Ventotene, fra realtà e fantasia

Non si può capire Ventotene senza la fantasia, senza la suggestione dell'immaginazione. Non si può scindere la tormentata genesi vulcanica dell'isola dall'asprezza del suo territorio, la parca fertilità delle terre coltivate dall'austerità delle stradine del paese e delle case perse tra le rocce e i campi, l'isolamento dalla terraferma che dura tuttora dalla maledizione del carcere e del confino che da sempre ha accompagnato il nome di Ventotene. Ventotene è ancora oggi un'isola vera, in grado di evocare ancora tutte le sensazioni che immaginiamo legate proprio all'archetipo di "Isola".
È per questo che Ventotene andrebbe vissuta lontano da luglio e da agosto, quando la sua popolazione è la stessa con cui abbiamo convissuto in città per tutto il resto dell'anno. Avvicinandoci in un momento di "bassa stagione" potremo veramente riscoprire un luogo lontano nel tempo, in grado di offrire diversissimi spunti che vanno dall'indubbia bellezza paesaggistica, ad un grande interesse storico e a fondali marini belli e ricchi di vita, esaltati da un acqua dalla limpidezza non comune. Tutto senza mai dimenticare fantasia ed immaginazione. Sarebbe inutile in quel caso aggirarsi tra le rovine della lussuosissima villa di Giulia, affacciata sul tramonto agli scogli degli Sconcigli, solo rocce e mattoni, se non si vola con la fantasia a quella che poteva essere la vita dell'isola in quei giorni.
E per riaccendere la fantasia, per tuffarsi per un pò nel quotidiano non c'è nulla di meglio che una visita al minuscolo museo cui si accede dalla piazza del Municipio. Lasciamo da parte i reperti e dedichiamoci ai pannelli murali: scopriremo come una rete di tubi di terracotta in cui passava acqua calda riscaldasse la villa durante l'inverno, o come nelle piscine scavate nel tufo proprio sotto l'attuale faro si allevassero varie specie ittiche. O, ancora, quali fossero le modalità di carico e scarico delle merci trasportate dalle navi provenienti dalla penisola. "Schegge di vita quotidiana", si potrebbe dire senza affannarsi troppo per trovare un modo di dire più originale, tuffi nell'antica quotidianità che ci aiutano comunque ad entrare in un'atmosfera magica osservando in silenzio le rovine della villa o la vasca nella quale si bagnava l'imperatrice, scavata nelle rocce di Santo Stefano.
È proprio il suo isolamento, la sua relativa lontananza dalle rotte più classiche, unitamente alle ridotte dimensioni sue, e della sua vicina Santo Stefano, che ha più condizionato la sua storia, molto spesso legata a quella di personaggi, illustri o meno, che vi sono stati inviati in isolamento dal resto della società. Un esilio degno di una regina, quello della dissoluta figlia di Ottaviano Augusto, un carcere duro e spietato quello toccato agli ospiti, politici o criminali, rinchiusi tra le mura dell'ergastolo di Santo Stefano durante i duecento anni in cui è stato operativo. Il confine politico di cui è stata vittima illustre anche Sandro Pertini nel periodo fascista, e i recenti tentativi di isolamento di esponenti dell'eversione nel recentissimo passato, sono stati gli ultimi atti delle tragedie umane delle quali loro malgrado Ventotene e Santo Stefano si sono trovate ad essere protagoniste.
È probabilmente proprio a questo passato, a questa "distanza" dalla penisola che si deve l'unica atmosfera che ancora oggi distingue Ventotene dalle altre isole italiane, che le conferisce quell'alone magico che diventa tangibile mentre dal ristorante di Cala Nave ammiriamo il sorgere dal mare di una enorme luna arancione, nascosta dietro la mole di Santo Stefano, o quando in inverno ci aggiriamo tra i ruderi di villa Giulia mentre le onde esplodono sulla falesia e il vento ci schiaffeggia il viso, gelido e bagnato di acqua salata. Chi è davvero appassionato di mare non avrà alcuna difficoltà a cogliere queste atmosfere, a lasciarsi incantare dalle storie e dalle leggende che narrano l'isola.
