Il canale di Corinto
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
L’idea originaria di tagliare l’istmo, lungo pochi chilometri, che separa il mare Ionio dal mare Egeo, risale a migliaia di anni addietro.
Nel VII secolo b.c. il tiranno di Corinto Periandro consultato l’oracolo di Delfi e subite le pressioni, di quelle che oggi si chiamerebbero lobbies, dei sacerdoti avidi di offerte e delle ambiziose elite cittadine, rinunciò all’idea sostituita da una strada pavimentata (Diolco) che consentiva il più rapido transito di merci ed in alcuni casi di intere imbarcazioni.
Posizione del canale di Corinto
Strabone narra che nel IV secolo b.c. il re macedone Demetrio Poliorcete, detto l’ “assediante”, stante le sue numerose città conquistate, diede incarico ai suoi ingegneri di valutare la possibilità di tagliare l’istmo. Le prime misurazioni rilevarono un dislivello tra i due estremi di circa 50 centimetri, dovuto alle maree ed ai venti, che, in caso di apertura del canale, avrebbe creato una corrente ostile alla navigazione.
Fu sufficiente questa costatazione a far abbandonare l’idea. Giulio Cesare e Caligola accarezzarono la possibilità di realizzare il canale ma fu Nerone (I° secolo a.d.) a dare inizio ai lavori utilizzando migliaia di schiavi della Giudea. I lavori, sospesi poco dopo, lasciarono a lungo in evidenza più di tre chilometri scavati e profondi pozzi di ispezione.
Lavori di costruzione del canale di Corinto (1890 circa)
Un edicola votiva dedicata ad Ercole ricorda ancora oggi l’impresa. Dopo uno sfortunato tentativo di ripresa del progetto da parte dei veneziani (1687) si dovette aspettare la seconda metà del XIX secolo per rianimare l’iniziativa che come per il canale di Panama si arrestò e riprese varie volte stante il grande impegno economico e le ancora ridotte capacità tecniche.
Il reperimento di nuovi capitali e l’uso sapiente della dinamite, da poco realizzata da Nobel, consentì di portare a termine i lavori. Dopo un impegnativo consolidamento delle pareti rocciose, in alcuni punti alte varie decine di metri, il canale venne aperto alla navigazione nel novembre del 1893.
L’opera consentiva e consente di accorciare le varie percorrenze di centinaia di chilometri. L’istmo si rivelò strategico nel corso del secondo conflitto mondiale tanto che i tedeschi, fatti saltare i ponti, lo riempirono di ogni sorta di ferraglia allo scopo di impedirne l’utilizzo da parte degli alleati, che solo nel 1948 lo riattivarono dopo aver dragato tonnellate di materiale.
Oggi lo stretto è attraversato ai suoi estremi da due ponti che si inabissano per naturale affondamento e si sollevano elettricamente secondo le necessità e per quanto sia consentito il transito di imbarcazioni di scarso tonnellaggio rappresenta un’opera umana di indubbia meraviglia.
Fabrizio Fattori
In copertina L'inaugurazione del canale di Corinto (1893) di Konstantinos Volanakis.
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