La Britannia è un isola?
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Le capacità topografiche dei romani erano approssimative e conseguentemente la capacità di redarre carte geografiche precise e dettagliate.
Le esplorazioni di nuovi territori procedevano lentamente e spesso i racconti dei primi navigatori si arricchivano di dettagli fantasiosi, rendendo la percezione geografica quanto mai imprecisa.
Dopo le prime esplorazioni di Cesare e gli alquanto casuali contatti di Germanico, con Claudio (43 d.C.) venne ripresa la conquista portata avanti a più riprese dai suoi generali e con Giulio Agricola si spinse fino all’estremo nord (80 d.C.).
A lungo la Britannia venne considerata terra continentale e sul suo stato insulare vennero raccolte nel corso del tempo contraddittorie affermazioni.
Solo la casualità di un evento diffuse con certezza la sua realtà di terra a se stante.
Le legioni romane era uso arruolare al loro interno ausiliari locali, non sempre fedeli ed affidabili.
Nell’esercito di Giulio Agricola erano presenti alcuni soldati germanici che, cosa non rara, in un diverbio uccisero un centurione ed alcuni legionari.
Consapevoli della inevitabile punizione un folto gruppo di ammutinati, impadronitisi di alcune navi, presero il largo dalle coste occidentali della Scozia e superate le isole Ebridi ed Orcadi, ridiscesero la costa orientale.
Navigarono in acque sconosciute fino a circumnavigare quasi l’intera isola. Presero più volte terra lungo il percorso per approvvigionarsi di cibo ad acqua scontrandosi con tribù locali, e nell’impossibilità di farlo ricorsero anche al cannibalismo.
Approdarono, infine, sulle coste della Germania settentrionale dove raccontarono del loro viaggio alle popolazioni del luogo confermando così le ipotesi precedenti della insularità della Britannia.
Fabrizio Fattori
In copertina Giulio Cesare sbarca in Britannia - Incisione di Edward Armitage
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