Tutto questo non sarà tuttavia sufficiente a distogliere l'attenzione dalla spettacolare bellezza delle coste che si specchiano in un'acqua limpidissima. In generale si può affermare che Ventotene poggia su di un bassofondo roccioso piuttosto esteso che la circonda in modo pressoché continuo. Ciò da un lato rappresenta un'insidia per la navigazione, vista l'abbondante presenza di scogli semiaffioranti, mentre dall'altro enfatizza la bellezza naturale del luogo evidenziando attraverso l'acqua trasparente le rocce del fondale.
Ma partiamo dal Porto Romano per una breve descrizione delle coste dell'isola. Usciamo dall'imboccatura esposta a levante e dirigiamoci verso sud, superando la punta sormontata dal faro. Qui, nella roccia tufacea, sono state scavate dai romani le piscine per l'allevamento di diverse specie ittiche, oltre ad una serie di piccole buche nelle quali si poteva raccogliere il sale dall'evaporazione dell'acqua marina. Scopriamo subito i due scogli di Cala Nave, indubbiamente la cala più bella dell'isola che termina con una bella spiaggia molto frequentata nei mesi di luglio ed agosto, solitaria ed affascinante nel resto dell'anno. A sud degli scogli è possibile trovare un buon ormeggio in rada per passare una notte tranquilla al riparo dai venti di tramontana, maestrale e ponente. In alto, aperte nelle pareti meridionali della cala, alcune evidenti strutture stimolano la nostra curiosità e reinnescano ancora una volta la scintilla della fantasia: le aperture nella roccia sono i resti di una necropoli di età romana. Non si capisce come possano essere arrivati a scavare le loro tombe a quelle altezze in un luogo così impervio.
Da Cala Nave la costa è alta e a picco sul mare con scogliere verticali e disegnate da evidenti stratificazioni testimoni di altrettanti eventi vulcanici. Numerosi scogli affiorano nell'immediata vicinanza della costa e piccolissime spiaggette si aprono nel tufo, contraddistinte dal fondo coperto da grossi ciottoli grigi. Seguendo la costa stiamo ora navigando con la prua rivolta a sud ovest, fino a giungere alla bella Cala Battaglia, una delle poche cale raggiungibili da terra, seppure attraverso un sentiero piuttosto impervio. Oltre Cala Battaglia un sottile promontorio roccioso esce dal profilo costiero verso meridione ed individua una cala più ampia, sempre chiusa da una spiaggia di grossi ciottoli. Si faccia molta attenzione alla parte del promontorio appena affiorante, probabilmente poco visibile con il mare mosso o durante le ore notturne. Superata l'insidia della lingua rocciosa, ad alcune centinaia di metri verso ovest un grande scoglio risale fino a pochi centimetri dalla superficie: attenzione, può essere molto pericoloso. In tutto il tratto finora descritto e fino a Punta dell'Arco, estrema propaggine occidentale dell'isola, le profondità si mantengono piuttosto modeste e la natura dei fondali costantemente rocciosa. Il rischio di afferrare l'ancora è piuttosto probabile, se ne tenga dunque conto se non si dispone a bordo di attrezzature per l'immersione.
Punta dell'Arco è un bastione roccioso molto massiccio, alto circa centoquaranta metri sul livello del mare. Proprio sotto le rocce si possono effettuare divertenti immersioni senza superare i venticinque metri di profondità, mentre un pò più al largo si estende una bella secca rocciosa. Passata Punta dell'Arco entriamo nel versante occidentale dell'isola e ne seguiamo la costa navigando verso nord est. Entriamo subito in un ampio seno molto protetto dai venti di levante e dallo scirocco. Il fondale è adatto all'ormeggio e si incontrano diverse piccole calette che si susseguono. Doppiata punta Pascone siamo a cala Parata Grande, anche qui riparati dai venti di levante e mezzogiorno. Se proseguissimo la navigazione lungo la costa entreremmo in una zona di bassi fondali molto pericolosa. Conviene passare al largo degli Sconcigli, i due evidenti scogli che emergono a qualche centinaio di metri da terra. La zona di mare tra gli scogli e l'isola è caratterizzata da una piattaforma rocciosa molto bassa, pericolosissima anche per imbarcazioni a basso pescaggio come i gommoni. Se proprio non si riuscisse a fare a meno di passare nel canale, si tenga almeno a mente di tenersi più vicino all'isola che agli Sconcigli. Quello che stiamo descrivendo è uno dei tratti di mare più interessanti dal punto di vista subacqueo. Tra le altre particolarità parlando degli Sconcigli non si può dimenticare di citare il suggestivo arco roccioso che si apre a circa quindici metri di profondità nella compatta roccia lavica.
