THE LONE SAILOR
La professione marittima nel 2015
Molti aspiranti marittimi e non solo, nonostante campagne e dati allarmanti sulla c.d. crisi vocazionale nel comparto marittimo, si chiedono come mai sia in realtà così difficile, se non impossibile, trovare il tanto sospirato primo imbarco.
La considerazione potrà sembrare banale, ma in effetti non lo è di certo. In questo articolo cercheremo perciò di fare chiarezza e dare qualche consiglio, speriamo utile, per chi vuole approcciarsi a questa meravigliosa professione, tutt’altro che semplice, e fatta di tanti sacrifici e a volte sofferenze.
Da anni ormai nonostante accademie, accordi sindacali ad hoc e tante buone parole la realtà della situazione del collocamento marittimo non è che da considerarsi quantomeno da analisi neuropsichiatrica.
I problemi come ci dicevano e ci dicono i nostri nonni sono sempre da ricercare a monte, dalla complessità burocratica, passando per un sistema scolastico (sic! gli ex istituti nautici) lungo e scarsamente formativo, per finire poi al grande problema della scarsa competitività del nostro registro navale (per quanto attiene quantomeno l’imbarco di giovani allievi ufficiali), il flop è assicurato!
Senza scendere troppo nelle analisi scatenanti del fenomeno, andiamo direttamente al punto e affrontiamo quali strategie potrebbero essere intraprese per essere competitivi nel settore:
Anzitutto oggi è più importante di qualsiasi altra cosa, una reale conoscenza e padronanza della lingua inglese, fondamentale per sostenere esami, relazionarsi a bordo e non in ultimo per cercare ingaggi e affrontare colloqui all’estero.
In seconda battuta una buona soluzione potrebbe certamente essere quella di cimentarsi (ed investire) sui percorsi formativi RYA/MCA per l’ottenimento dei titoli IMO per il diporto commerciale. Molte scuole in Italia sono autorizzate dal RYA (Royal Yachting Association) per l’ottenimento del certificato Yachtmaster 200GT, primo step per chi si avvicina a questo percorso di carriera. Mentre per i titoli superiori si dovrà necessariamente pensare di recarsi nel Regno Unito.
Altra strada, altrettanto impegnativa ma nello stesso tempo assai efficace, è quella di effettuare i propri studi superiori presso uno dei molti nautical college Inglesi, dove oltre a diplomarsi (In UK ci si diploma mediamente in 3 anni) con un titolo pienamente riconosciuto in Europa e nel resto del mondo, si offre in via generale, l’alternanza, durante l’anno scolastico, per maturare tutto il periodo di tirocinio di 12 mesi a bordo, utile per l’accesso agli esami da ufficiale di navigazione o di macchina.
Ed in Italia? Le opportunità sono veramente scarse. Preso atto delle considerazioni di inizio articolo, almeno per quanto riguarda lo shipping, pensare di trovare un imbarco, magari da allievo, si riducono drasticamente a cifre non superiori alle 200 unità per anno spalmate su tutto il naviglio mercantile nazionale che imbarca od usualmente imbarcava le c.d. categorie iniziali.
Ma sarebbe giusto pensare che affacciarsi a questo settore, sia una battaglia già persa? Assolutamente No. E’ da tenere sempre bene a mente che superata la prima fase iniziale, seppur certamente difficile ed impegnativa, ottenuti i titoli superiori necessari sarà sempre relativamente facile trovare un imbarco.
Daniele Motta
Perito e Consulente Marittimo
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