Subacquea: Exploro Orda Cave 2019
di Andrea Murdock Alpini

di Andrea Murdock Alpini
Orda Cave è il più grande complesso di grotte di gesso al mondo. Si trova in Russia, alle pendici dei Monti Urali. Le condizioni d’immersione sono difficili, vento e neve sempre costanti, temperature dell’aria oscillano tra i -20 e -30 gradi centigradi mentre in grotta (nella parte aerea) la temperatura è costante a -12 gradi. L’acqua ha una trasparenza che arriva quaranta metri sull’orizzontale e la temperatura è costante a 5 gradi.
Un team compost da 5 spelologi subacquei svizzeri, The Herd Fun Dive, insieme al subacquo italiano Andrea “Murdock” Alpini hanno recentemente visitato la grotta documentando con foto e video circa 2,5km. Il report che segue è uno stralcio del diario di viaggio scritto da Murdock corredato con alcuni scatti da lui realizzati.
Andrea Murdock Alpini, Exploro Orda Cave Russia, 2019
31 Gennaio - La partenza
Il meteo in Russia è piuttosto ripetitivo, inutile consultarlo più di tanto, più o meno neve più o meno freddo tutti i giorni.
Quando stringi in mano il biglietto aereo capisci che sei più vicino alla partenza, quella vera. Tra poche ore si sentirà il classico sfregolio delle regolazioni dell'aeromobile prima del rulaggio, poi il fiume Ticino si vedrà dal finestrino tagliare il suo Parco mentre gli occhi del Comandante sono già in direzione delle innevate Alpi.
Mosca sarà tappa di scalo in attesa del volo interno per Perm cui seguirà un bianco trasferimento vero Orda Cave Russia. A quel punto i miei occhi vedranno il fiume Kungur gelato, fermo, placido e il fiume di casa che mi lega alla compagine svizzera del team sarà solo uno Sguardo sul passato.
Fedor Dostoevskij nel 1864 scrisse il suo libro Memorie dal sottosuolo che, rileggendolo alla quotidianità, strizza proprio l'occhio alla nostra destinazione. La prima edizione italiana è del 1919, a un secolo di distanza sembra quasi essere una casualità che suona però come un tributo se pensato a questo viaggio: Exploro Orda Cave in collaborazione con Giò Sub e Lts.
La seconda parte del libro si intitola "A proposito della neve bagnata" e lì lo scrittore russo tra le sue pagine scrive "Io sono solo, e loro invece sono tutti", ambivalente e legante per chi si appresta a visitare la più grande grotta al mondo di gesso.
Andrea Murdock Alpini, Exploro Orda Cave Russia, 2019
4 febbraio - Il sapore del gesso
L'ultima immersione è quella che lascia il gusto del viaggio.
A volte scegliere diventa difficile e si rischia di farsi sopraffare dalla bulimia subacquea.
Oggi per noi è stata la quinta immersione a Orda Cave. Il mattino abbiamo girato per il ramo occidentale del sifone mentre il pomeriggio, dopo aver ripulito i circuiti lasciati nei giorni scorsi, ci siamo dedicati a visitare la parte orientale della grotta. In questo caso dall'ingresso abbiamo percorso tutta la parte della prima camera che attraverso una pietraia conduce a un primo grande lago. Da qui è necessario creare un jump verso la linea che ci avrebbe condotto all'interno del ramo est.
Questa parte di esplorazione parte da circa 200m dall'ingresso e si estende per oltre 400m, per una lunghezza totale di circa 600m alla profondità costante di 15m.
La Prospettiva Nevskij è il più grande e suggestivo rettifilo che si trova San Pietroburgo. La strada è conosciuta per l'eleganza degli edifici che vi si affacciano oltre che per la qualità degli incontri letterari che sono stati descritti dai noti autori russi del passato. Il ramo che ci stiamo accingendo ad osservare può essere paragonato per bellezza, lunghezza e particolarità alla via pietroburghese.
L'apertura del tunnel è ampia, si tratta di un portale a tutti gli effetti per maestosità e definizione delle proporzioni della roccia. Il fondale è completamente limaccioso, lunare, composto di doline che celano tacito buchi neri entro cui la luce si perde. Dall'alto scendono grandi blocchi di gesso squadrati. Intagliati e incastonati compongono rilievi geometrici che si contrappongono per forza e linearità al moto ondulatorio del piano inferiore.
