ricompone un nuovo equipaggio e rientra in Italia approdando ad Anzio il 21 novembre 1971, lasciando per la prima volta il tricolore sul pack antartico ad onore della marineria italiana tutta ed in particolare di Giacomo Bove sfortunato sognatore del secolo precedente.
Ma Ajmone Cat non si ritiene appagato da questa prima esperienza malgrado i rilevanti risultati tecnico scientifici riportati che gli valsero nel tempo riconoscimenti quali una medaglia d’oro al valor militare e l’intestazione geografica di un lago di formazione vulcanica in prossimità della baia di Deception Islands nelle Shetland meridionali ( Ajmone Cat lake) e fatte apportare dal cantiere Palomba le opportune migliorie all’imbarcazione riprende la via dell’Antartide il primo luglio 1973 con un equipaggio di esperti marinai militari.
Il San Giuseppe due in Antartide
Anche questa traversata non fu priva di traversie, tutte brillantemente risolte fino al compimento della missione nel gennaio 1974 per riprendere poco dopo la via del ritorno. Ritorno compiuto in parte con il solo ausilio delle vele e terminato di nuovo ad Anzio nel giugno dello stesso anno, dopo un viaggio di più di 20.000 miglia.
La raccolta della spedizione, denominata “Ancora sottozero” è stata oggetto di mostre in varie città di mare suscitando ovunque interesse ed apprezzamento consolidando la notorietà di un’impresa frutto di vera passione marinara e di genuina curiosità scientifica.
Il Museo della Marineria ad Anzio
Il battello originale è al momento conservato presso il Museo Tecnico Navale di La Spezia e spesso viene posto al centro di approfondimenti e studi.
Un piccolo museo ad Anzio, realizzato con l’impegno e la costanza di Andrea Cafà, raccoglie un modello in scala 1:10 del San Giuseppe Due del modellista Luigi Ardito ed è in esposizione permanente nella sala del MUMA, insieme alla ricca raccolta fotografica sulle imprese esplorative di quei mari.
Il Museo della Marineria Anzio su Facebook
Fabrizio Fattori
In copertina: a Torre del Greco ultimo restauro per il San Giuseppe Due nel 2002 Giuseppe Palomba e Giovanni Ajmone Cat
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