L’isola di Natale
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Politicamente assoggettata all’Australia, malgrado l’enorme distanza che separa i due territori, prende il nome dal semplice fatto che venne scoperta dal capitano della “Royal Mary” W. Mynors il 25 dicembre del 1643, malgrado il capitano Rowe con il “Thomas” l’avesse avvistata parecchi anni prima.
Ricca di fosfati che la resero appetibile dagli inglesi e successivamente dai giapponesi e definitivamente dai malesi di Singapore all’Australia. Il suo isolamento le ha consentito di sviluppare una bio diversità estremamente interessante, oggetto di studio sin dal XVIII secolo.
Oggi è scenario di un fenomeno particolarmente spettacolare che si ripete ciclicamente da tempi immemorabili. Il granchio rosso (Gecarcoidea natalis) compie il suo rito riproduttivo in milioni di esemplari che tra novembre e dicembre, in concomitanza con l’inizio della stagione delle piogge, lasciano le acque per invadere ogni singolo anfratto isolano e riprodursi per poi compiere a ritroso il percorso e concludere il ciclo.
Il granchio rosso (Gecarcoidea natalis) compie il suo rito riproduttivo fra novembre e dicembre - Foto da DEPOSITPHOTOS
Questo fenomeno, che interessa, ad ogni stagione, circa cento milioni di esemplari, risulta essere una delle attrattive turistiche dell’isola e la scarsa popolazione (circa 2.000 persone) si incrementa sensibilmente solo in occasione di questo spettacolare evento naturale.
Gli embrioni rilasciati a milioni nell’oceano farebbero supporre una popolazione stabile nella folta comunità dei granchi rossi, ma da qualche tempo questa stabilità e messa in serio pericolo da una formica (Anoplolepis gracilipes), introdotta accidentalmente sull’isola che con strategia sterminatrice attacca i granchi nelle loro tane e dopo averli irrorati di acido formico, li debilita al punto da renderli facili prede.
Ogni stagione produce milioni di morti che oltre a creare un problema di smaltimento priva l’agricoltura locale di una funzione ecologica dovuta al potere fertilizzante dei loro escrementi e alla capacità di smuovere la superficie del terreno.
Fabrizio Fattori
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