Il mare profondo di Chiara Obino, Regina degli abissi e dell’apnea.
Di Gian Basilio Nieddu

Di Gian Basilio Nieddu
Madre di due bambine, dentista nella vita professionale, ma campionessa del mondo in carica (formula due pinne) con tanto di record mondiale di apnea, quando il 29 agosto scorso a Villasimius, in Sardegna, ha superato i limiti mondiali della disciplina, con una discesa negli abissi a -80 metri. Chiara Obino, culla a Torino, ma vita sarda, ha aggiunto un altro tassello importante al suo ricco curriculum, che vantava già il titolo di vice campionessa mondiale e tre record italiani. Una star dei fondali e una grande donna fuori dall’acqua, che riesce a conciliare il ruolo di genitore e di libera professionista con una passione che richiede enorme sforzo e sacrifici.
D) Chiara una vita per il mare, come è iniziata la tua passione?
R) Sono stata una bambina appassionata di mare e di fondali, mi tuffavo dagli scogli, cercavo con la maschera di riconoscere ogni creatura, ogni forma di vita che il mare offriva ai miei occhi. Pescavo i polpi con le mani e giocavo con loro. Ricordo quegli anni con grande emozione. Il mare mi è sempre stato compagno, teatro di estati magiche o rifugio di inverni uggiosi…
D) Quanto ha contato e influito sulla tua carriera sportiva vivere in Sardegna?
R) Vivere nell’isola è una grande fortuna, per l’apnea e non solo. Una natura potente e rigogliosa, una terra circondata da un mare cristallino con spiagge bianchissime e scogliere di granito modellate dal vento. Sono sempre stata affascinata dalla maniera in cui la natura regna, e la Sardegna è una terra molto generosa sotto questo profilo. Coniugare gli studi prima e la professione ora (sono una dentista) con l’apnea profonda non sarebbe stato possibile in una città senza il mare.
D) Il 29 agosto hai battuto un record mondiale, superando la barriera dei – 80 metri, che tipo di emozioni hai provato? Unrisultato che arriva sicuramente dopo un lungo lavoro di preparazione e allenamento…
R) Un record è l’espressione di impegno, passione, dedizione. Troppo spesso si pensa che il record sia il fine, in realtà è un mezzo. Un mezzo di crescita personale, uno strumento impareggiabile di introspezione e confronto, un appuntamento al buio con un grande amore. In questi anni ho imparato a riconoscere le mie paure e confrontarmi con esse, a identificare i miei limiti e accettarli prima di pensare di superarli, ad accettare le sconfitte ma pure a puntare sempre più in là. Raccogliere il risultato tangibile di un tale processo di ricerca interiore è una grandissima soddisfazione, un’ emozione unica e difficile da restituire con le parole. È ciò che ti spinge ad andare avanti, sempre più giù, nel profondo del mare e dell’anima.
D) In Brasile, alle Olimpiadi, l’inquinamento dell’acqua era evidente durante le prove in mare. Quanto conta l’acqua pulita per l’apnea?
R) E’ fondamentale poter contare su acque pulite, non solo perché una buona visibilità rende più piacevole avventurarsi negli abissi, ma anche per la sicurezza. La squadra di assistenza segue a vista la discesa e la risalita e tutti devono contare su acque libere da ostacoli come buste di plastica o altro in cui si potrebbe restare accidentalmente intrappolati.
D) Che consigli ti senti di dare ai nostri lettori per contribuire a ridurre l’inquinamento del mare?
R) Innanzitutto di amare il mare, imparare a considerarlo casa nostra. Partendo da qui si può coltivare un senso profondo di rispetto per esso e le sue creature. Il resto viene da se: non abbandonare rifiuti, mozziconi di sigarette, ridurre lo spreco di acqua e detersivi, rispettare le norme della navigazione, ridurre l’inquinamento acustico…
D) Quali sono le tue azioni quotidiane, anche fuori dall’acqua, per difendere l’ambiente?
R) Difficile rispondere a questa domanda. Vivo l’amore per la natura d’istinto, cerco di fare del mio meglio ogni giorno e lo faccio in maniera spontanea. Ma ovviamente non è abbastanza. E’ indispensabile riuscire in una vera e propria rivoluzione sociale in senso ambientalista, ma gli interessi più potenti muovono ancora in direzione opposta…
D) Chiara, qual è secondo te l’emergenza ambientale più urgente del nostro tempo?
R) L’inquinamento dell’aria, bene primario da cui dipende la vita, e quello delle acque che comporta la contaminazione della stragrande maggioranza delle risorse alimentari; andando così a colpire chiunque, dal neonato all’anziano. Ma a volte sembra che questo problema ambientale interessi troppo poco…
Gian Basilio Nieddu
Tratto da www.greenews.info
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