Le batterie impiegate in barca sono elementi ricaricabili destinati all'accumulo di energia e alla sua erogazione per utilizzi di diverso genere, dall'avviamento del motore, all'alimentazione delle apparecchiature elettriche ed elettroniche presenti a bordo. Le batterie possono essere fondamentalmente distinte in due classi che differiscono per modalità costruttive e relativi impieghi:
Batterie da avviamento
Queste batterie, in barca sono pensate specificamente per l'avviamento del motore, essendo in grado di fornire una elevata potenza per un breve lasso di tempo. Per contro non sopportano carichi prolungati e scaricarle pienamente ne riduce velocemente la vita residua.
Sono queste le batterie dedicate alla distribuzione di energia a tutte le apparecchiature elettriche ed elettroniche di bordo quando non sono disponibili altre fonti (rete di terra, generatori, alternatore...). Non sono in grado di fornire lo spunto massimo di una batteria da avviamento ma consentono un uso prolungato e non soffrono se scaricate a fondo. Sono molto più robuste delle batterie da avviamento e consentono molti cicli di ricarica prima che sia necessaria la loro sostituzione.
Da quanto detto sopra, è chiaro che la soluzione ideale consiste nell'avere a bordo almeno due banchi di batterie, dei due diversi tipi sopra descritti, ciascuna delle quali sarà in grado per le sue caratteristiche intrinseche, di svolgere al meglio ciascun tipo di lavoro richiesto.
Spesso, sulle imbarcazioni più piccole, o sulle barche a vela, data la necessità di risparmiare spazio o di rendere l'impianto elettrico il più semplice possibile, viene usata una sola batteria a cui si affidano tutti i compiti di distribuzione di energia. In questo caso si tratta di Batterie ibride o doppio uso che pur non riuscendo a raggiungere le prestazioni massimali di una batteria dedicata, sono capaci di svolgere mediamente entrambi questi lavori in maniera più che accettabile.
Tecnologie chimiche delle batterie
Le batterie possono essere inoltre distinte a seconda della tecnologia chimica impiegata.
Questa tecnologia prevede che gli elettrodi siano immersi in un liquido (acido solforico) che funge da elettrolita. E' una soluzione relativamente economica ma richiede l'installazione in luoghi ventilati causa la formazione di gas facilmente infiammabili, il posizionamento in verticale per evitare la fuoriuscita del liquido e manutenzione periodica con rabbocco di acqua distillata. Essendo una batteria “aperta”, capace di dissipare i gas che vengono a formarsi durante la ricarica, riesce a sopportare sovraccarichi di tensione difficilmente accettabili dalle batterie cosiddette “a tenuta stagna”.
Si tratta di un accumulatore al piombo-acido in cui l'elettrolita (gelatinoso anzichè liquido), si trova all'interno di un contenitore sigillato (di qui la definizione di batteria “stagna”) che impedisce la fuoriuscita dei gas, rendendo la batteria totalmente esente da manutenzione e collocabile anche in vani non ventilati, in prossimità di apparecchiature elettroniche e persone. Queste batterie vengono anche definite “a ricombinazione” poichè riutilizzano i gas che si formano (idrogeno e ossigeno) ricombinandoli in acqua, impedendone pertanto l?essicazione.
Tale tecnologia però, rende la batteria molto sensibile ai picchi di tensione, richiedendo che il processo di carica avvenga nello scrupoloso rispetto delle specifiche del costruttore per evitare danni che la renderebbero inutilizzabile. Una batteria di questo tipo se usata correttamente è capace di sopportare scariche profonde, un elevato numero di cicli di carica e di garantire una vita utile di gran lunga superiore alle batterie a liquido.
Sono batterie al piombo-acido in cui l'elettrolita è contenuto all'interno di elementi spugnosi in fibra di vetro posti a contatto degli elettrodi. Si tratta pur sempre di batterie “stagne”, ovvero “senza manutenzione” con le stesse caratteristiche delle batterie al gel ma con ulteriori vantaggi garantiti dalla particolarità della tecnologia adottata. Maggiore robustezza, superiore durata, alta velocità di ricarica, e basso tasso di scaricamento durante periodi di inattività (3% al mese circa contro il 7% delle batterie a liquido) ne fanno la batteria ideale per utilizzi ibridi, capace di fornire adeguato spunto per l?accensione e capacità sufficiente per l'alimentazione dei servizi di bordo.
Queste “batterie” costituiscono una categoria a parte di recente sviluppo ed introduzione nel mondo della nautica da diporto. Frutto di tecnologie evolute, alcuni modelli sono in grado non solo di accumulare energia ma anche di produrla, comportandosi come veri e propri generatori.
Come scegliere le batterie per la tua barca
Le caratteristiche fondamentali di una batteria per quanto riguarda i valori elettrici sono essenzialmente le seguenti:
Detto questo, la nostra scelta dovrà essere fatta in base alla destinazione d'uso della batteria. Se si tratta di una batteria di spunto dovremo assicurarci che sia in grado di fornire agevolmente la corrente necessaria all'avviamento del motore (valore che potremo trovare sul libretto del motore stesso).
Consigli per un uso corretto delle batterie
Per ottenere il massimo dalle nostre batterie in termini di prestazioni e durata è sufficiente seguire qualche semplice suggerimento:
Oltre alle indicazioni fornite precedentemente consigliamo di:
Per proteggere le batterie da urti e ossidazione e arginare eventuali perdite di acido è bene collocarle nelle apposite cassette portabatteria, contenitori dedicati ed economici, in grado di offrire un ambiente ideale a prolungarne la durata.
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