Due giornate di stop forzato per le piogge abbondanti mi hanno costretto in superficie. Ho speso il tempo per sopralluoghi e organizzando i primi materiali raccolti dal viaggio in Slovenia.
Gli appunti di grotte e coordinate andavano riordinati e con essi anche le idee su come procedere. Ho rinunciato a diversi spot pensando di ritornarci in un’altra stagione, magari d’inverno, come piace me. Certo le condizioni esterne non sarebbero delle più facili però le condizioni dell’acqua all’interno delle grotte sarebbero sicuramente più stabili e gestibili.
Sono tornato spesso sui miei passi alla ricerca delle condizioni favorevoli, quasi sempre l’acqua mi ha indicato la via del rientro, dopo alcuni sguardi mi ha convinto a girare le spalle alle spelonche e riprendere il mio sentiero.
Il terzo capitolo sloveno NO DIRECTION HOME è quello a cui sono maggiormente legato. L’indecisione dell’ultimo giorno se restare ancora e aspettare condizioni migliori oppure partire, mettermi gli orsi e le grotte alle spalle per tornare in Italia. Sapevo che mi avrebbe aspettato qualche relitto sul Lago di Garda e poi avrei iniziato a risalire la china verso il Sud Tirolo e da lì ai laghi alpini in Austria.
Stanco, affaticato e con lo sguardo che corre più lento dei pensieri decido di fare un ultimo tentativo a Suha Dolca prima di dire definitiva conclusa la mia avventura in Slovenia. Torno al lago che antecede la grotta, il paesaggio e stupendo avvolto nell’ora pomeridiana. Scendo lungo il sentiero che conduce all’imbocco dell’antro.
Verifico le condizioni, finalmente la grotta è agibile!
Preparo le attrezzature, scendo molteplici volte il sentiero per portare pezzo a pezzo tutto l’equipaggiamento al punto di vestizione. Nell’ultimo viaggio, quando ho già muta stagna indossata, incontro un paio di cave divers sloveni con cui scambio alcune battute. Il tempo di salutarsi e mi preparo per entrare finalmente in acqua e raggiungere l’ingresso di Suha Dolca.
Riemergerò tra migliaia di canne spezzate dal vento che creano un tappeto naturale che fluttua sulla superficie dell’acqua. Mi sento un po’ un castoro.
Alle 21.30 circa oltrepasso il confine con l’Italia.
Andrea Murdock Alpini
© Copyright 2011-2022 - Nautica Report - Reg. Tribunale di Roma n.314 - 27-12-2013 - Editore Carlo Alessandrelli - Un marchio Wave Promotion srls - P.Iva: 12411241008