Si chiama MYOR e con il suo giallo acceso non passa inosservato. È il sistema di ausilio all’ormeggio adatto per barche a vela e a motore e che consente a chiunque di attraccare o di uscire dal proprio posto barca anche se è da solo.
MYOR si compone di due parti. Una è il galleggiante che si attacca alla banchina e che tiene al pelo d’acqua due ganci metallici; l’altra è l’archetto, il magico accessorio che permettere a una cima di attaccarsi ai ganci del galleggiante per assicurare in automatico la barca alla banchina.
Archetto Myor agganciato al galleggiante
Con MYOR ormeggio e disormeggio in autonomia non sono più un problema anche con vento e corrente laterali: appena ci si avvicina alla banchina la barca risulta subito assicurata a terra.
Il funzionamento è molto semplice e adatto a tutti i tipi di imbarcazione, di posto barca e di ormeggio: alla francese, di punta e al gavitello. Vediamolo nel dettaglio e immaginiamo l’attracco più comune, con poppa in banchina e corpo morto.
Solo la prima volta è necessario installare il MYOR in banchina tramite una catena e due grilli (operazione da compiere solo una volta, in quanto il galleggiante è progettato per rimanere in acqua); quindi, e sempre una tantum, si dovrà attaccare a poppa il supporto dell’archetto, ovvero il punto fisso che ha il compito di tenere l’archetto in posizione durante le manovre. A seconda del tipo di poppa il supporto può essere applicato tramite biadesivo o con un golfare e due viti nel caso sia presente una di plancetta, in entrambi i casi non sono richiesti interventi irreversibili a bordo.
Archetto in fase di aggancio al MYOR
Le operazioni di ormeggio e disormeggio diventano così di una facilità estrema
Quando è il momento di entrare nel proprio posto barca si arma l’archetto sul supporto e si assicura la sua cima alle due bitte di poppa operazione che richiede pochi secondi. Poi si procede normalmente, muovendosi in retromarcia verso la banchina fino a quando la cima dell’archetto non è entrata nei ganci del galleggiante, operazione che avviene in automatico con il movimento.
A quel punto è sufficiente ingranare la marcia avanti finché il sistema archetto-galleggiante non va in tensione e tenendo la marcia avanti inserita al minimo la barca rimane assicurata alla banchina. Si recupera poi la trappa del corpo morto e le si dà volta a prua, operazione resa più agevole perché il MYOR tiene momentaneamente la barca più lontana dalla banchina e quindi serve meno sforzo per dare all’ormeggio la giusta tensione.
Aggancio triangolo Myor
Si torna in pozzetto, si toglie la marcia avanti e, come d’abitudine, si dà volta alle due cime di poppa, togliendo la cima dell’archetto che può essere così sganciato dal galleggiante e rimesso in un gavone: il suo ingombro da chiuso è in paragonabile a quello di un mezzo marinaio.
Per disormeggiare l’operazione è esattamente invertita. Ci si aggancia al galleggiante, si dà marcia avanti e liberano le cime di terra, a prua si libera il corpo morto. Tornarti al timone, con MYOR si aprono i ganci del galleggiante tiene la barca vincolata in banchina e si è liberi di cominciare a navigare. Per aprire il MYOR è sufficiente usare il mezzo marinaio.
Nel caso in cui la timoneria è lontana dalla poppa, per esempio sul fly bridge o in un modello con pozzetto centrale il MYOR è sganciato tramite con una cimetta che può essere azionata direttamente dal timoniere.
Archetto Myor montato a poppa
Ma c’è di più, per il disormeggio non è neanche obbligatorio armare l’archetto per essere ancora più veloci e pratici. Al suo posto, infatti, si utilizzano i due triangoli forniti di serie ognuno dei quali unisce un gancio del galleggiante con la cima del MYOR da assicurare alla bitta di poppa. Quando si lascia il posto barca è sufficiente mettere in tensione la cimetta di sgancio per essere liberi.
Ovviamente non ci sono controindicazioni ormeggiando di punta, basta mettere l’archetto a prua e rivolto in avanti invece che verso poppa Stesso discorso per chi ormeggia al gavitello: per questa tipologia di attracco esiste il MYOR singolo appositamente pensato per essere assicurato sulla boa invece che alla banchina.
MYOR ha anche il vantaggio di non vincolare le manovre di ormeggio e disormeggio alla disponibilità degli ormeggiatori del marina che vi ospita. Non è infrequente aspettare molto tempo durante i periodi più affollati dell’anno quando è l’ora di rientrare perché tutti gli operatori sono impegnati. MYOR consente di ormeggiare e disormeggiare in autonomia senza dover aspettare l’aiuto di nessuno.
Myor in banchina
Grazie a MYOR i giorni in cui si utilizza la barca possono crescere all’infinito: basta avere la voglia di andare in acqua.
Adatto anche per l’uso professionale di skipper e marina turistici
MYOR è ovviamente un grande aiuto anche per gli utilizzatori professionali. I marina possono fornire un servizio in più ai propri diportisti rendendo loro sempre disponibile un ausilio nelle manovre di ormeggio e disormeggio anche se non c’è fisicamente un ormeggiatore presente. Così come è un ottimo ausilio per chi ha spesso in barca persone poco competenti: le operazioni di ormeggio si semplificano senza bisogno di correre da una parte all’altra della barca rischiando di incappare in qualche malcapitato che non aveva capito che era meglio non muoversi durante la manovra.
Da non dimenticare che MYOR è comunque utile persino quando si rientra con equipaggio, perché è molto più semplice e agevole incastrare il triangolo nel gancio del galleggiante, specie con condizioni di vento laterale, piuttosto che raccogliere le cime di poppa da terra.
In occasione del lancio di MYOR è inoltre prevista un’iniziativa che per soli dieci armatori avrà la possibilità di ricevere gratuitamente il Myor in prova per sei mesi. Basta accedere a questo link.
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