Halifax l’esplosione quasi nucleare
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Durante la prima guerra mondiale il Canada sosteneva lo sforzo alleato collaborando nella logistica dei trasporti verso lo scenario bellico europeo.
Il piccolo porto di Halifax sulla costa atlantica divenne in breve tempo uno snodo essenziale all’attività di rifornimento anche se fortemente sottodimensionato al volume di traffico incrementatosi notevolmente con il procedere della guerra.
Molte erano, infatti, le imbarcazioni che organizzavano i loro spostamenti partendo dal piccolo porto. Spostarsi in convogli era un modo che consentiva di ridurre il rischio di attacco da parte degli U-boot tedeschi in perenne, sistematico, pattugliamento nelle acque atlantiche. Il 6 dicembre del 1917 decine di navi alla fonda erano in procinto di formare un convoglio ed il traffico in entrata ed in uscita era intenso.

La devastazione di Halifax dopo l'esplosione, con la Imo arenata sul lato opposto del porto. https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Halifax_Explosion_-_harbour_view_-_restored.jpg
Tra le navi in ingresso c’era la “Mont Blanc” che trasportava in incognito esplosivi pari a circa tremila tonnellate di tritolo. Aveva omesso di segnalare la presenza di esplosivi per proteggersi da eventuali attacchi mirati del nemico.
Tra le navi in uscita c’era il cargo militare norvegese “Imo” che si apprestava a prendere il largo dopo aver effettuato il suo carico di materiale bellico. Le difficoltà di manovra e le confuse comunicazioni tra gli equipaggi non impedirono la collisione tra le due imbarcazioni.
La “Mont Blanc” squarciata la sua prua prese fuoco e dopo essere stata lasciata alla deriva, stante l’impossibilità di controllare l’incendio da parte di tutte le unità e le strutture antincendio del porto, si arrestò contro il molo “6”.

Building destroyed by the Halifax Explosion -https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Halifax_Explosion_Aftermath_LOC_2_-_restored.jpg
L’incendio aveva attirato in prosimità del porto, oltre agli abituali addeti, anche una numerosa folla che nel giro di soli venti minuti dall’impatto, venne spazzata via dall’esplosione di quanto presente nelle stive della nave francese.
La deflagrazione, in assoluto, la più potente mai registrata dall’esperienza umana sino ad allora, venne udita oltre a 350 km di distanza e rase al suolo il 99 % delle strutture portuali in un raggio di oltre 1,5 km.
Sul piano umano le vittime furono circa 2.000, 9.000 i feriti e 25.000 gli sfollati. I soccorsi arrivati dalle città limitrofe riuscirono in poco tempo a ripristinare l’operatività del porto. Oggi una stele ricorda l’evento e forse ancora qualcuno racconta di come l’ancora della “Mont Blanc” venne ritrovata intatta a chilometri di distanza dalla sua prua.
Fabrizio Fattori
In copertina la SS Mont Blanc nel 1899 - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:SS_Mont_Blanc,_in_1899.png
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