Storie di marinai
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
"La vita di mare riserva molteplici avventure, a volte tragiche altre meno drammatiche".
In un naufragio in prossimità dell’isola di Pasqua subito dal mercantile “Apolline Emile” dopo una collisione con rocce affioranti, nel luglio del 1896, solo pochi membri dell’equipaggio si salvarono e raggiunsero a fatica le coste dell’isola. Tra loro un toscano di nome Raffaele Cardinali.
Foto di gruppo sull'isola di Pasqua: Raffaele Cardinali, sulla destra con la camicia bianca, seduta accannto a lui la moglie Maria Magdalena Pakomio Angata, la donna da cui Cardinali ebbe una bambina. - Foto da books.google.it
I superstiti vissero per parecchi mesi sull’isola grazie all’ospitalità degli abitanti, e al momento di rientrare a Valparaiso con un mercantile cileno che collegava l’isola alla terra ferma, solo Cardinali decise di rimanere a Rapa Nui (come veniva chiamata l’isola di Pasqua dai locali) avendo deciso di sposare una giovane del posto .
Nell’area indo pacifica, per diversi mesi del 1914, un incrociatore tedesco (l’Emden) effettuò diverse operazioni di pirateria a danno delle attività commerciali affondando diversi navigli nemici, per finire a sua volta arenato, dopo uno scontro con un incrociatore australiano (il Sidney), sulle coste dell’isola di Cocos
L'incrociatore tedesco Emden
Una parte dell’equipaggio riuscì a fuggire utilizzando una piccola imbarcazione con la quale raggiunse avventurosamente Sumatra, e da qui, grazie ad un mercantile tedesco lo Yemen, da dove, percorrendo chilometri di deserto, raggiunsero Gedda e poi, in treno, Costantinopoli. Avevano percorso più di diecimila km in circa otto mesi.
L’incrociatore tedesco, “Wilder”, affondò una nave inglese usata per il trasporto del carbone (la Anglo-saxon), nell’agosto del 1940. I superstiti vennero mitragliati e solo uno sparuto gruppo riuscì a salvarsi.
Dopo circa cinquanta giorni di navigazione casuale verso ovest, solo due marinai erano rimasti in vita riuscendo ad approdare alle Bahamas. Avevano percorso circa 2.200 miglia in condizioni terribili. Uno dei due sopravvissuti testimoniò, a guerra finita, contro il capitano della “Wilder” per il massacro dei superstiti.
Fabrizio Fattori
In copertina foto di Yerson Retamal da Pixabay
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