Giulia Civita Franceschi ''Mare Mater''
di Fabrizio Fattori
di Fabrizio Fattori
Andar per mare implica sempre, l’acquisizione di una gran quantità di conoscenze, in passato trasmesse nel diretto contatto tra marinai di diversa esperienza e nei secoli più recenti attraverso scuole, istituti e accademie a queste attività dedicate.
Questo nella profonda convinzione che il mestiere del mare sia formativo sul piano pratico e strutturante per il carattere dei futuri marinai.
Tra fine ottocento e i primi del novecento alcune iniziative didattiche di questo tipo furono intraprese a Genova e Venezia dove giovani orfani del mare venivano preparati per le professioni marinaresche. Ma l’esperienza portata avanti a Napoli da Giulia Civita Franceschi aveva un’ulteriore valenza essendo rivolta al recupero sociale di quell’infanzia abbandonata dei quartieri popolari della città, nella ferma convinzione di sottrarli ad un destino, spesso, delinquenziale.
Centinaia di bambini e ragazzi si formarono negli anni di operatività della scuola, recuperando dignità e senso civico, affidati ad esperti tecnici della Marina Militare e ai tradizionali insegnanti scolastici, che in un clima di solidale fratellanza recuperarono le loro vite restituendo loro un ruolo sociale.
Giulia Civita Franceschi al centro dei suoi marinaretti
La marina militare concesse l’utilizzo della “Caracciolo” una corvetta a vapore ormai in disarmo ma perfettamente idonea agli scopi didattici prefissi dall’iniziativa. La Civita Franceschi ne fu direttrice dal 1913 al 1928 anno in cui il governo incluse questa attività nell’insieme formativo dell’ Opera Nazionale Balilla.
A questa attività si aggiunse anche la SPEM Scuola Pescatori e Marinaretti per la specifica formazione di pesca ed acquacoltura in alcuni laghi dati in uso alla scuola. Ma anche questa attività venne poi assorbita dai progetti totalizzanti del regime, che non gradiva iniziative “fuori controllo” ideologico.
Anche il progetto di estendere questa attività alle bambine naufragò per i tempi non maturi e per la diffidenza verso l’imprenditorialità femminile, e questo malgrado i riconoscimenti, anche internazionali, di quanto intrapreso da una figura di grande spessore culturale e sociale, anche all’interno dei processi emancipatrici della donna che furono il perno delle sue attività post belliche.
La storicizzazione di questa figura e delle sue iniziative passa attraverso molteplici documenti, scritti e pubblicazioni, oltre a mostre e rappresentazioni teatrali alcune realizzate direttamente nei luoghi del lungomare napoletano. Al momento è in programmazione al teatro Vascello di Roma “Mare Mater” ulteriore omaggio a una donna di grande carattere e determinazione.
Fabrizio fattori
Foto in copertina: Giulia Civita Franceschi with five boys on the kindergarten ship Caracciolo
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