Sorridente e fiera a mostrare il vassoio colmo di granchio blu in una lussuosa masseria pugliese. Il cognato immortala la scena e poi posta: “Oggi mangiamo granchio blu! Eccezionale". Lei è Giorgia Meloni, lui il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Ma c’è poco da sorridere, poco da festeggiare, poco da postare. La situazione vira al peggio. Basta il titolo del Gazzettino (il quotidiano più venduto in Veneto): “La strage del granchio blu. Morto il 100% delle vongole in alcune zone del Delta”.
Sintesi estrema, chiara e terribile. Le spiegazioni scientifiche e tutti i dettagli si leggono nei siti di due istituzioni di ricerca serie come Ispra e Arpav che hanno pubblicato nei giorni scorsi il report sul secondo sopralluogo congiunto per verificare l’evolversi della situazione nelle lagune del Delta del Po, in particolare nelle sacche di Scardovari e Canarin, rispetto alla presenza del granchio blu.
Proponiamo la loro grammatica scientifica: “Le attività di campionamento hanno valutato lo stato delle vongole filippine Ruditapes philippinarum, la presenza del granchio blu Callinectes sapidus e lo stato della comunità macrobentonica".
Si può tradurre così: “Il granchio blu si sta mangiando tutte le vongole”. Il lavoro di monitoraggio ha fatto emergere una situazione ecologica critica: “I risultati del secondo sopralluogo confermano lo stato di gravità della situazione in entrambe le Sacche. Complessivamente la percentuale di mortalità delle vongole è risultata più elevata rispetto a quanto osservato nel primo campionamento”. Sempre peggio.
Il granchio non lascia una sola vongola
Il rapporto è chiaro nei numeri: “Nella Sacca di Scardovari sono state riscontrate elevate percentuali di mortalità, variabile tra 85% e 99% nelle diverse stazioni”. In pratica non è rimasto nulla.
Evidenti le tracce dell’alieno: “Complessivamente numerosi esemplari mostravano chiari segni di predazione da granchio blu, con percentuali variabili, anche oltre il 50% in entrambe le Sacche. A tal proposito non si può escludere che l’attività predatoria del granchio blu sia tra le diverse cause di morte anche degli esemplari con valve non lesionate, in ragione delle diverse modalità di predazione di tale specie”. In altri termini uccidono e non mangiano la preda.
Il rapporto lancia l’allarme e chiede interventi. “Alla luce dei risultati raccolti ISPRA e ARPAV ribadiscono il forte impatto da granchio blu sui molluschi e in particolare sulla vongola filippina osservato nelle aree nel Delta del Po. I risultati evidenziano la necessità e l’urgenza di definire un piano di monitoraggio strutturato su più ampia scala, sia spaziale che temporale. Ciò consentirebbe di valutare nel tempo con maggiori dettagli l’estensione e l’entità del fenomeno, l’impatto sugli habitat prioritari e sulle attività della molluschicoltura e della pesca, anche al fine di definire la migliore strategia da adottare per il contenimento e la gestione del granchio blu”. Non tutto sembra perduto, ma la situazione è grave.
C’è da studiare bene il fenomeno e non rilassarsi davanti a chi fa festa in cucina con il granchio blu. Proposto dai ristoranti più popolari a quelli stellati e gourmet con tanto di pubblicazione delle ricette anche nel sito di Michelin.
Va bene mangiarlo il granchio per non farlo scorrazzare liberamente, ma serve studio, più conoscenze e interventi che risolvano la situazione.
Gian Basilio Nieddu
In copertina foito da DEPOSITPHOTOS
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