I marmi ''Elgin'' strappati alla Grecia ed al suo Mare
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Nel 1687 il Partenone venne sventrato dall’esplosione della santa barbara turca colpita, improvvidamente, da una granata veneziana.
La frammentazione delle incomparabili opere d’arte che lo abbellivano furono il presupposto per quello che ancora oggi è considerato un ulteriore atto vandalico subito dal tempio maggiore dell’acropoli ateniese.
Nel 1802 il conte di Elgin si dedicò allo studio delle opere residue repertoriandole con appositi disegni ed effettuando calchi. Successivamente, costatando che alcune delle sculture frammentate venivano ridotte in calce riuscì, ad avere una discussa autorizzazione dalla “Sublime Porta” di acquistare per quanto possibile sculture del Partenone, del Tempio di Atena Nike e di altre costruzioni dell’acropoli come l’Eretteo.
7th Earl of Elgin by Anton Graff around 1788
Alleggerite di ulteriore materiale marmoreo, ulteriormente frammentate ed imballate in sedici casse vennero imbarcate sul brigantino “Mentor” destinazione Londra. Il brigantino venne colto da un’improvvisa tempesta ed a stento fece rotta verso Citera per trovarvi rifugio, ma nella complessa manovra di attracco urtò le rocce ed affondò.
Il relitto si adagiò su di un fondale di diciotto metri con tutto il suo carico. Iniziarono i tentativi di recupero portati avanti dagli italiani della Spezia dell’esperto Menachini che con la sua nave “Speziot” e l’ausilio della “Victorieuse'' fallì il tentativo di recupero dell’intera nave e di tutto il suo carico.
Furono gli abili tuffatori di Samo ad effettuare il recupero delle sedici preziose casse. Occorsero due anni per completare l’operazione ed i marmi rimasero sulla spiaggia di Aulemono sotto stretta sorveglianza armata per tutto questo tempo esposti alla variabilità meteorologica.
Nel 1816 vennero venduti al British Museum. La vendita non consentì ad Elgin di recuperare le ingenti spese affrontate, ma questo non lo indusse a cedere a Napoleone i marmi malgrado la più vantaggiosa offerta.
Oggi rappresentano una delle principali attrazioni del Museo e sono esposte in uno spazio a loro dedicato nella sala “Duveen” in ricordo di Joseph Duveen spregiudicato mercante di opere d’arte del secolo scorso, che contribuì ad arricchire le collezioni e i musei americani con la pittura europea dei secoli XVI e seguenti,... naturalmente impoverendo le proprietà locali.
Fabrizio Fattori
In copertina foto di Graham Hobster da Pixabay
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