Il Viaggio di Annone
Un grande navigatore trascurato
Un grande navigatore trascurato
Annone il Navigatore, vissuto presumbilmente tra il 633 a.C. e il 530 a.C., è forse uno dei più grandi navigatori che il mondo abbia mai conosciuto assolutamente trascurato.
Venne inviato con una flotta (60 pentecòntori) e molte migliaia di coloni (30.000 tra uomini e donne) a fondare o ripopolare sette città cartaginesi sulla costa atlantica del Marocco. Esplorò anche la costa atlantica dell'Africa, giungendo, probabilmente, nel Golfo di Guinea. La sua figura, secondo alcuni storici, andrebbe collocata tra il 633 a.C. e il 530 a.C., secondo altri nel V secolo a.C.
Prime esplorazioni
Annone sembra aver annotato un resoconto del suo viaggio su una tavoletta che sarebbe stata appesa al suo ritorno nel tempio del dio Ba‘al Ammon (identificato dai greci con Crono). Si è supposto, anche se la cosa è controversa, che un testo greco presente in un singolo manoscritto e noto con il nome di Periplo sia una traduzione del resoconto del viaggio di Annone.
Secondo alcuni, Annone giunse nell'odierna Sierra Leone, a Capo Palmas (i calcoli usati per stabilire fin dove arrivò Annone sono stati: da Gades all'isola di Cerne 35 giorni; dall'isola di Cerne verso sud altri 26 giorni); queste considerazioni provengono dalla sua descrizione del sole che sorge e si ferma nella parte settentrionale del cielo, cosa che i geografi greci consideravano ridicola. Annone lasciò uomini e navi nelle colonie sul litorale atlantico dell'attuale Marocco e proseguì con due navi fino alla foce del fiume Senegal, popolato da coccodrilli ed ippopotami, e lo risalì per un tratto.
Il fiume Senegal
Riprese il mare superando Capo Verde e arrivò alla foce del fiume Gambia. Scoprì anche la foce del fiume Geba, davanti alla quale individuò per primo le isole Bijagos, abitate da popolazioni indigene che nella notte accendevano grandi fuochi e suonavano tamburi impressionando i Fenici che ripresero subito il mare nel timore di essere attaccati ed uccisi. Assistette all'eruzione del vulcano Kakulima, che chiamò il "Carro degli Dei".
Sull'isola, che fu il luogo più lontano toccato dal suo viaggio, Annone trovò degli individui che nel Periplo sono chiamati gorilla e descritti come pelosi (le donne infatti vengono chiamate: δασεῖαι τοῖς σώμασιν). Alcuni interpreti hanno pensato che si trattasse di scimmie, mentre altri credono che si riferisse a donne dai lunghi capelli.
Nave cartaginese
Il titolo greco del resoconto dell'esploratore cartaginese è Il viaggio di Annone, comandante dei cartaginesi, intorno alle zone della Libia oltre le Colonne d'Ercole, che depositò nel tempio di Crono ed era conosciuto da Arriano che lo menziona alla fine della sua Anabasi di Alessandro (VIII libro, Indika). Il testo è stato tradotto dal punico al greco. Ne ha conservato il testo ricco di particolari il Cod. Palatinus 398 del IX sec.
Sulla base di una presunta interpretazione di un'iscrizione (v. Bourne Stone), l'epigrafista dilettante Barry Fell ha sostenuto che Annone avesse attraversato l'Atlantico ed esplorato il Nord America. La teoria non gode di alcun credito in ambito scientifico.
Il Viaggio di Annone
Come descritto da Annone, i cartaginesi furono colpiti dal fatto che, in quelle terre lontane, il sole brillasse in direzione nord; questa notazione venne messa fortemente in discussione dai filosofi greci circa due secoli dopo, e addirittura Erodoto negò la veridicità delle scoperte di Annone.
Quando alcuni secoli più tardi Vasco da Gama compì il periplo dell'Africa, notò la stessa curiosità, che confermava il viaggio dei cartaginesi: il sole nell'emisfero sud della terra brilla in direzione nord a causa dell'inclinazione dell'asse terrestre, e solo Annone poteva sapere una tal cosa perché ci si era effettivamente recato.
In copertina: le rovine di Cartagine foto di ledinaa da Pixabay
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