Le Cascate del Niagara, le più affascinanti al mondo
di Giulio Galassi

di Giulio Galassi
Queste cascate, tra le più affascinanti del mondo, sono quelle del fiume Niagara, che fa parte della rete della via marittima del San Lorenzo, tra i laghi Erie e Ontario.
Se, stando alla leggenda, Jacques Cartier è stato il primo “viso pallido” a vederle nel 1535, il primo a descriverle, nel 1678, più di un secolo dopo, fu padre Louis Hennepin, compagno di Cavelier de la Salle. Ed ecco come la vide, nella prima metà dell’Ottocento, lo scrittore francese Chateaubriand: “Arrivammo alla cataratta che si annunciava con un orrendo muggito. Essa è formata dal fiume Niagara che esce dal Lago Erie e si getta nel Lago Ontario; la sua altezza perpendicolare è di 144 piedi” (oggi calcolata 180 piedi, circa 54 metri).
L'espolratore francese Jacques Cartier 1491 - 1557
“Dal Lago Erie fino al salto il fiume scorre in ripida pendenza” - prosegue padre Hennepin – “e, al momento della cascata, più che a un fiume assomiglia a un mare i cui torrenti si precipitano verso la bocca spalancata di un baratro. La cataratta si divide in due rami e si incurva a ferro di cavallo. Tra le due cascate avanza un’isola scavata dal disotto, che sporge con tutti i suoi alberi sopra il tumulto delle onde. La massa del fiume che si precipita a meridione si incurva in un vasto cilindro e poi si svolge come un manto di neve e luccica al sole con tutti i colori; quella che cade a levante scende in un’ombra paurosa: sembra una colonna d’acqua del diluvio. Mille arcobaleni s’incurvano e s’intrecciano nell’abisso. Colpendo la roccia scalzata l’acqua rimbalza, formando vortici di schiuma che si innalzano sopra le foreste come i fiumi di un vasto incendio …”
Le Cascate del Niagara
Oggi le foreste sono scomparse, ma la descrizione rimane calzante.
Il nome Niagara sarebbe derivato da quello irochese Onyakarra, “L’uomo dell’acqua”, dato che il frastuono delle cascate si sente fino a 75 chilometri di distanza.
A monte di queste cascate, il fiume trasporta 168.000 m3 al minuto in regime di piena, e 110.000 m3 al minuto come media; le acque, profonde dai 6 ai 10 metri si infrangono contro l’isola mediana detta della Capra “Goat Island” appartenente agli Stati Uniti, e la cui falesia è scalzata da queste acque, tra la cascata orientale americana e la cascata secondaria della Luna, dando origine alla “Grotta dei Venti” (Cave of the Winds), così chiamata a causa dei vortici di aria compressa respinti bruscamente dalle masse d’acqua cadenti.
Goat Island
L’insieme delle due cascate è incurvato verso monte e la cascata occidentale è denominata “Ferro di Cavallo” (Horseshoe Falls); la sua lunghezza è di 860 m, mentre quella americana è lunga meno della metà, 330 m.
A valle delle cascate, il fiume fa un gomito repentino e passa sotto il “Ponte dell’Arcobaleno” (Rainbow Bridge) così chiamato a causa dell’arcobaleno che si forma sopra la cascata canadese per le miriadi goccioline che rifrangono la luce del sole. Questo ponte fa da tramite tra le due città che costituiscono Niagara Falls: Niagara-New York sul lato americano, Niagara-Ontario sul lato canadese.
Horseshoe Falls
La presenza delle cascate è dovuta alla differenza di durezza tra le rocce di origine primaria a valle: arenarie tenere del Cambriano in una depressione dove si annida il Lago Ontario a 75 m di quota, e a monte delle rocce calcaree dure del Devoniano, ricoperte di depositi glaciali, sui quali si estende il Lago Erie, a 174 m di quota. Ciò spiega la rottura di pendenza e quindi un’erosione regressiva da parte delle acque, che sviluppa la massima energia ai piedi di questa rottura di pendenza.
L’erosione è facilitata da uno strato intermedio di scisti teneri che vengono scavati dai potenti vortici che si formano alla base delle cascate. Le cascate, quindi regrediscono, per tale ragione, di 1,5 m in media l’anno, proprio per il crollo di pezzi di cornicione calcare sporgente quando viene a mancargli il sostegno. La gola scavata in tal modo inizia verso Nord, a Queenstown, a sud del lago Ontario.
Una foto delle cscate del 1850
Dal momento che Queenstown si trova a 11 km da Niagara Falls, si calcola, supponendo una velocità di erosione pressoché costante, che ci sono voluti circa 7000 anni al Niagara per incidere questa gola profonda dai 50 ai 75 m.
Una leggenda locale racconta di Lelawala, una bella giovane ragazza, che preferì sacrificare se stessa piuttosto che maritarsi con un uomo che ella non amava, anzi detestava, ma che le era stato imposto da suo padre. Decise quindi di percorrere le correnti veloci del fiume Niagara pagaiando su una piccola canoa e precipitando volontariamente nella Cascata.
Il suo vero amore era il “Dio del Tuono” (He-No) che ricambiava il suo amore, tanto che questi la raccolse involo mentre Lewala precipitava. La leggenda racconta che i due spiriti, He-No e Lewala, vivono ancor oggi sotto le cascate. In quel luogo sorge oggi un Santuario, dedicato appunto al Dio del Tuono, He-No. Lewala invece è denominata “La Dama della Nebbia” (Maid of the Mist) per via del vapore acqueo sempre presente nelle Cascate.
Maid of the Mist - Niagara Falls
Infatti nelle notti estive, quando i proiettori illuminano le cascate, la sagoma di questa giovane indiana annegata all’inizio del XVIII secolo, Lewala appunto, sembra magicamente apparire dalle nebbie avvolgenti gli infiniti gorghi d’acqua.
Le grandiose cascate del Niagara costituiscono un reddito importante, poiché attraggono ogni anno milioni di turisti provenienti da tutto il mondo, oltre che nordamericani.
Lo spettacolo, che è già fiabesco d’estate, lo diventa ancora di più durante i rigidi inverni, quando le cascate gelano in lunghe stalattiti di ghiaccio scintillante, tra gli alberi imbiancati di neve. Le illuminazioni notturne, tanto dalla parte canadese che da quella americana, aggiungono grandiosità alle Cascate del Niagara.
Gulio Galassi
In copertina Foto di Neil Morrell da Pixabay
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