Valerio Calzolaio - Isole Carcere - Geografia e Storia. Un libro per conoscerle

L’opera di Valerio Calzolaio ci guida alla scoperta di una mappa mondiale dell’isolamento drammatico in posti di incantevole bellezza circondati dal mare
L’Isola che isola. la Grande Bellezza naturale che diventa luogo di afflizione e tortura, di esilio e allontanamento dalla vita civile. Fino alla morte. Spesso per le drammatiche condizioni di vita inferte dai carcerieri. Volutamente. Il delirio umano che si è manifestato e si manifesta, vedi Guantanamo e non solo ancora oggi, in contesti paradossalmente di un'attrazione unica. Non a caso negli ultimi decenni le carceri sono state chiuse sostituite da parchi naturali dove sviluppare il turismo eco-sostenibile.
Abbiamo iniziato a scrivere con colpevole ritardo di “Isole carcere. Geografia e storia”, il libro di Valerio Calzolaio per le Edizioni del Gruppo Abele, ma al momento giusto.
Nei giorni in cui rientra in scena e domina il palcoscenico mediatico - nonostante una guerra in corso e un’inflazione che non si soffriva da decenni - la tratta degli uomini e delle donne, dei bambini e delle bambine che in cerca di una nuova vita finiscono, per brevi o lunghi periodi, nelle isole carcere del terzo millennio. Una per tutte: Lampedusa.
E Calzolaio nella sua ricostruzione storica del carcere circondato dal mare - dalla Grecia antica agli antichi romani fino all’isola tutta dedicata alla terribile detenzione del leader curdo Abdullah Öcalan - si ferma e sofferma sui “centri di accoglienza” dei migranti. Qui la storia e la geografia diventano politica. Un’interessante analisi del passaggio dall’isola carcere all'isola protetta (pensiamo all’Asinara) fino all'isola di confine, quella di fermo (chiamiamola pure detenzione) delle rotte dei migranti.
Qui Calzolaio da storico e geografico indossa i panni del sociologo: “Negli ultimi cinque anni la tendenza è stata invertita: più emigrazioni che immigrazioni è, in parallelo, una dinamica demografica in calo costante di cittadini italiani. Tutti gli indicatori quantitativi confermano che non c'è nessuna invasione in corso e che gli arrivi hanno migliorato (non peggiorato) i conti pubblici e la salute di chi risiede nel nostro paese”.
L’autore sottolinea come nonostante il declino demografico, i tassi di fertilità sono in drastico e incessante calo, si chiudano i confini anche se non si tratta di una invasione. E per tornare alle polemiche di questi giorni siamo il Paese con meno immigrati accolti in Europa, senza dimenticare Paesi in “via di sviluppo” con percentuali altissime di profughi accolti.
Non isola carcere, non isola per centri di detenzione o “accoglienza” ma il manifesto diffuso nel libro da Calzolaio: “Le isole vanno sempre più vissute come residenza di cittadini liberi, meta di turismo ecologico ambientale, culinario e vitivinicolo, luogo di pesca ed incontro, di lavori e di studi, di meditazione e di svago, parco aperto e museo multiforme. A presente e futura memoria è bene riflettere sul valore biologico delle piccole isole e sulle ex detenzioni umane imposte delle isole. La cultura aiuta a non isolare più altri in un'isola. Sulle Isole valorizziamo, dunque, lavoro e cultura, parchi e musei, scienza e arte. Proprio sotto questo punto di vista e con questa azzeccata parola d'ordine, Procida è stata semplicemente individuata come l'ultima capitale della cultura italiana per il 2022. A Procida!
Le isole carceri nel mondo
Più descrittiva e molto curiosa la seconda parte del libro dedicato alle originali e interessanti storie di ciascuna delle isole carceri scelte dall’autore.
Imrali l’isola per un prigioniero
C’è Imrali, un'isola turca di circa 2500 ettari che emerge nella parte meridionale orientale del Mar di Marmara. Nel fazzoletto di terra si ospita il carcere e una base militare e non ci sono abitanti. Nel 1999 furono evacuati 240 detenuti per far posto a Abdullah Öcalan noto Apo e leader del l partito dei lavoratori del kurdistan (Pkk).
L’uomo fu accolto in modo rocambolesco in Italia, ma poi dovette rifugiarsi in un’ambasciata in Kenya dove fu catturato dai turchi e deportato nella base militare dove è imprigionato da oltre 20 anni.
L’isola del Diavolo
Nel libro si racconta anche la storia della colonia penale della Guyana francese. Non è l'unica Isola del Diavolo al mondo ma è quella più conosciuta. Il penitenziario fu voluto dall'imperatore Napoleone III ed è rimasta aperta per un secolo dal 1852 al 1946.
Le condizioni di prigionia erano veramente terribili. Condannati ai lavori forzati e con doppia pena oltre quella carceraria come prigionieri dovevano restare nell'isola della per un tempo uguale a quello passato da prigionieri. Coloro con pena superiore agli otto anni doveva restare nell’isola per il resto della vita. Solo 2000 degli 80.000 prigionieri condannati ai lavori forzati riuscirono a sopravvivere, gli altri “furono uccisi dal carcere, dal mare e dalla giungla”.
Ma sono tantissime altre le isole raccontate da Lampedusa all’Asinara, da Robben Island a Nocra sul Mar Rosso, da Suomelinna in Finlandia a Martin Garcia nel Rio de la Plata. Un mondo circondato dal mare tutto da scoprire. Grazie Calcolaio per quest’opera.
Gian Basilio Nieddu
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