Al largo delle Sconciglie si trovano alcune secche con il cappello compreso tra i venticinque e i trentacinque metri di profondità, davvero molto pescose ed interessanti per gli appassionati di immersione. È in questo tratto di mare che durante l'ultimo periodo bellico avvenne l'affondamento del traghetto "Santa Lucia" da parte di aerei aerosiluranti alleati. Quasi tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio morirono sotto gli occhi impotenti degli isolani che assistevano alla scena. Oggi i suggestivi resti del bastimento sono visitabili facendosi accompagnare dalle guide del Diving Club Ventotene. Tornando in costa e proseguendo la navigazione, passiamo sotto i resti della villa romana di Punta Eolo che individua l'estremità settentrionale di Ventotene, e invertiamo la rotta puntando decisi verso sud. Scorgeremo immediatamente la lunga banchina del porto Nuovo, attualmente in via di allungamento, e dunque parzialmente inagibile. All'interno di Cala Rossano si trova il distributore Agip che assicura il rifornimento di carburanti.
Terminata la circumnavigazione di Ventotene non resta che dirigersi verso l'isolotto di Santo Stefano. Le coste sono quasi ovunque piuttosto precipiti sul mare e sono due gli approdi più evidenti: quello principale orientato verso Ventotene e quello di Molo IV sul versante opposto. Una visita ai resti dell'ergastolo è d'obbligo, anche se l'edificio si sta progressivamente degradando dopo essere stato completamente abbandonato. Sott'acqua tutto il versante di Santo Stefano che guarda la sua sorella maggiore si mantiene piuttosto basso e pianeggiante, mentre il lato di levante cade molto rapidamente su fondali sabbiosi profondi tra i quaranta e i cinquanta metri. Tutta la zona è particolarmente interessante per l'immersione subacquea, ed in special modo va segnalata la punta opposta all'approdo di Molo IV che presenta fondali molto ricchi ed una parete colonizzata da bei rami di gorgonia rossa. Anche se i fondali sono precipiti un ormeggio diurno è comunque sempre possibile, pressoché lungo tutto il perimetro dell'isola. Si faccia attenzione ad arrestarsi sotto le falesie meridionali: sono molto instabili e non è raro che si verifichino cadute di massi. Giunti sul versante meridionale siamo di nuovo in vista di Ventotene, avremo probabilmente passato una serena giornata di mare e forse saremo di nuovo pronti a prendere terra e incamminarci per una passeggiata per i sentieri dell'isola, avvolti nella sua solitudine.
Una volta una bella pittrice aveva scelto una piccola casa a picco sulla falesia di cala Battaglia per trovare la sua ispirazione. Dipingeva durante le luminose notti d'estate, quando il silenzio era più totale e la sua fantasia poteva correre fra i ricordi delle esperienze reali e le storie narratele dalla sua immaginazione, inventando la sua Ventotene, scoprendo così la vera essenza dell'Isola.
NOTIZIE UTILI
Fino a giugno l'imbarco avviene esclusivamente da Formia da dove partono aliscafi Caremar e Vetor e un traghetto giornaliero Caremar. I tempi di traversata sono rispettivamente di una e due ore. Nel periodo estivo partono da Anzio gli aliscafi della Snav sulla rotta Anzio, Ponza, Ventotene, Casamicciola, Napoli. Da tenere in considerazione, sempre nel periodo estivo, i catamarani della Med Mar da Fiumicino per Ponza, Ventotene, Ischia, Napoli.
Per ulteriori informazioni rivolgersi direttamente alle compagnie:
Caremar: 0771-22710-23800-85182
Vetor: 0771-700710-267098-85195
Snav: 06-9845085-9848320 081-7612348
Med Mar: 06-4828579 081-5513352
Gli appassionati di immersione troveranno sull'isola il Diving Club Ventotene, il più antico centro subacqueo italiano. E' possibile effettuare immersioni guidate, seguire corsi subacquei, ricaricare le bombole e affittare attrezzature. Tutte le informazioni necessarie possono essere richieste alla Scubatour di Roma, in via Francesco Siacci, 38 - 00197 Roma, tel 06-8077469- 8088989, fax 8088990. La Scubatour è in grado di organizzare soggiorni comprensivi di sistemazione in appartamento o hotel, ristorazione al ristorante bar Cala Nave e servizio spiaggia, oltre naturalmente alle immersioni subacquee.
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