Il ''Titan'' ripete la tragedia
di Fabrizio Fattori

di Fabrizio Fattori
Il piccolo futuristico mini sommergibile disperso a poche miglia dal luogo del naufragio del “Titanic”, ha cessato di inviare messaggi da un numero sufficiente di ore al punto da attivare, conseguentemente, le proprie ricerche.
Una lotta contro il tempo scandita dalle novantasei ore di autonomia respiratoria per i cinque passeggeri. Il fascino immortale della tragedia dell’ affondamento del “Titanic”, immutato da oltre un secolo, spesso induce ad esporsi agli stessi pericoli con esiti a volte nuovamente tragici.
E’ il caso del “Titan” della “Ocean Gate Expeditions” capace di offrire ai suoi passeggeri emozioni ravvicinate allo scafo sventrato giacente a circa 3800 metri di profondità al largo delle coste di Terranova. Capace, cioè, di suscitare quel misto di esaltazione e paura che è, da sempre, alla base di ogni rischiosa impresa umana.
Definire morbose esplorazioni turistiche questi viaggi in profondità è forse riduttivo. Sarebbe più corretto definirle concrete esperienze di avventura, lasciando alle motivazioni profonde dei partecipanti la definizione di quanto provato.
Il costo del biglietto (250.000 $) appare riservare questa esperienza a pochi eletti, ma sembra che ci sia anche chi ha ipotecato la casa pur di appagare un desiderio albergato nelle profondità insondabile della mente umana.
Di Courtesy of NOAA/Institute for Exploration/University of Rhode Island (NOAA/IFE/URI). - http://www.gc.noaa.gov/gcil_titanic.html, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=18643198
Il “Titan” poco più lungo di sei metri con un “oculo” anteriore e con spazi più o meno confortevoli ricavati in un ambiente di 2,8 metri per 2,5.
Il minisommergibile è spinto da motori elettrici capaci di una navigazione in immersione di circa 3 miglia l’ora, e che possono spingerlo fino a 4.000 metri di profondità in una graduale discesa e risalita di molte ore.
L’immersione del “Titan” era iniziata domenica 18 giugno, dopo essere stato portato nell’area da un rimorchiatore (Polar Prince) e aveva cessato le comunicazioni, servite dal satellite “Starlink” di Elon Musk, dopo solo due ore.
Al momento le operazioni di ricerca risultano ostacolate dal maltempo e le stesse ipotesi sulle cause che hanno reso impossibile la comunicazione, rendono quanto mai improbabile il felice esito di questa avventura.
Nell’augurarci che qualcosa di positivo possa essere messo in atto per salvare le cinque vite, riscontriamo che l’interesse intorno alle operazioni di ricerca ha raggiunto livelli planetari dovuto sia all’aspetto umano che alla presenza di noti miliardari, per i quali, inspiegabilmente, c’è sempre un’ aggiunta di compassione.
Fabrizio Fattori
Leggi anche: Gli eroi del Kursk. 22 anni dopo la grande menzogna
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