Andrea Murdock Alpini, Exploro Orda Cave Russia, 2019
Talvolta le bolle causano il distacco di particelle che come scaglie o squame ondeggiano fluttuanti verso il basso. In alcuni pasaggi poco battuti il distacco è tale che l'acqua cristallina sembra essere stata mitigata con il latte.
Le pareti perimetrali di questo ramo sono nette, geometriche. Il passaggio è molto ampio, almeno una decina di metri, mentre l'altezza interna varia a seconda delle sezioni ma restando costante sulla media di circa quattro metri. Saltuariamente si incontrano dei massi distaccatosi dal soffitto che si sono coricati a terra creando delle quinte sceniche molto suggestive.
Quarantacinque minuti dopo aver intrapreso il ramo arriviamo al termine dello stesso. In cima alla linea si trova sulla destra un rocchetto di dimensioni ragguardevoli che è stato lasciato da coloro che per primi hanno davvero esplorato la grotta. Questo sguardo sul passato è significativo ed emotivo allo stesso tempo. La distanza del tempo, seppur in un istante, ti fa apprezzare il significato della nostra momentanea quotidianità e del senso della nostra visita a Orda Cave.
Marker, spool, jump, e riprendiamo una nuova linea che ci permette di risalire fino a quota zero all'interno di una bolla d'aria (respirabile) che sovrasta un piccolo specchio d'acqua. Aspettiamo l'altra metà del nostro team, prendiamo il tempo di visualizzare il percorso fatto e quel che manca da fare e poi di nuovo pollice verso: giù.
Andrea Murdock Alpini, Exploro Orda Cave Russia, 2019
Si disfa un jump, si torna alla linea principale del ramo e si fa un nuovo jump che porta dritto alla parete di fondo di uno spazio semi sferico.
La roccia sembra tutta compatta a prima vista, eppure vedo scomparire un paio di pinne al di là della parete.
Una fessura diagonale inclinata a trenta gradi con asse longitudinale nord/est - sud/ovest. Meravigliosa.
Si passa da uno spazio relativamente ampio a un passaggio un po' più tecnico e molto suggestivo. Le spalle di un subacqueo passano mentre i bracci aperti con i fari video no, ma girati anxh eloro nel senso della spaccatura e tutto torna a funzionare.
Il passaggio è lungo non più di una decina metri. Quando arrivi alla fine sotto a sinistra gli occhi colgono una gola aperta pronta ad accoglierci in uno spazio incantato. L'acqua è così trasparente che sembra essere irreale il tutto. L'altezza non supera il metro e venti, la larghezza i quattro metri. Eppure è tutto così bianco e candido.
Due ambienti uncinati e concatenati tra di loro formano dei piccoli spazi che sembrano essere cappelle radiali di un abside gotico. Resto sempre più convinto che sacralità e monumentalita siano due elementi che contraddistinguono e determinano il carattere di questa grotta: "Quando le cattedrali erano bianche".
Andrea Murdock Alpini, Exploro Orda Cave Russia, 2019
Ultimo giro di walzer, sguardi incrociati all'unisono. È l'ora di tornare e ripercorrere i 600m che ci separano dall'ingresso.
Ho trascorso tutto il rientro ripensando a quel che ho visto in questi giorni, al freddo che mi aspetterà una volta uscito dall'acqua, alla muta e ai moschettoni ghiacciati. Poi ci saranno le interminabili scalinate che si devono percorrere con le sacche spleo in spalla per rientrate al casa base. Quest'ultime ti spezzano il fiato quando hai cappuccio bagnato e il vento ti soffia in faccia la neve a oltre meno venti gradi.
Mi fermo un paio di volte perché sono troppo stanco, devo recuperare il ritmo respiratorio e abbassare la frequenza cardiaca altrimenti lo sforzo è molto e i risultati pochi. Sono passati meno di dieci minuti da quando ho lasciato la superficie del pozzo eppure qui fuori la muta è praticamente gelata. Il neoprene si sta indurendo sempre di più e limita i movimenti. Meglio riprendere il passo dopo pochi istanti altrimenti la situazione non può che peggiorare.
È l'ultima volta che posso guardare il fiume gelato e la steppa al di là dell'argine poi da domani si torna alla realtà. Anche il vento fa il suo giro in un carosello che porta con sé il rumore della canne sbattute e il rumore di una slitta trascinata da un pescatore solitario.
Un passo, e poi un altro passo, poi un altro ancora...
Testo e foto: Andrea Murdock Alpini
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