I tesori di Cuba
di Fabrizio Fattori

di Fabrizio Fattori
L’Avana è stata per diversi secoli, grazie alla sua posizione favorevole, una delle basi navali preferite dalla Spagna del XVI° secolo.
Ben difesa da una massiccia catena stesa all’imboccatura dell’insenatura naturale e successivamente da forti inespugnabili raggiunse in breve tempo una popolazione di migliaia di persone stanziatesi intorno ai cantieri navali dove era possibile riparare agevolmente o costruire galeoni grazie alle foreste dell’entroterra, che avevano legno di qualità tale da resistere maggiormente al salmastro rispetto alle essenze europee.
Per questa ragione e per l’utilizzo massiccio di manodopera schiavizzata, Filippo II fece dei cantieri cubani il centro cantieristico nazionale. Volle, inoltre, che tutto il traffico dal nuovo mondo si concentrasse nel porto dell’Avana prima di raggiungere Siviglia, guerre, pirati e maltempo permettendo.
L’intenso traffico mercantile che trovava sosta nel suo porto prima della traversata atlantica rese ricca la sua popolazione. Parte di queste ricchezze, recuperate dai molteplici naufragi avvenuti nel corso dei secoli lungo le sue coste, sono conservate nei musei locali e stupiscono per la raffinatezza raggiunta e l’uso di materiali preziosi anche in oggetti di uso comune come stuzzicadenti o netta orecchie o unghie, ma anche gioielli, pietre preziose, penne di uccelli tropicali, legni esotici e rari ornamenti in oro delle popolazioni precolombiane non ancora fusi in lingotti.
I musei conservano, inoltre, migliaia di altri manufatti che testimoniano la vita quotidiana della popolazione: piatti e boccali in peltro, bottoni e fibbie in ottone, pipe in terracotta, tabacchiere... La sua moneta, il reale d’argento, circolò abbondantemente fino al 1857 in tutta l’area, Stati Uniti compresi, come dimostra forse il più ingente tesoretto in monete (13.390) mai recuperato da un naufragio.
I preziosi che raggiungevano la madre patria, spettavano alla corona in misura fino al 50% ma anche alla chiesa e agli altri istituti religiosi che arricchivano le loro tesorerie immemori del sangue delle popolazioni che avevano contribuito a produrli. I vasti ed intensi commerci tra i continenti crearono in poco tempo una classe sociale di mercanti locali molto ricca capace di dotarsi di uno stile di vita elevato con magnifiche dimore, schiavi, ostentazione di ricchezze.
Una classe sociale ambiziosa al punto di acquisire titoli nobiliari a “incoronamento” del loro status. E’ indubbio che Cuba, intesa come uno scrigno di ricchezze in transito, attirasse l’avidità di pirati e corsari.
Uno di questi l’olandese Piet Heyn, ricordato in patria come eroico ammiraglio, fu capace di catturare un numero notevole di navigli spagnoli (18) facenti parte della “flotta d’argento” e con essi ben 46 tonnellate del prezioso metallo, grazie alla sua abilità ma soprattutto grazie all’incapacità degli ammiragli spagnoli che non furono in grado, forse per codardia, di ostacolare il progetto olandese.
Conquistata da Diego Velazques de Cuellar nel 1511, la Spagna rimase a Cuba per ben 388 anni fino alla sua indipendenza nel 1899.
Fabrizio Fattori
In copertina foto di katyocana79 da Pixabay
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