Golden Globe 2018: Francesco Cappelletti partecipa alla regata più rischiosa al mondo
Marina di Pisa, 6 dicembre 2017
Marina di Pisa, 6 dicembre 2017
E’ Francesco Cappelletti l’unico italiano a partecipare alla piú rischiosa delle regate intorno al mondo. E per farlo lancia anche un crowdfunding.
Il giro del mondo, in solitaria, senza scalo, senza assistenza, senza elettronica né ausili alla navigazione. E’ una follia? Forse. E’ un’avventura? Certamente. E’ un sogno? Lo era, e adesso è un progetto concreto per Francesco Cappelletti, skipper - o come preferisce dire lui “marinaio” - toscano di 39 anni che da ormai un anno dedica la sua vita alla preparazione di quella che è la regata più mitica, più lunga, più dura - e più rischiosa - nel panorama della vela internazionale: la Golden Globe Race.
Francesco Cappelletti, un italiano alla Golden Globe Race 2018
La partenza è fissata da Les Sables-D’Olonne, Francia, il primo luglio 2018, esattamente 50 anni dopo la prima edizione del 1968 in cui su nove concorrenti solo uno giunse al traguardo dopo nove mesi di navigazione. La rotta, nemmeno a dirlo, è quella più impegnativa possibile che porta a doppiare i tre grandi capi dell’Oceano Australe: Capo di Buona Speranza, Capo Leewin, Capo Horn. Mari impegnativi, mitici, che hanno alimentano quella letteratura e quelle storie di cui Francesco si è nutrito per anni e che tra pochi mesi lo vedranno finalmente umile protagonista, un piccolo-grande uomo nella vastità degli oceani.
Ho conosciuto la vela attraverso i grandi nomi della vela d’altura. Moitessier, Tabarly, il Soldini della prima ora, Di Benedetto, immaginando che un giorno avrei fatto qualcosa di simile. Ma non lo faccio per emulare qualcuno, men che meno loro - sarei un pazzo (ride, ndr). Il mio è il desiderio semplice di vivere e scrivere la mia storia, non devo convincere nessuno ma semmai dimostrare a me stesso di farcela. Per chi mi segue mi piacerebbe essere un esempio di passione e perseveranza che sono due doti che posso riconoscermi sinceramente. Poi là in mezzo si vedrà, farò i conti con gli elementi, con la barca, ma credo che quelli veri saranno con me stesso.
Il regolamento è relativamente semplice: si naviga su barche vintage, a chiglia lunga e in modalità tradizionale, con gli stessi mezzi tecnici disponibili nel 1968. Francesco si orienterà dunque solo con bussola e sestante, carte, compasso, matita, squadrette, comunicherà via radio e dovrà avere indipendenza energetica e alimentare per l’intera circumnavigazione. Per questo la regata è il più lungo evento velico nel panorama mondiale con una durata stimata di 9 mesi.
Francesco, che ha già esperienza di vela oceanica, anche commerciale, ha impiantato la sua base operativa tra il Porto di Pisa e Livorno, dove da settembre lavora incessantemente in cantiere per preparare al meglio 007, l’Endurance 35 del 1975, armato a ketch acquistato lo scorso luglio in Francia con l’esplicito obiettivo di farne la sua barca, la sua dimora e la sua compagna di viaggio alla Golden Globe Race.
La barca sta subendo un profondo refit che comprende il completo rifacimento della coperta, la messa in sicurezza con paratie a tenuta stagna, la razionalizzazione degli interni, e la predisposizione di una timoneria nella cabina interna per mantenere il controllo dell’imbarcazione durante le tempeste australi nelle quali le onde possono arrivare fino a 30 metri di altezza.
Occuparsi della barca è un impegno ma anche una gioia, alcuni interventi sono lunghi e complessi, ma quando mi volto e vedo che ho completato un lavoro la soddisfazione è enorme, è un altro passo verso la linea di partenza. Per esempio da poco ho finito i bagli e attacco subito con la coperta. Io e 007 dovremo stare insieme per almeno 9 mesi, è indispensabile prepararla al meglio e ancora più importante che io la conosca nei dettagli più profondi, perché poi là in mezzo ogni cigolio, ogni scricchiolio, ogni rumore mi parlerà del suo stato e mi suggerirà dove eventualmente mettere le mani.
La fase finale del refit prevede la messa in opera dei due alberi dell’armo a ketch, già ordinati presso una ditta leader di settore. Fino a qui Francesco ha impegnato risorse proprie e trovato sostegno da parte di aziende operanti nel settore nautica, ma per finanziare l’ultimo step del restauro, in particolare alberi e vele, Francesco ha deciso di lanciare una campagna di crowdfunding che partirà a brevissimo sul sito www.indiegogo.com
Gli appassionati di mare e di vela in Italia sono tanti e magari tra loro c’è qualcuno che può fare il tifo per me e per la mia avventura e, chissà, darmi una mano. E poi le ricompense del crowdfunding non sono mica male eh, tra poco le sveleremo!
Ma non solo gli amanti di mare e vela. Questo è un progetto in cui può riconoscersi chi vive con passione e preparazione, coraggio e umiltà, entusiasmo e perseveranza. Un progetto che fa bene alla vela italiana, specialmente quella oceanica che ha bisogno di skipper - ma soprattutto marinai - in grado di emozionare e di essere un buon esempio per i giovani velisti nostrani.
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